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Periodo natalizio o Natale perenne?

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 21 dicembre 2016

Originariamente pubblicato sul numero di dicembre 2015 de The Christian Science Journal


Che trasformazione avviene praticamente in ogni aspetto della vita di ciascuno durante questo periodo speciale dell’anno: il Natale. Le famiglie si riuniscono, si organizzano feste e vacanze e mentre il commercio ordinario si prende una pausa, gli acquisti, le spese e i prestiti si velocizzano fino a rasentare la frenesia.

Per alcuni il periodo natalizio è arrivato ad assumere connotazioni generiche, senza parte, semi-religiose e addirittura laiche. È vero che i pensieri di molte persone si rivolgono con reverenza a quell’evento profetizzato che avvenne due mila anni fa: la nascita vergine del bambino Gesù, chiamato il “Figliuol dell'Altissimo” (Luca 1:32) o il Cristo, che “salverà il suo popolo dai loro peccati” (Matteo 1:21). Poi, subito dopo la fine delle vacanze di Natale, l’interruzione delle consuetudini quotidiane termina e per la maggioranza la vita riprende la cadenza normale per un altro anno.

Ma per il cuore perspicace, Natale non è solamente un “periodo” di commemorazione: è una presa di consapevolezza senza tempo, perpetua; è un’esperienza stimolante, rassicurante, purificante, unificante, educativa, che porta salvezza. E’ vero che si commemora la nascita dell’immacolato Gesù, ma ciò che la sua nascita vergine illustra, la legge della creazione che essa dimostra, racchiude una promessa per tutti noi: essa annuncia la grande verità che Dio è, in realtà, nostro Padre, il Padre di tutti noi. Giovanni spiega che “a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio” (Giovanni 1:12).

La nascita immacolata dichiara che tutti, in proporzione alla propria comprensione, possono dimostrare il vero essere, l’uomo e la donna spirituali creati da Dio. Gesù venne a dimostrare che lo Spirito e l’essere spirituale sono l’unica vita e l’unico essere. Per rendere l’evento apprezzabile e comprensibile alla coscienza umana, Cristo Gesù apparve sulla terra attraverso il senso umano di nascita, con una madre umana. Percorse tutti i passi umani della nascita biologica, eccetto che nessun essere umano era mai venuto al mondo allo stesso modo, né mai più accadrà: Dio era il suo unico Padre in cielo ed in terra.

L’origine spirituale del Gesù umano trasmette non solo il glorioso messaggio natalizio che Dio è in realtà l’unico creatore degli uomini e delle donne: esso dichiara anche che il concepimento sessuale, la nascita nella materia, le connessioni ancestrali, l’ereditarietà, il trasferimento umano di tratti  fisici e caratteriali, lo sviluppo precoce e i condizionamenti e le esperienze familiari non hanno base sulla terra tanto quanto non hanno base nel cielo. Dimostriamo che essi sono privi del potere di condizionarci quando accettiamo Dio quale il nostro vero ed unico Padre-Madre e ci rifiutiamo di accettare la credenza nella storia mortale. Possiamo pregare con il nostro Maestro: “Padre nostro che sei nei cieli.. sia fatta la tua volontà anche in terra com'è fatta nel cielo” (Matteo 6:9,10).

Gesù una volta chiese: “Chi è mia madre? e chi sono i miei fratelli?” E aggiunse: “Chiunque avrà fatta la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre” (Marco 3:33,35). Egli venne in Terra, mandato dal Padre attraverso il potere dello Spirito Santo, la legge dell’Amore, per eseguire la Sua volontà.

Il nostro Maestro, pienamente consapevole della propria origine divina, comprese che la sua identità era il Cristo, non materiale, ma spirituale ed egli sapeva di essere l’idea spirituale completa, una manifestazione individuale all’interno della Mente divina onnisciente, cioè Dio. Egli descrive questo rapporto affermando: “Io ed il Padre siamo uno” (Giovanni 10:30). La sua missione fu di dimostrare che siamo tutti individualmente uniti alla stessa fonte divina tramite la legge spirituale ed egli insegnò e dimostrò la presenza costante e l’attività del Cristo, l’idea divina del bene, non la temporanea, periodica speranza di condividere la bontà umana.

L’Apostolo Paolo disse: “per noi c'è un Dio solo, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi in lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale siam noi” (I Corinzi 8:6, secondo la versione King James). Ma cosa significa questo per noi, individualmente e collettivamente?

Gli insegnamenti e l’esempio di Gesù tracciano la via per spiritualizzare il pensiero e quindi per rinnovare la nostra vita: il lavoro di tutta la sua vita, conosciuto come “la via”, apre una visuale illimitata per noi tutti e chiede a ciascuno di rispondere alla chiamata biblica universale a guarire i malati, resuscitare i morti (figurativamente e letteralmente), scacciare pensieri ed impulsi malvagi, predicare e vivere il vangelo che dichiara: “Gloria a Dio ne' luoghi altissimi, pace in terra fra gli uomini…” (Luca 2:14) e raggiungere infine la dimostrazione della vita in Dio, Vita immortale ed Amore.

Il “Natale” arrivò per me (o per meglio dire, “mi trovò”) in un assolato giorno estivo di molti anni fa mentre scalavo alcune rocce lungo un litorale frastagliato del New England: stavo pensando a Dio, non in modo specifico, giusto avvertendo quanto amore provassi per Lui/Lei! E la voce della Verità divina, che da allora ho imparato a riconoscere come il Cristo, il messaggio divino proveniente da Dio, arrivò chiaramente al mio pensiero, con forza ed allo stesso tempo con delicatezza. Mi parlò di me stesso e del percorso che stavo per intraprendere. Mi diede il senso di quale fosse la mia vera origine ed il mio vero essere, al di sopra ed al di là di ciò che i sensi materiali descrivevano in termini materiali, biologici, psicologici o fisiologici. Per un attimo percepii una sensazione reale della mia unità con il Padre-Madre Dio.

Fu chiaramente un Natale a luglio, qualcosa che non ho mai più dimenticato. Non aveva niente a che vedere con il paesaggio, il tempo o con alcun sentimento o emozione personale. Avvertii il Cristo venire da me e, come espresso nelle parole  di una poesia di Mary Baker Eddy, “parlarmi divinamente, con tenerezza” (Poems [Poesie], pag. 12). Quel “Natale di luglio”, quella visione della mia vera origine e destino, non mi ha più lasciato per decenni, mi ha dato coraggio nei momenti difficili e mi ha ispirato quando una resistenza bloccava i miei passi.  Mi ha dato conforto e portato guarigione.

Una volta, il giorno prima di un’importante attività pubblica cui ero atteso, la mia auto fu colpita da un’altra che non aveva rispettato le “regole della strada”. L’incidente mi causò gravi danni alle costole e mi era difficile muovermi liberamente e camminare, ma riuscii comunque a ritornare alla stanza dove ero alloggiato. Come avrei potuto rispettare l’impegno preso che mi richiedeva un’importante apparizione in pubblico proprio il giorno successivo? Passai la notte in preghiera.

Nel libro di testo della Scienza Cristiana, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, nel paragrafo intitolato “Rimedio contro gli incidenti” l’autrice, Mary Baker Eddy, scrive: “Quando accade un incidente, voi pensate o esclamate: «mi sono fatto male!». Il vostro pensiero è più potente delle vostre parole, più potente dell’incidente stesso, per dare realtà alla lesione”.

“Fate ora il contrario. Dichiarate che non siete leso e comprendetene il perché, e vedrete che i buoni effetti che ne seguiranno saranno esattamente in proporzione alla vostra incredulità nella fisica e alla vostra fedeltà alla metafisica divina - alla fiducia in Dio in quanto Tutto, come le Scritture dichiarano che Egli è” (pag. 397).

Divenne chiaro per me che dovevo comprendere la ragione per cui non potevo essere ferito. Riuscivo a capire gli effetti negativi di credere che 2 + 2 = 6 sarebbero stati velocemente superati individuando l’errore e correggendolo con il fatto matematico. In questa situazione, dovevo sentire e comprendere il messaggio del Natale senza tempo del Cristo,  ovvero che l’uomo reale ed il suo rapporto con Dio sono mantenuti perfetti dallo Spirito Santo, la legge di Dio. La pratica della Scienza Cristiana mi ha dimostrato negli anni che nella misura in cui riuscivo a comprendere questo messaggio, lo vedevo realizzato nella mia vita quotidiana.

La stessa voce della Verità che avevo sentito molto tempo prima, l’eterno messaggio del Natale che è sempre disponibile a guarire, confortare e salvare, mi tirò fuori da dolore, dalle ferite e dallo shock e riuscii a portare a termine i miei impegni . Fui in grado di muovermi liberamente, di pensare con chiarezza e di parlare con intelligenza. Quella ricorrente “marea natalizia” è stato il regalo più prezioso che mi sia mai arrivato e che sono mai stato in grado di condividere con gli altri in ogni stagione dell’anno.

Ripensando a tutte le molte guarigioni che ho avuto negli anni, ho capito che Dio, Mente divina, non conosce incidenti, malattia o errori perché la Mente divina che tutto-conosce non potrebbe conoscere ciò che non ha compiuto, ed ha invece  creato salute, armonia,  ordine, legge, libertà e normalità perché la Mente divina conosce se stessa, tutte le idee giuste e tutta la vera individualità. Per Dio non conoscere o non essere conosciuto e per la Scienza divina, lo Spirito Santo, la legge di Dio, non essere resa manifesta, non venire espressa, non essere vista “in terra come in cielo”, sarebbe per la legge divina non avere alcun effetto, per la Mente non avere alcuna manifestazione o per il Cristo non avere alcun Gesù.

Il Natale torna ogni giorno nella mia consapevolezza, quando capisco meglio la natura di Dio, il mio caro Padre-Madre, e quella del Cristo, la cara progenie della Mente divina nonché la mia vera identità come amato figlio di Dio.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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