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Quando una persona cara ci lascia

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 11 febbraio 2014

Originariamente pubblicato sul numero di gennaio 1982 de The Christian Science Journal


L’Amore divino è onnipotente. Non esiste altro potere. Percepire questo potere quando siamo in preda a una profonda paura, disperazione o dolore significa realizzare non solo che Dio esiste, ma che la sua vera natura consiste nell’amare ognuno di noi, prendersi cura di noi, consolarci, guarirci.

Il Cristo, Verità, è ciò che accende nei nostri cuori la percezione della certezza che l’Amore divino è con noi. Il Cristo trasforma la più scura ora di disperazione nell’alba della consapevolezza rigenerata e spiritualizzata. Chiunque abbia vissuto un’esperienza del genere è realmente in grado di cantare con il Salmista: “Tu hai mutato il mio duolo in danza; hai sciolto il mio cilicio e m’hai cinto d’allegrezza” (Salmi 30:11).

Alcuni mesi fa è mancata una persona che mi è stata di grande aiuto nella crescente comprensione della Scienza Cristiana. La mia prima reazione fu di incredulità perché una persona così totalmente consacrata ad eseguire la volontà di Dio aveva potuto lasciarci senza aver terminato il lavoro. Mi sentivo come se fossi stato derubato di un’amicizia che significava per me più di quanto le parole possano esprimere. La vivevo come una perdita enorme anche per il mondo – la perdita di qualcuno che si era dato completamente e con efficacia al ministero guaritore della Scienza Cristiana.

Io stesso stavo attraversando un periodo difficile all’epoca e quando ricevetti la notizia della sua dipartita mi sentii come se fossi stato gettato in un pozzo. E di certo lo ero, perché non appena iniziai a pregare sinceramente il Padre alla ricerca di sollievo nella Sua parola, mi resi conto che stavo semplicemente provando pietà per me stesso. Chi ero io per affermare che il lavoro del mio amico era rimasto incompiuto? E sebbene fosse vero che non avrei più potuto vederlo e parlare con lui, avrei mai potuto perdere l’essenza del nostro rapporto – un legame spirituale forgiato nel desiderio reciproco di fare la volontà di Dio e di dimostrare la Sua Scienza?

Mi chiesi se la disperazione che provavo non fosse simile a ciò che provarono i discepoli dopo la crocefissione di Gesù Cristo. Anche loro soffrirono profondamente. Arrivarono persino a dubitare dei suoi insegnamenti. Poi, però, egli apparì loro dimostrando una volta per tutte che la Vita è Dio, mai nella materia o fatta di materia, completando così la sua opera con la dimostrazione della validità dei suoi insegnamenti.

Mentre riflettevo su questi racconti delle Scritture, un passaggio degli Scritti di Mary Baker Eddy assunse un significato più chiaro per me: “Il vero e cosciente essere di Gesù non lasciò mai il cielo per la terra. Dimorò per sempre in alto, anche quando i mortali credevano che fosse qui” (No e sì, pag. 36). Cominciai a comprendere che questo è vero per ciascuno dei figli di Dio – che il nostro vero essere ha sempre vissuto con il nostro Padre-Madre Dio e non è mai stato separato, nemmeno per un istante, dal Suo amore e dalla sua cura. Quello che sembra andarsene è un senso di uomo mortale e materiale, una percezione erronea.

Un’altra affermazione di Mary Baker Eddy mi divenne più chiara: "Il passaggio della nostra percezione di Vita da un livello inferiore ad uno nuovo e più elevato, anche se dovesse passare per la porta chiamata morte, risulta in una percezione di Vita più chiara e più vicina per coloro che hanno utilizzato il presente e sono pronti per la festa del raccolto." (Miscellaneous Writings, pagg. 84-85). Provai un caldo senso di pace e di conforto quando mi resi conto che non conoscevo nessuno che rientrasse meglio in questa descrizione del mio amico.

Tuttavia sentivo che mancava ancora qualcosa per completare la guarigione, e non trascorse molto tempo che compresi di cosa si trattava. Capii che se davvero ciò che avevo ricevuto dal mio amico aveva un valore per me, se tenevo davvero alla relazione che avevamo avuto, allora dovevo obbedire alla verità – obbedire a ciò che Gesù ci chiese e che Mary Baker Eddy ribadì: “Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre Vostro celeste”. “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”. “Sanate gl’infermi…” (Matteo 5:48; Marco 16:15; Matteo 10:8. Vedi anche Scienza e Salute, pag. 37).

Tutto ciò che realmente accade, è che Dio elargisce il bene alla Sua idea, l’uomo e l’universo. Poiché questa dichiarazione è la verità assoluta, ha potere. Ma il suo potere può essere dimostrato solo quando ne comprendiamo la verità e quando contestiamo ogni credenza che lo nega. Se gli insegnamenti del Maestro e di Mary Baker Eddy hanno un qualche valore per noi, sta a noi dimostrarli nella vita guarendo noi stessi e gli altri dalle false credenze della vita, dell’intelligenza e della sostanza nella materia.

Questa dimostrazione pratica del Cristianesimo è ciò che il Maestro richiese ai suoi discepoli, ed è quello che Mary Baker Eddy richiede a tutti gli Scientisti cristiani. Nella misura in cui siamo attivamente impegnati nel dimostrare i fatti spirituali, continueremo a mantenere l'essenza del nostro rapporto con i nostri collaboratori nella verità, anche se non sono più con noi. In questo modo dimostriamo l’affermazione di Mary Baker Eddy: "Dove Dio è, possiamo incontrarci; e dove Dio è, non possiamo separarci” (The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, p. 131).

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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