Skip to main content Skip to search Skip to header Skip to footer

Catturata dall’Amore

Preghiere sotto San Valentino

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 11 febbraio 2014

Originariamente pubblicato sul numero del 14 febbraio 2011 del Christian Science Sentinel


Siamo vicini al giorno di San Valentino, il giorno dell’amore e degli innamorati, di cioccolatini, fiori e biglietti augurali. Quest’anno non so bene come lo passerò.

Alcuni anni fa mio marito è trapassato e mi mancava la sua compagnia. Mi chiedevo quando e come avrei ritrovato un rapporto di coppia.

Provai qualche sito di incontri online e ne uscì qualche appuntamento interessante che diedero inizio ad una o due relazioni divertenti. Uscii anche con compagni di scuola dei tempi delle superiori e dell’università. Nel frattempo, mi tenni piuttosto impegnata tra la famiglia e gli amici, che mi hanno sostenuto molto, il lavoro e la chiesa. Tuttavia, mi sentivo sola più spesso di quanto desideri ammettere.

Stavo però imparando che non bisogna aspettare un giorno speciale per esprimere amore o perché l’amore si manifesti verso di noi. Ogni giorno è il giorno dell’Amore e non importa chi siamo, dove siamo, quale sia la nostra età, quanto giovani siamo o in quale situazione ci troviamo. Dio riversa costantemente il Suo amore su tutti, ogni minuto di ogni giorno.

Mentre stavo facendo queste considerazioni, mi vennero in mente le parole dell’Innario della Scienza Cristiana che parlano di coloro che “durante la battaglia dichiarano vittoria” e di come “la loro fiducia nella Tua verità è la loro audacia” (Inno 204 di Lina Sandell Berg). Compresi con questo che potevo rivendicare la vittoria sulla solitudine o sul sentirmi priva dell’amore romantico. Sono grata che, al tempo in cui mio marito trapassò, il lavoro di preghiera che feci con l’aiuto di un practitioner della Scienza Cristiana fu talmente efficace che io semplicemente mi resi conto che il mio caro marito stava proseguendo nel suo cammino.

Da quel punto, col passare dei mesi mi avvicinai ad un caro amico. Passavamo piacevolissime ore insieme visitando luoghi ed iniziammo a condividere attività che non avevo mai avuto l’opportunità di fare prima. Credo che ci benedivamo a vicenda in molti modi. Questa amicizia durò qualche anno. Divenne ovvio che si stava sviluppando un sentimento profondo più da parte mia che non sua. Io mi ero veramente innamorata di lui. Poi, un giorno mi sentii dire: “C’è un’altra persona nella mia vita, ma possiamo rimanere amici” (e lo siamo ancora oggi).

Diversi amici erano sempre pronti ad aiutarmi durante quel periodo e tra il loro premuroso sostegno e le mie preghiere, ne venni fuori. Mi fu d’aiuto leggere molti meravigliosi articoli sul rapporto di coppia, tratti dai periodici della Scienza Cristiana e pregare per applicare le idee contenute nella Bibbia e negli scritti di Mary Baker Eddy. Ora, ripensandoci, capisco che pregavo partendo dal presupposto che mi mancassero tutte quelle qualità che pensavo un marito avrebbe portato nella mia vita – e capisco che non esisteva alcuna risposta alle mie richieste.

Presto conobbi un uomo molto gentile con un piacevolissimo senso dell’umorismo. Gentilezza ed umorismo sono due delle qualità che ritengo estremamente importanti. Per molti mesi ci scambiammo email e chiacchierammo al telefono quando non riuscivamo a vederci. Le volte in cui ci trovavamo furono piacevoli, la comunicazione era facile e ci sentivamo a nostro agio. Durante questo periodo provai veramente a mantenere l’idea che l’intera situazione era nelle mani di Dio, sapendo che, come disse Gesù, “…il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose” (Matteo 6:32). Poi, una sera, mentre stavamo chiacchierando al telefono, indovinate cosa successe? Di nuovo il ritornello: “ho incontrato un’altra persona, ma noi possiamo rimanere amici”.

Quell’uomo mi piaceva molto e credevo sinceramente che il nostro rapporto si stesse sviluppando. Nonostante ci fossero delle questioni da risolvere, avevo lasciato le mie domande nelle mani di Dio. Ma quando ricevetti quella telefonata, non mi sentii particolarmente felice della risposta “rimaniamo amici”. Di nuovo?

Durante la maggior parte di questo periodo, mentre pensavo alle molte qualità che mi sarebbe piaciuto trovare in un marito (compilai persino un elenco piuttosto lungo), lavorai anche continuamente con l’idea della presenza di equilibrio fra domanda e offerta. Spesso pregavo pensando al fatto che questa idea di equilibrio non era solo un pensiero gradevole da contemplare, piuttosto una legge divina.

Tuttavia, la lampadina finalmente si accese quando lessi qualcosa sulla preghiera in relazione a domanda e offerta: tutte quelle incredibili qualità riflesse di Dio sono già a mia piena e completa disposizione e non devo attendere che arrivi una persona a portarmele. E non solo le posseggo in abbondanza, esse stesse sono un’offerta per la domanda di qualcun altro – l’equilibrio perfetto. Come dice l’Apostolo Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi: ”Poiché questo non si fa per recar sollievo ad altri ed aggravio a voi, ma per principio di uguaglianza; nelle attuali circostanze, la vostra abbondanza serve a supplire al loro bisogno, onde la loro abbondanza supplisca altresì al bisogno vostro, affinché ci sia uguaglianza…” (8:13-14).

Pensai all’elenco di qualità che stavo cercando in una persona speciale: affabilità, gentilezza, sollecitudine, intelligenza, senso dell’umorismo, saggezza, generosità, percezione. Mentre l’elenco proseguiva ulteriormente, mi resi conto che queste erano qualità che io avevo tentato di esprimere maggiormente ogni giorno. C’ero arrivata. Avevo ricevuto il messaggio che in verità avevo tutto quello di cui sentivo di aver bisogno e che credevo di non avere.

Bene, pensai. Ho tutto. Ma che ne è di quell’abbraccio di cui ho bisogno o di qualcuno speciale che ti dica “ti amo”? O della mano di qualcuno da tenere quando stai passeggiando – il tocco umano. Non posso averlo anch’io?

Ma certo! Ecco cosa mi venne in mente: dovevo anche capire che era mio compito vedere “con insistenza” queste qualità umanamente espresse nella mia esperienza. La parola “insistenza” è tra le mie preferite – nel senso di essere pressante, che non accetta un rifiuto. Mary Baker Eddy scrive in The People’s Idea of God: “La preghiera silenziosa è un desiderio, fervente, insistente” (pag. 9). L’Amore divino esprime ciascuna di queste belle qualità attraverso ciascuna delle Sue idee. Egli non ama uno dei Suoi figli più di un altro né da’ ad uno e non all’altro.

Su questo argomento, ricordai quello che mi era capitato alcuni mesi addietro. Ero uscita per comperare dei fiori per il giardino. Superata una curva della strada, vidi un grosso segnale arancione che indicava “POSSIBILI RALLENTAMENTI”. Il mio primo pensiero fu “no”. Dopo tutto Dio ha sempre il controllo e non causa né permette rallentamenti di sorta. Il Suo bene è come un fiume che scorre incessantemente. Non stavo domandando a Dio di eliminare un rallentamento o di migliorare la situazione rispetto ad una situazione congestionata; piuttosto stavo dichiarando insistentemente quello che era vero da sempre. Io non devo aspettare il bene. Il piano di Dio per me è meraviglioso e sta trovando espressione proprio qui, proprio adesso.

Continuando a pregare su questa argomento, ogni giorno ricordo a me stessa l’affermazione di Gesù: “Non dite voi che ci sono ancora quattro mesi e poi vien la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate gli occhi e mirate le campagne come già son bianche da mietere” (Giovanni 4:35).

Alla fine, mentre stavo scrivendo questo articolo, mi venne in mente qualcosa che era accaduto la scorsa estate. Mi ero sporta ad osservare una farfallina notturna che sbatteva le ali vicino allo schermo del pc. Era rimasta intrappolata in una ragnatela. Riuscii a liberare la farfallina che volò via immediatamente. Feci un parallelismo tra me stessa e la farfallina. Mi ero forse lasciata intrappolare da una ragnatela di auto-compatimento, mancanza e solitudine? Potevo io, come quella farfallina, venir liberata così senza sforzo? Certamente sì, perché Dio è tutto ciò che ci circonda e noi non siamo né saremo mai intrappolati nella ragnatela della mente mortale di auto deprecazione e tristezza.

Così, mentre il giorno di San Valentino si avvicina, faccio lo sforzo di non farmi intrappolare in quella ragnatela aggrovigliata, di non farmi derubare della mia gioia.. Piuttosto, qualsiasi piano io abbia per il 14 di febbraio, festeggerò anche io il giorno dell’Amore e mi aspetterò la compagnia dell’Amore – e di essere accompagnata dall’Amore.


Judy Atwood vive a Glen Ellyn, Illinois. Lavora in una biblioteca per bambini.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

Scopri di più su l’Araldo e sulla sua missione.