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Il nostro unico vero genitore

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 novembre 2011

Tradotto dal Christian Science Sentinel, 23 maggio 2011


Una madre, sola e sopraffatta dalla situazione, scoppia in lacrime. Avendo dato fondo a tutte le risorse, ha ben poca speranza che il figlioletto possa sopravvivere. Ma proprio quando tutto sembra perduto, sente un messaggio spirituale che cambia tutto. Guardando in alto vede un pozzo d’acqua potabile nell’arido deserto, dove lei e il figlio erano stati abbandonati.

Quale profondo timore reverenziale deve avere provato la madre in quel momento. Era una conferma che la sua disperazione non aveva causa, che Dio era ben consapevole delle necessità del bambino e aveva già provveduto al suo sostentamento.

Il racconto di Agar e di suo figlio Ismaele, all’inizio della Bibbia (vedi Genesi 21), mostra che non sono solo i profeti e i sacerdoti a entrare in comunione con il Divino. Una madre qualunque –schiava, per giunta – è altrettanto in grado di discernere la guida di Dio e di percepirne la cura costante che assicura il benessere presente del suo bambino e la futura prosperità.

Perché? Perché Dio è l’essenza dell’Amore stesso. Come Creatore e Sostegno dell’universo intero, questo eterno, imparziale, inclusivo Principio d’amore sostiene ogni persona con tenerezza e forza infinite. Dio è il nostro unico vero genitore. E ognuno di noi ha accesso diretto a questo amore divino, affidabile e sicuro – ovunque si trovi, ogni qual volta ne abbia bisogno.

DALLA PAURA ALLA FIDUCIA

Quello che Agar sente nel momento del bisogno illustra come la sollecitudine spirituale trasformi una situazione. A cominciare dalla sua stessa prospettiva mentale. La Bibbia descrive un angelo che le chiede: “Che hai, Agar?” (Gen. 21:17).

La domanda le deve essere sembrata incomprensibile. “Che cos’ho? Stai scherzando?! Guarda la situazione difficile in cui ci troviamo!”

Agar è completamente travolta dalla grandezza di un problema che, visto dal punto di vista divino delle infinite risorse di Dio, non è affatto un problema. Ma come fare per spostarsi dalla paura debilitante e dal dubbio verso la fiducia realistica e l’aspettativa del bene?

Ebbene, avere un angelo che ti presta attenzione, aiuta. Agar viene rassicurata: “non temere, poiché Iddio ha udito la voce del fanciullo là dov’è. Lèvati, prendi il ragazzo e tienilo per la mano; perché io farò di lui una grande nazione” (Genesi 21:17, 18).

La Scienza Cristiana amplia la nostra comprensione del concetto di angelo portandola al di là del significato mitologico di esseri invisibili con le ali, verso un senso pratico di “Pensieri di Dio che si comunicano all’uomo; intuizioni spirituali, pure e perfette” (Mary Baker Eddy, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 581). Questa comunicazione divina di ispirazione e intuizione fa breccia nell’ansietà del genitore, sostituendola con un profondo senso della presenza di Dio. Come genitori, comprendiamo di non essere soli, di non essere mai separati dal bene, né noi, né i nostri bambini. Facciamo esperienza dell’Emmanuele, o “Iddio con noi” (Matteo 1:23).

Si può quasi percepire il peso dell’essere genitori che si solleva dalle spalle umane per trasferirsi su quelle divine. L’accudimento completo di ognuno di noi appartiene al nostro Padre-Madre. Genitore e bambino sono entrambi gli amati di Dio, ed entrambi abiteranno “fra le sue spalle” (Deut. 33:12).

Questo non significa che il genitore umano dovrebbe tirarsi indietro e non fare nulla, aspettando passivamente qualche misterioso intervento dall’alto. Tutt’altro! Agar riceve un chiaro mandato d’impegno e coinvolgimento con precise istruzioni sul da farsi per sostenere il fanciullo, sapendo che ciò che fa, lo fa con la certezza che sono presenti ed attive intelligenza, sostanza e provviste ben superiori a quelle che lei avrebbe potuto offrire.

Scienza e Salute suggerisce: “Se si tratta del caso di un bambino o di un neonato, questo caso deve venire affrontato soprattutto nel pensiero dei genitori…” (pag. 412). La preghiera pratica ed efficace nella Scienza Cristiana rivolge il pensiero del genitore verso Dio. Sostituisce ogni senso della nostra inadeguatezza con la calma convinzione che l’amore infinito di Dio è più che sufficiente per occuparsi di ogni bisogno umano. Rassicurato e consolato, il genitore è più aperto a vedere tutto il bene che Dio sta fornendo e a parteciparvi con il bambino. Questo è ciò che fa Agar con Ismaele. Essa vede il pozzo d’acqua e attinge acqua per entrambi.

UN RAPPORTO DIRETTO

Spesso, in qualità di genitori, sentiamo il dovere di ricoprire il ruolo di intercessori permanenti per i nostri figli, di far da tramite per tutte le loro risposte. Ed è giusto e naturale interporsi fra loro e una situazione potenzialmente nociva, per accertarci che stiano bene e al sicuro. Troppo spesso però ci spingiamo ben oltre l’attenzione e la protezione richieste, intromettendoci continuamente. Ci mettiamo tra loro e i loro insegnanti, tra loro e gli allenatori, tra loro e i loro amici, tra loro e le loro scelte e persino tra loro e i loro innati salute e benessere. Rischiamo di diventare genitori “elicotteri” (espressione utilizzata in America, NdT) – ovvero di incombere costantemente con tutto il proprio nugolo di preoccupazioni e dubbi. Si tratta del rumore di un’interferenza mentale (come un disturbo radio, NdT) che ci dice: “Possiamo veramente garantire la loro sicurezza?”.

Ciò che Agar comprende è che Dio possiede già un rapporto diretto con Ismaele. Dio sente il bambino proprio lì dove si trova mentre piange. Non è necessario l’interposizione di Agar affinché qualcosa avvenga. Deve anzi arretrare e osservare come Dio provvede esattamente a ciò di cui c’è bisogno.

Questa comunicazione diretta tra Dio e ogni figlio può confortare ogni genitore. È sempre in atto, momento dopo momento, anno dopo anno. È ciò che consola i nostri figli quando sono lontani da casa, come la prima volta ad un campo estivo o durante un’esperienza di lavoro non-profit in un paese straniero. È ciò che corregge l’ostinata disobbedienza di un bambino in pubblico, o che lo protegge dalle molestie nel corridoio della scuola, oppure guida un’adolescente a liberarsi dalle pressioni delle coetanee durante una festa nel fine settimana. L’Amore divino parla al cuore di ognuno dei suoi figli in un modo che è comprensibile ed irresistibile.

Nessuno era più consapevole di questo rapporto diretto con il nostro vero Padre di Gesù, che addirittura chiamava Dio con il termine infantile Abba, o “papà”. Il modello di preghiera che insegnò ai suoi seguaci – il Padre Nostro – comincia ridefinendo tutte le nostre relazioni familiari con la chiarezza del Cristo. Le prime due parole identificano esplicitamente Dio come “Padre”. Il nostro. Di tutti noi. Non più di uno e meno dell’altro. Piuttosto, Dio come Padre-Madre di tutti. Poiché siamo l’immagine e somiglianza di Dio (vedi Gen. 1:26), riflettiamo ed esprimiamo le qualità genitoriali divine quando amiamo ed educhiamo i nostri figli. Tuttavia non rimpiazziamo mai il rapporto primario che ogni bambino ha sempre con Dio.

Non appena comprendiamo di non avere il monopolio delle qualità del genitore, vediamo come esse circondino costantemente i nostri bambini. Io e mio marito siamo sempre rimasti colpiti dai molti modi in cui i nostri figli sentivano l’Amore Padre Madre nella loro vita – tramite gli zii e i nonni, gli insegnanti, gli educatori, gli allenatori, tramite amici e vicini, e persino tramite stranieri in viaggio dall’estero. Vedevamo questo ampio cerchio di genitorialità spirituale far emergere il meglio dei nostri figli – fiducia, gioia, integrità, leadership, successo. E, a loro volta, abbiamo visto i nostri figli trasmettere lo stesso tipo di amore e saggezza ai loro amici e a coloro cui facevano da guida. Chiunque può riflettere l’amore dell’Amore, a qualsiasi età e in qualsiasi rapporto.

UN AIUTO PRESENTE

Nel corso degli anni abbiamo visto come il fatto di rivolgerci a Dio quale nostro vero Genitore ha messo in luce le risposte di cui i nostri figli avevano bisogno, compresi salute e benessere. La preghiera ci apriva gli occhi su come Dio si stesse prendendo cura di ogni figlio, indipendentemente da ciò che quest’ultimo dovesse affrontare, fosse un incidente o una malattia. Pur essendo sempre disposti a prendere qualsiasi provvedimento si rendesse necessario per la loro sicurezza e salute, abbiamo costantemente notato che la guarigione spirituale era rapida ed effettiva.

Questo approccio spirituale al ruolo di genitore non ha portato beneficio solo alla nostra famiglia. L’abbiamo visto in molte altre famiglie che mettono in pratica la Scienza Cristiana.

Un’amica, per esempio, fu svegliata in piena notte dal pianto della figlia. Andò da lei e la trovò sofferente di forti dolori addominali. Le stette accanto per consolarla, mentre il marito mi telefonò immediatamente perché pregassi con loro, per aiutarli a vedere – come fece Agar – che Dio si stava già prendendo pienamente cura delle necessità della figlia. Li rassicurai dicendo loro che Dio era la fonte di tutto, ed era tutto buono. Non vi era alcuna altra fonte che potesse creare qualcosa di cattivo. Ogni senso di discordanza deve cedere all’amore di Dio sempre presente e onnipotente. Chiesi inoltre al padre di aggiornarmi dopo un quarto d’ora, perché l’aspettativa era di un rapido ritorno alla normalità.

Ci rivolgemmo tutti a Dio con tutto il cuore per vedere le verità spirituali dell’Amore divino sostituire il senso fisico di dolore con il sincero conforto e ristabilire la naturale espressione di salute della bambina. Poco dopo i genitori mi richiamarono per confermare che il dolore era completamente scomparso e che la figlia si era tranquillamente riaddormentata. La mattina seguente si recò a scuola con la sua consueta esuberanza.

Nel mezzo della notte – o in qualsiasi altro momento abbiamo un improvviso problema – tramite la preghiera siamo in grado di riconoscere che Dio è presente, che si prende cura dei nostri preziosi bambini e che ne possiamo vedere prove concrete.

Ma come si fa a percepire quest’assistenza spirituale nel bel mezzo della caotica scena di una partita di calcio alle scuole superiori, con gli allenatori, gli insegnanti e una massa di genitori?  Questa è stata l’esperienza di un’altra mia amica, che quel giorno non poté essere presente alla partita. Suo figlio, il portiere, rimase a terra dopo un duro scontro di gioco, a causa del quale perse conoscenza. La mia amica prega quotidianamente per la sua famiglia, per rafforzare la sua fiducia in Dio quale unico vero genitore. Comprende di non poter sempre essere presente, mentre l’Amore divino è sempre con i figli e provvede ad ogni necessità che si dovesse presentare.

Quel giorno, alla partita, per caso erano presenti gli zii del ragazzo – l’unica volta nel corso degli anni in cui aveva giocato come portiere. Telefonarono alla madre per raccontarle l’accaduto, mentre il figlio riprendeva conoscenza e veniva portato fuori dal campo. Essendo l’incidente avvenuto in ambito scolastico e in mezzo a così tante persone preoccupate per le conseguenze, si decise di portare il ragazzo al pronto soccorso dell’ospedale locale. Mentre gli zii lo stavano ancora portando lì, la madre mi telefonò perché pregassi con loro per il figlio.

La Scienza Cristiana ci insegna a guardare al di là della prospettiva umana di una situazione per vedere la legge divina all’opera, legge che capovolge ogni apparenza di incidente o di interruzione della completezza spirituale. Scienza e Salute spiega: “Gli infortuni sono sconosciuti a Dio, o Mente immortale, e noi dobbiamo abbandonare la base mortale della credenza e unirci alla Mente una, allo scopo di sostituire alla nozione di caso fortuito il giusto senso della direzione infallibile di Dio, e mettere così in luce l’armonia” (pag. 424).

Entrambe applicammo queste idee alla specificità della situazione, lasciando che la preghiera neutralizzasse le paure umane e ristabilisse alla vista di tutti i fatti spirituali. All’ospedale furono effettuati diversi esami per verificare l’eventuale presenza di conseguenze negative dovute alla commozione cerebrale, ma non fu trovato nulla. Il ragazzo fu dimesso senza riserve, con l’autorizzazione a riprendere le sue attività il giorno seguente.

Quando riconosciamo Dio come l’unico vero Genitore per tutti, siamo in grado di ricoprire il nostro ruolo di genitori dei nostri figli e di quelli della comunità lasciandoci guidare dall’Amore divino. Allora, sapremo affrontare ogni situazione con ponderatezza, calma e saggezza, tramite la preghiera che ci apre le porte alle risorse spirituali che il nostro Padre-Madre elargisce senza limiti per il benessere, per la salute, per una vita piena di significato, di obiettivi e caratterizzata da eccellenza e successo.


Robin Hoagland è practitioner e insegnante della Scienza Cristiana a Hyannis, Massachussetts, USA; è inoltre membro del Consiglio per le Conferenze della Scienza Cristiana. Vive con il marito a Cape Cod.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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