Skip to main content Skip to search Skip to header Skip to footer

“Come in cielo, così in terra”

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 5 giugno 2015

Originariamente pubblicato sul numero di giugno 2015 de The Christian Science Journal


Molti lettori riconosceranno nel titolo di questo articolo una parte dell’interpretazione spirituale di Mary Baker Eddy di un verso del Padre Nostro, la preghiera lasciata da Gesù Cristo ai suoi seguaci: “venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com'è fatta nel cielo” (Matteo 6:10). L’intera frase dell’interpretazione spirituale cita: “Concedici di sapere che—come in cielo, così in terra—Dio è onnipotente, supremo” (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 17). Scrivendo ulteriormente in merito a questa coincidenza umana e divina, dichiara: “Giovanni vide la coincidenza dell’umano col divino,  dimostrata nell’uomo Gesù, come la divinità che abbraccia l’umanità nella Vita e nella sua dimostrazione—rendendo accessibile alla percezione e alla comprensione umana la Vita che è Dio” (Scienza e Salute, pag.561). Questa coincidenza non è un caso fortuito; non accade solo raramente o per caso. È l’Amore divino che arriva al pensiero umano ed abbraccia noi e i nostri cari; è inevitabile ed è l’essenza della guarigione così come compresa nella Scienza Cristiana.

Cristo Gesù faceva la volontà di Dio: egli comprendeva questa inevitabile coincidenza dell’esperienza umana con il divinamente reale. Egli comprendeva, come noi tutti dovremmo, che malattia e discordia di qualsiasi tipo costituiscono un falso senso delle cose—un tipo di oscurità mentale che necessita di luce. Così, la guarigione nella Scienza Cristiana—nonostante porti con sé la cura fisica necessaria—di fatto non guarisce la materia malata né migliora circostanze travagliate. Semplicemente rivela alla consapevolezza l’unico bene reale.

Nel suo libro Retrospezione e Introspezione, descrivendo il suo stesso “emergere nella luce”, Mary Baker Eddy riassume: “L’essere era bello, la sua sostanza, la sua causa e le sue correnti erano Dio e la Sua idea” (pag. 23). Questa “sostanza”, questa chiarezza di visione spirituale è ciò per cui gli scientisti cristiani si danno da fare. E sì, l’evidenza potrebbe talvolta argomentare in favore di scoraggiamento e disperazione quando si toccano alcune situazioni personali difficili. Ma dobbiamo tutti imparare a proseguire con ciò che comprendiamo attraverso il senso spirituale—e non con quello che i sensi materiali ci presentano.

Proprio come sappiamo che la Terra non è piatta, possiamo anche riconoscere che la testimonianza dei sensi fisici in merito alla natura della vita è falsa e fuorviante. Anche quelli che appaiono come malanni di lunga data o inabilità, non hanno mai intaccato la realtà spirituale dell’essere—non più di quanto un errore in matematica modifica la soluzione esatta, il fatto.

Nulla, assolutamente nulla può derubare l’immagine di Dio dell’essenziale bontà conferita divinamente a ciascuno di noi.

Mary Baker Eddy scrive: “La storia umana ha bisogno di essere riveduta, e la narrazione materiale cancellata” (Retrospezione ed Introspezione, pag. 22), e conclude: “Può essere che la battaglia mortale della vita sia ancora in corso e debba continuare fino a che gli errori in essa coinvolti siano vinti dalla Scienza apportatrice di vittoria; ma questo trionfo verrà!”. Ogni esperienza di guarigione è una conferma di questo fatto. Rimprovera la credenza umana nell’eredità, nei modelli di pensiero profondamente radicati o nel senso cristallizzato di limitazione o di incapacità. Elimina la paura e ci conferisce l’intuizione di un concetto dell’essere totalmente diverso. Ogni forma di discordia, ogni credenza di disabilità o mancanza, ogni senso di limitazione o fallimento, devono lasciare la via alla verità dell’essere.

La mia migliore dimostrazione  di questo fatto accadde molti anni fa. Avevamo una vita familiare felice ed attiva e a un certo punto, quando i nostri figli erano ancora piccoli, costruimmo casa in una località di villeggiatura e per molti anni passammo le nostre vacanze impegnati negli sport estivi ed invernali. Ma ci fu un grave lato negativo in questa esperienza. Solo molti anni più tardi, quando mio figlio era già in età adulta, apprendemmo che quando era bambino era stato molestato da due giovani uomini che abitavano nelle vicinanze. Non c’è bisogno di dire che quando apprendemmo questa notizia, avvertii un forte senso di tradimento: dovetti pregare seriamente per essere guidata correttamente. A quel punto mi resi conto che le conseguenze degli abusi sessuali erano proseguite per molti anni: nonostante una capacità intellettiva eccezionale, mio figlio aveva lasciato la scuola quando era alle superiori, aveva sofferto per il fallimento di un matrimonio e aveva sviluppato una tossicodipendenza.  Al momento di questa scoperta molti anni dopo, l’alienazione era ancora evidente.

Mentre pregavo sinceramente per questi fatti, divenne evidente per me che la nostra identità spirituale non può mai andare perduta. Ma forse la realizzazione più difficile di tutte era la necessità di vedere nella stessa luce spirituale sia l’abusato—il mio benamato figlio—sia le persone che avevano abusato di lui. Quando arrivava la disperazione, continuavo a ritornare alla verità che conoscevo: che poiché “come in cielo, così in terra” è una legge spirituale, un tale abuso non può mai intaccare o alterare la vera natura e carattere dell’idea di Dio, che si tratti della vittima o del persecutore.

Ad un certo punto un singolo pensiero mi aiutò a liberarmi dall’angoscia che sentivo.  Era una semplice domanda: “Credi veramente che niente può annullare lo scopo di Dio per il Suo figliolo?”. La risposta doveva essere “no”. Dovevo riconoscere che l’innocenza non può andare perduta indipendentemente dalla situazione apparente che si manifesta. Dovevo riconoscere che “il cielo”—il governo di Dio—non poteva venire buttato all’aria.

Con immensa e profonda gratitudine posso affermare che la guarigione è arrivata. Mio figlio è ora un padre di famiglia, sta completando i suoi studi universitari con un dottorato ed è attivamente impegnato nella terapia per coloro che hanno sofferto di abusi.

Dovrebbero queste discordie essere coperte con un velo di armonia? Sicuramente no. Racconto questa esperienza per incoraggiare altri che siano passati attraverso simili prove ardenti per dare assicurazione che nemmeno “l’odore di bruciato” deve rimanere. L’uomo non ha alcuna maledizione e niente—proprio niente—può derubare l’immagine di Dio della bontà essenziale, dello stato spirituale e del dominio che sono divinamente conferiti ad ognuno di noi.

Questo stato spirituale non è esclusivo di alcuni e negato ad altri—né può essere confiscato da ignoranza o da peccato. La trasformazione del pensiero che implica il pentimento è l’essenza ultima della guarigione nella Scienza Cristiana: è un cambiamento totale del nostro punto di vista—la trasformazione del nostro pensiero. Senza dubbio, le ingiustizie perpetrate sugli altri tentano di porsi come sbarramento nell’avanzamento spirituale, ma la meravigliosa verità è che “ciò che è temporale e irreale non tocca mai ciò che è eterno e reale” (Scienza e Salute, pag. 300). Mary Baker Eddy definisce il Regno dei Cieli come “il regno dell’armonia nella Scienza divina…” (Scienza e Salute, pag. 590). Questo Cielo dentro di noi non può andare perduto o essere portato via. Qualsiasi crudele circostanza, qualsiasi paura umana sbagliata, qualsiasi credenza umana errata deve lasciar spazio, attraverso la preghiera e la dimostrazione scientifica, ai fatti spirituali dell’essere. La verità deve esser vista alla fine come vera in terra, così come in cielo.

Sicuramente possiamo rallegrarci in questo fatto.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

Scopri di più su l’Araldo e sulla sua missione.