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I diritti delle donne sostenuti dalla legge divina

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 7 marzo 2014

Originariamente tradotto dal numero speciale del 2001 del Christian Science Sentinel: "Donna - il suo innegabile valore"


La “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, rappresenta un passo da gigante per il progresso spirituale dell’umanità. Proclamò per la prima volta, a livello mondiale, i diritti fondamentali applicabili a tutti. La prima riga del preambolo sintetizza al meglio lo scopo della Dichiarazione “..il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”.

Gli articoli 1 e 2 della Dichiarazione approfondiscono ulteriormente il concetto di uguali diritti per tutti gli esseri umani. L’Articolo 1 dichiara: “tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

L’Articolo 2 afferma in parte: “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”. Questi “diritti e libertà” includono i diritti civili e legali (diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza) così come i diritti economici e sociali.

Nonostante la Dichiarazione menzioni espressamente “uguali diritti per uomini e donne”, la comunità internazionale ha riconosciuto molto presto la necessità di parlare specificatamente dei diritti delle donne. Perciò, nel dicembre 1952 le Nazioni Unite adottarono la “Convenzione sui Diritti Politici delle Donne” e nel dicembre 1979, adottarono la “Convenzione sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne”.

Questi standard sono ancora lontani dall’essere attuati in molti Paesi, anche se sono stati riconosciuti come obiettivi desiderabili dalla maggior parte delle Nazioni del mondo.

Nel dicembre 1999, 165 dei 188 Stati membri delle Nazioni Unite, hanno ratificato questo secondo accordo.

Il pensiero della famiglia delle nazioni rappresentato alle Nazioni Unite riflette in qualche modo la coscienza dell’umanità. Questo pensiero ha portato alla creazione di diverse entità nel sistema dell’ONU, inclusa la Commissione per lo Stato della Donna, designato specificamente a difendere i diritti delle donne. Conferenze mondiali sulle donne, con il coinvolgimento di governi e molte organizzazioni non governative hanno già avuto luogo quattro volte sotto gli auspici dell’ONU.

Mary Baker Eddy e i diritti delle donne

Poco meno di un secolo prima della fondazione delle Nazioni Unite, una pensatrice con una visione spirituale, Mary Baker Eddy, sollevò la questione dei diritti umani. Lei era consapevole del movimento dei diritti delle donne che si stava sviluppando negli Stati Uniti e lo sosteneva.

M.B. Eddy percepì i diritti umani come basati sulla legge divina. Nel suo lavoro principale, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, riferendosi a tutti i figli di Dio, scrisse: “Dio ha dotato l’uomo di diritti inalienabili, fra i quali vi sono l’autogoverno, la ragione e la coscienza. L’uomo è autogovernato in modo giusto soltanto quando è ben guidato e governato dal suo Creatore, Verità e Amore divini” (pag. 106:8)”. In altri suoi scritti, parlò specificatamente dei diritti delle donne. Ella comprendeva che i codici sociali e legali del suo tempo non erano all’altezza di garantire un trattamento equo tra uomini e donne e difendeva il diritto delle donne ad entrare in affari, possedere proprietà ed ottenere la custodia dei propri figli (vedere Scienza e Salute, pag. 63).

Le richieste di M.B. Eddy per una maggiore giustizia erano basate sulla scoperta che lei aveva compiuto pochi anni prima. Questa scoperta gettò nuova luce sulla natura di Dio e dell’uomo. Da sempre studiosa della Bibbia, essa era stata portata a percepire che Dio--il creatore di tutti—è Spirito e un Padre-Madre amorevole. Realizzò anche che donne e uomini, creati ad immagine e somiglianza di Dio, hanno un’individualità spirituale che riflette sia le qualità maschili che femminili della divinità (vedere Genesi 1:27). Scienza e Saluteafferma a pag. 332: “Padre-Madre è il nome per la Deità, nome che indica il Suo tenero legame con la Sua creazione spirituale”. La nuova comprensione di Mary Baker Eddy fondò una base logica della fratellanza dei figli di Dio ed anche della parità e uguaglianza tra donne e uomini.

Scienza e Salute include anche un riferimento preciso ai diritti delle donne nel Glossario, dove il fiume biblico Ghihon—uno dei quattro fiumi che scendono dall’allegorico Giardino di Eden—è descritto come “I diritti della donna riconosciuti moralmente, civilmente e socialmente” (pag. 587:4).

Il Glossario contiene anche le descrizioni degli altri tre fiumi che scorrono dal Giardino di Eden: il fiume Eufrate è caratterizzato come “La Scienza divina che abbraccia l’universo e l’uomo; la vera idea di Dio (pag. 585:18). Il fiume Tigri (Hiddekel) è descritto come “la Scienza Divina compresa e riconosciuta” (pag. 588:6) ed il Pishon è definito come “L’amore del bene e del bello, e la loro immortalità” (pag. 593:1).

Queste definizioni non corrispondono forse agli stati di coscienza spiritualizzati in grado di portare condizioni umane migliorate? M.B. Eddy lo aveva predetto scrivendo: “Discernendo l’opposto spirituale della materialità, cioè la via attraverso il Cristo, Verità, l’uomo riaprirà con la chiave della Scienza divina le porte del Paradiso che le credenze umane hanno chiuso…” (Scienza e Salute, pag. 171:4). E la definizione di “Ghihon” non indicherebbe forse che una delle condizioni per ottenere il Paradiso è il riconoscimento dei diritti delle donne?

La Scienza divina è ciò che il nostro Padre-Madre Dio conosce della Sua creazione. È ciò che la nostra vera individualità, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, conosce eternamente per riflesso. Questa individualità, essendo spirituale, è dotata di comprensione spirituale e avendo come risorsa tale comprensione, gli uomini e le donne avranno infine naturalmente la percezione del loro stato spirituale paritario in quanto idee complete di Dio.Questa comprensione li metterà in grado di vivere maggiormente la giustizia,la saggezza e l’armonia della creazione di Dio. Questa creazione spirituale è, in realtà, la terra natia che noi, figli di Dio, non abbiamo mai lasciato.


Traduttrice alle Nazioni Unite per circa trent’anni, Nadia Niedzielska ha lavorato a New York City e in diversi Paesi dell’ Europa e dellAfrica.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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