Skip to main content Skip to search Skip to header Skip to footer

Aspettativa di vita

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 22 giugno 2016

Originariamente pubblicato sul numero di luglio 1995 de The Christian Science Journal


Cosa possiamo aspettarci dalla vita? Quanto sarà lunga e quanto buona? La sua lunghezza e la sua qualità sono determinate dai geni e dalle medie statistiche? Un dizionario definisce l’aspettativa di vita come “la lunghezza statisticamente probabile del tempo che ci si aspetta viva un individuo tipico”.  Queste statistiche sono il risultato di proiezioni matematiche e medie basate sull’anno di nascita, sul genere, ecc. di una persona.

Tuttavia, attraverso il senso spirituale, sappiamo che Dio è Vita – la nostra Vita – e che in quanto uomini, la Sua espressione, siamo completi, liberi, senza limiti, spirituali. Questa è la nostra vera identità, la nostra sola identità.

Tuttavia potreste obiettare che si tratta di un concetto completamente spirituale. E’ ragionevole aspettarsi che la nostra vita, qui e ora, possa esprimere un tale concetto, possa cioè svolgersi e svilupparsi senza limiti e senza declino? Certamente sì, ma è necessario che impariamo a conoscere meglio Dio quale nostra Vita e a mettere in pratica ciò che comprendiamo in modo da aspettarci e vedere realmente realizzato un progresso costante. Gesù Cristo disse: “E questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (Giov. 17: 3).

Nelle pagine 244-249 di Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, di Mary Baker Eddy, l’autrice si sofferma sul tema dell’età e dell’invecchiamento. Essa ci ricorda la necessità di distogliere il pensiero dal modello mortale di imperfezione e di mantenere costantemente lo sguardo sul vero modello di perfezione spirituale, di bontà, di salute, di amore, e così via, se vogliamo vivere sempre più la nobiltà e il progresso che ci sono naturali. Se basiamo il pensiero sul fatto che la nostra esistenza è armoniosa perché siamo la creazione di Dio, completamente spirituale e senza inizio né fine, possiamo attenderci che le nostre abilità e capacità continuino a svilupparsi progressivamente - affinate, ampliate, ravvivate – perché stiamo venendo a conoscere la nostra relazione con la loro fonte inesauribile: Dio, Spirito.

Mia madre, una devota Scientista Cristiana, ad un certo punto smise di festeggiare i compleanni, sia suoi sia dei suoi figli. Pensava fosse un modo di impedire di pensare a noi come a dei mortali che invecchiano. Io e mio marito comprendemmo la sua decisione e fummo d’accordo con lei, ma altri famigliari pensavano che non fosse gentile per una madre non tener conto dei compleanni dei propri figli. Così, per mantenere la pace, mia madre cominciò ad inviare annualmente ad ognuno di noi delle cartoline di auguri con una sua amorevole frase.

Non so cosa scrivesse agli altri, ma a me scriveva ogni anno questa frase tratta da Scienza e Salute: “Ogni anno che passa svolge saggezza, bellezza e santità” (Pag. 246:26).

Accettai questo concetto alla lettera e con tutto il cuore. Cominciai, e continuo tutt’ora, ad aspettarmi uno sviluppo e un miglioramento della vita costanti, con una crescente saggezza ed intuizioni sempre più profonde nella mia espressione della bellezza dell’Amore e nella consapevolezza spiritualizzata.

Considero questa semplice citazione la mia dichiarazione di aspettativa di vita. Inoltre mi sono chiesta la motivazione per cui dovrei essere meno capace solo perché la terra ha fatto uno o dieci ulteriori giri intorno al sole. Perché dovrei (o chiunque altro dovrebbe) essere meno forte, coerente o produttiva a causa di questo orbitare intorno al sole? Un gioco di parole nella definizione di anno contenuta in Scienza e Salute mi ha fatto riflettere su questo concetto. Qui, il termine “anno solare” è contrapposto alla definizione di “anni colmi di Anima”. Mary Baker Eddy scrive: “Il tempo è un pensiero mortale, che viene suddiviso in anni solari. L’eternità è l’unità di misura usata da Dio per gli anni colmi di Anima” (Scienza e Salute, pagg. 598-599). Una riflessione su questi termini mi ha portato a comprendere che gli anni solari (cioè il passare del tempo) non determinano le mie condizioni. L’unità di misura del mio valore consiste degli anni, dei giorni e delle attività colmi di Anima.

Il libro di Isaia avverte che anche i giovani si stancheranno, ma coloro che “sperano nell’Eterno… s’alzano a volo come aquile; corrono e non si stancano, camminano e non s’affaticano” (Isaia 40:31). Perché non s’affaticano? Sperare nell’Eterno nel senso più profondo significa riconoscerLo come la fonte di tutto ciò che abbiamo e siamo – la nostra forza, intelligenza, integrità, gioia e salute – e comprendere che siccome questa fonte divina non conosce limiti o restrizioni, nemmeno Suo figlio, l’uomo, li conosce.

Leggendo le sei pagine di Scienza e Salute citate in precedenza ho sottolineato i termini che mi indirizzavano a guardare continuamente alla natura sempre presente e illimitata della Vita – termini come freschezza, equità, risplendente, eterno, bellezza, continuità, vigore, promessa, glorie imperiture.

In una lettera indirizzata ad una chiesa della Scienza Cristiana di Chicago, quando aveva superato i settan’anni, Mary Baker Eddy scrisse che se avesse vissuto fino a ottant’anni, sarebbe stata “ancora più giovane e più vicina all’eterno meridiano che non ora, perché la vera conoscenza e prova della vita sta nel liberarsi delle limitazioni e accogliere le possibilità e la permanenza della Vita” (The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, pag. 177). Mary Baker Eddy si aspettava di continuare a migliorare, liberandosi delle limitazioni e diventando sempre più produttiva. Ed è proprio ciò che fece! Scrisse anche: “La saggezza aggiunta dall’età e le esperienze costituiscono forza, non debolezza, e dovremmo comprenderlo, aspettarcelo e sapere che è così; allora apparirebbe” (We Knew Mary Baker Eddy (Boston: The Christian Science Publishing Society, 1979), pag. 146).

La Vita che è Dio è eterna; è sempre fresca e nuova, sostenuta da un’energia che la rende vitale. Non è soggetta a decadimento né a deperimento. Capire questo fatto ci mette in grado di vivere con più gioia, maggiori aspettative, vitalità e fiducia. La nostra unica e sola identità è veramente spirituale, senza età, perfetta, inesauribile. Riconoscendo che Dio è la nostra Vita, possiamo accettare la verità che la nostra reale individualità è il riflesso della Vita divina, che esprime eternamente purezza e perfezione. Ribellandoci all’idea di dover misurare la vita in base agli anni solari, possiamo fiduciosamente aspettarci arricchimento e sviluppo in ogni modo possibile. Questa è reale “aspettativa di vita”.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

Scopri di più su l’Araldo e sulla sua missione.