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Dopo un terremoto

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 aprile 2009

The Christian Science Monitor, 9.4.2009


Il terremoto di aprile nell’Italia centrale mi ha fatto riaffiorare alla mente ricordi della mia esperienza personale col terremoto e anche alcune riflessioni che portarono con sé conforto e guarigione a quell’epoca.

Una delle ragioni per cui non desideravo lasciare New York per andare ad abitare in California anni or sono, era proprio la mia paura del terremoto. E immediatamente dopo aver traslocato, una mattina di gennaio mentre dormivamo, mio marito ed io ci trovammo molto vicini all’epicentro del terremoto del 1994.

Fu un’esperienza inimmaginabile e traumatica: pensai che saremmo morti. Ma cosa incredibile, mentre la nostra casa dondolava e tremava, ricordo che ebbi istantaneamente la consapevolezza al centro del mio essere che la vita è spirituale e che Dio è tutto. Avevo ancora sì paura, ma mi sentivo sicura. C’era un tale rumore che sembrava ci fosse un treno in transito in casa e mio marito non mi sentì gridare “Dio è Amore”, cosa che mi venne da dire istintivamente, come se fossi spinta ad affermare ciò che era reale e permanente per me e per gli altri.

Non avevo mai pensato di poter sopravvivere una tale catastrofe né di poter mai supere il tumulto mentale in cui caddi. Nel buio del primo mattino, cercammo l’uscita scavalcando mobili caduti e vetri rotti ed incontrammo i nostri vicini all’esterno della casa. La gente del luogo mi assicurò che questo terremoto non era normale per quella zona. Grazie a Dio, il nostro gruppo di case sembrava abbastanza solido e a parte qualche livido o botta, la gente era fisicamente a posto. Eravamo tutti profondamente grati della protezione ricevuta, ma raccogliendo poco per volta i pezzi di cosa ci rimaneva, la mia ansia crebbe. Gli effetti ne erano gli improvvisi, terrorizzanti ed attanaglianti ricordi dell’instabilità della terra che poco prima sembrava così solida.

Confrontarmi con questi ricordi paurosi si trasformò per me in una sfida. Più volte chiamai un practitioner della Scienza Cristiana perché mi aiutasse in preghiera a stabilizzare il pensiero e riguadagnare fiducia in Dio. Trovai conforto nel Salmo 91, che il practitioner mi chiese di leggere e che afferma che la dimora sicura di ognuno è “nel ritiro dell’Altissimo”. Mi ricordai inoltre di un incidente nel quale un profeta imparò che Dio non manda le catastrofi naturali. La Bibbia dice “l'Eterno non era nel terremoto. E, dopo il terremoto, un fuoco; ma l'Eterno non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un suono dolce e sommesso” (1 Re 19:11,12). Ascoltavo quel “suono dolce e sommesso” ed affermavo che ognuno di noi era amato e protetto da Dio.

Un altro passaggio che il practitioner condivise con me e che mi fu di grande aiuto perché individuò la verità di cui avevo bisogno per me stessa e per le altre vittime del disastro fu che “indisturbata in mezzo alla testimonianza stridente dei sensi materiali, la Scienza, sempre sovrana, sta rivelando ai mortali il divino Principio immutabile, armonioso – sta rivelando la Vita e l’universo, sempre presenti ed eterni” (Scienza e Salute, 306:29).

Quando ero in coda per acqua e cibo, e talvolta la terra si rimetteva a tremare, cercavo di rimanere “indisturbata” e di reclamare per tutti noi l’amorevole protezione della Scienza Divina, la legge sostenitrice di Dio. Sorprendentemente, iniziai ad avvertire un senso di gioia e vidi prove concrete della fratellanza intorno a me. Dio era più potente della paura; la gente stava trovando la luce della speranza e della sicurezza. Per me, ciò che stava accadendo era la presenza confortante del Cristo, che stava risollevando tutti noi. Il Cristo è l’influenza divina guaritrice che conferisce potere a bontà ed amore umani per sopperire ad ogni necessità umana.

La meravigliosa pietra miliare di questa esperienza fu che mi elevò alla realizzazione che la vita è spirituale e che Dio è davvero sempre presente. Con questa rivelazione, le mie preghiere acquistarono il vigore della vera fede. Vidi che quando una qualsiasi calamità ci colpisce, possiamo respingere la paura ed avere fiducia nella guida della presenza cristica.

Possiamo anche includere ognuno in preghiera, come fece l’apostolo Paolo essendo egli “persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potestà, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:38, 39).

La mia ansia sparì quando riconobbi che qualsiasi fosse la devastazione prodotta da un terremoto non può mai detronizzare la realtà divina del nostro essere spirituale e della nostra eterna sicurezza. Sono certa che questa promessa sia valida anche per le vittime del terremoto in Italia, delle loro famiglie e di tutti coloro che stanno sforzandosi di portare aiuto. Siamo tutti sempre al sicuro, sempre amati da Dio. Egli è il nostro vero rifugio.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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