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Confida nella guarigione

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 15 aprile 2016

Originariamente pubblicato il 18 ottobre 2012 nel blog Living Christian Science Today su sentinel.christianscience.com.


Talvolta quando stiamo lavorando e pregando per superare un problema, potremmo sentirci frustrati o persino spaventati se non otteniamo subito la guarigione desiderata. In questi momenti è importantissimo continuare a lavorare, continuare a pregare ed avere fiducia che le nostre preghiere sono efficaci. Non importa quanto desolato appaia il quadro umano se sappiamo che la legge di Dio è operativa e sta lavorando attivamente per benedirci.

Compresi questo concetto in modo molto chiaro e inaspettato lo scorso autunno quando presi una giornata di lezione di pittura ad olio. Essendo io neofita, la mia insegnante mi insegnò pazientemente prima ad abbozzare uno schizzo a carboncino, per tratteggiare le forme base del mio soggetto.  Poi, dopo aver imparato cosa fosse la ruota dei colori, mi insegnò il passo successivo, ovvero come determinare le intensità di luci ed ombre, realizzandole nel disegno usando una combinazione di bianco e blu marino, in modo da riportare correttamente. Quando il procedimento fu completato continuammo con i colori per completare il quadro. Sotto la tutela della mia insegnante, fui in grado di portare a termine un paesaggio marino sufficientemente decente quel giorno.

Quando arrivai a casa, cercai subito delle vecchie foto che avevo fatto durante una gita lungo la vecchia via Tokaido in Giappone (oggi una bella strada attraverso colline e boschi) e scelsi la foto migliore che avevo fatto di una delle piccole cittadine sedi di uffici postali ancora in piedi dall’epoca in cui furono costruite. Mostrava una graziosa strada in discesa, ombreggiata, con montagne all’orizzonte e fiancheggiata da vecchi edifici tradizionali, con una coppia a passeggio. La donna teneva in mano un ombrello giapponese rosso per ripararsi dal sole. Decisi di provare le mie nuove abilità pittoriche usando quella fotografia come soggetto.

Preparai cavalletto, pennelli e attrezzatura ed iniziai seguendo il metodo che mi era stato insegnato: eseguire uno schizzo a carboncino delle forme in generale e quindi determinare le intensità della luce e colorarle con le mie combinazioni di bianco e blu marino.

Dopo un po’ di tempo di lavoro e concentrazione, mi fermai per un attimo a guardare il mio lavoro. Realizzai così che il mio dipinto sembrava un gran pasticcio!

Avevo avuto grandi visioni di me stessa come una grande artista e invece c’era solo questo conglomerato di  macchie informi di colore davanti a me. Dovetti ridere di me stessa e nonostante apparisse tremendo, decisi di continuare con il lavoro seguendo il procedimento. Pensai sarebbe stata una buona occasione di apprendimento.

Una volta terminata la riproduzione di luci e ombre, decisi di fermarmi per la giornata con l’intenzione di continuare il giorno seguente. Pulii i pennelli, mi alzai, feci un passo indietro ed accesi delle luci del soggiorno perché era quasi sera.

Quando mi girai e tornai a guardare il dipinto, non potevo credere ai  miei occhi! La graziosa stradina, gli alberi, le montagne, le case e la donna con l’ombrello – tutto era lì, ben definito nel mio dipinto! Prima era sembrato un pasticcio perché ero seduta troppo vicina al dipinto per vedere l’intera scena.

Allora ricordai che la mia insegnante durante la giornata aveva detto che il dipinto può non sembrare giusto all’inizio, ma che dovevo avere fiducia nel metodo. Era stata una giornata così piena che avevo dimenticato le sue parole fino a quando non mi trovai nella situazione di cui aveva parlato.

Questa esperienza mi ha insegnato un’importante lezione di pazienza, diligenza e soprattutto ad avere fiducia nel metodo invece di limitarmi a ciò che mi appare davanti agli occhi! (Non rinunciai né gettai il dipinto e neanche provai a rifarlo secondo il punto di vista umano, ma continuai con il procedimento che mi era stato insegnato). Nella guarigione nella Scienza Cristiana, alcune volte un problema sembra troppo vicino e personale per noi. In questi momenti, non dobbiamo preoccuparci dell’immagine non-proprio-bella che appare ai nostri occhi, ma dobbiamo aver fiducia che la guarigione può e deve apparire quando lasciamo andare la fotografia materiale e riempiamo di colore le intensità della luce divina spirituale e della comprensione di Dio e dell’uomo.

Quindi, dopo che abbiamo compiuto il nostro lavoro con persistenza e fiducia, possiamo allontanarci ed ammirare il disegno bello e perfetto di Dio.

Judy Woodson, Palm Desert, California

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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