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Qual è il tuo incarico?

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 26 ottobre 2016

Originariamente pubblicato sul Web dal Christian Science Sentinel il 14 ottobre 2013


Talvolta non è facile essere una mamma o un papà, un dipendente, un capo, un insegnante o uno studente. Spesso dobbiamo prendere decisioni difficili per portare a termine i compiti che ci siamo presi o che ci sono stati assegnati. Pensando ai diversi ruoli che ognuno di noi ricopre, sono stata spesso attirata dal concetto di “ufficio”, non nel senso di ufficio con una scrivania ed un computer, ma di ufficio come definito dal dizionario: “dovere o funzione assegnati o assunti da qualcuno” (Dizionario American Heritage).

Mary Baker Eddy descrive il compito del portiere in Scienza e Salute con Chiave delle Scritture affermando che consiste nello stare “di guardia alla porta del pensiero” (pag. 392:31). Prosegue chiedendo al lettore di eseguire il suo compito di guardiano e sbarrare “la porta a … pensieri e … paure malsane” (pag. 392:37). Attribuisce anche diversi compiti a Dio: “Vita, Verità e Amore rappresentano una trinità nell’unità, tre in uno, - uguali in essenza, benché multiformi nella loro funzione: Dio, il Padre-Madre; Cristo, l’idea spirituale di filialità; la Scienza divina o il Santo Consolatore” (pag. 331:31).

Nonostante la Bibbia non usi il termine “ufficio”, di sicuro presenta molti riferimenti alle funzioni o ai doveri di chi assume un incarico. Mosè era un leader che guidò i figli di Israele fuori dall’Egitto. Davide era stato elevato alla posizione di re. Maria divenne la madre di Gesù. Gesù fu incaricato da Dio di rivelare il Cristo, predicando l’evangelo, guarendo i malati e resuscitando i morti. Ognuna di queste persone dimostrò che affidandosi a Dio ed esprimendo le qualità legate alle proprie funzioni, si ha successo nei propri sforzi.

Anche nella mia vita, seppur in modo più umile, mi sono stati affidati vari compiti, tra i quali quello di dipendente, locataria, vicina, insegnante, madre, membro della chiesa e così via. Quando pregai per essere in grado di svolgere ciascun ruolo specifico, capii di essere sostenuta dalle qualità insite in quella funzione nel mio lavoro e nel momento di prendere delle decisioni.  Per esempio, come insegnante alcune volte dovetti di prendere decisioni che non erano facili – ma imparai negli anni che il mio ruolo non era di guadagnare l’approvazione degli studenti o di imporre la mia autorità, ma di esprimere il mio ruolo di insegnante. Ai ragazzi era richiesto di ricoprire il loro ruolo di studenti, osservando, scoprendo, studiando e seguendo attentamente gli insegnamenti.

Alcuni anni addietro, feci la supplente alle superiori in una classe di studenti che erano stati etichettati ad apprendimento lento e, in una certa misura, con disordini comportamentali. Era un piccolo gruppo di studenti e, per lo più, erano ragazzini cooperativi. Ma un giorno, dopo che l’ora era iniziata, un ragazzino entrò in ritardo. La segreteria mi aveva avvertito che bisognava richiedere un pass per ammettere in classe uno studente ritardatario. Questo studente era un ragazzo robusto, notevolmente più alto di me. Quando gli chiesi il pass, mi rispose “non ce l’ho”. Gli chiesi di andare in segreteria a prenderne uno, ma egli rifiutò. L’intera classe ammutolì ed io pure.

Da Scientista Cristiana ho imparato che la creazione di Dio, che include ogni uomo e ogni donna, è buona (vedere Genesi 1:31). Da insegnante dovevo aspettarmi il bene dai miei studenti e che rispondessero positivamente agli insegnamenti. Sapevo che questo ragazzo aveva il dovere in quanto studente di ubbidire alle direttive della scuola e glielo dissi, sapendo che era naturale che lui volesse essere buono.

Tuttavia la classe rise al mio utilizzo della parola ubbidiente. “Questo è quello che ci si aspetta dai cani” disse uno studente. Io feci notare che essere ubbidienti si applicava anche a loro come studenti. Dovevano ubbidire alle regole della scuola come io dovevo far sì che venissero rispettate. La classe fece silenzio ed il ragazzo lasciò l’aula ubbidientemente rientrando dopo pochi minuti con il pass.

Le cose procedettero bene per la rimanente parte della lezione, ma verso il termine un altro ragazzino si alzò annunciando che se ne stava andando, aggiungendo che spesso se ne andava prima. Non avevo avuto indicazioni dall’insegnante che stavo sostituendo su qualcuno che dovesse lasciare la classe in anticipo per cui gli chiesi di aspettare fino al suono della campanella. Si alzò e si avviò verso la porta dell’aula.

Pensai nuovamente al concetto di ufficio. Avrei potuto lasciarlo uscire pochi minuti prima del tempo: che differenza avrebbe fatto? Ma avvertii che c’era una lezione da imparare sia per lo studente sia per l’insegnante. Dovevo mantenere il mio ruolo di insegnante ed aspettarmi che lo studente rimanesse in classe secondo le regole della scuola. Come studente, doveva rispettare tali regole e le istruzioni dell’insegnante. Non era un modo di imporre la mia volontà alla sua, ma di riconoscere che ciascuno stava svolgendo il proprio ruolo.

Sentivo che stava rispondendo a questi pensieri anche se continuava ad avvicinarsi alla porta. C’era ancora qualche minuto prima che suonasse la campanella. Aprì la porta ma si appoggiò allo stipite dicendo che stava andandosene. Ripetei semplicemente che mi attendevo che rimanesse in classe come da regolamento della scuola. Rimase sulla soglia. Presto suonò la campanella, mi salutò con un sorriso ed io ricambiai.

Fui toccata da queste esperienze. Noi, studente ed insegnante, stavamo svolgendo i nostri incarichi e non esprimendo ipocrisia o potere personale, né stavamo tentando di dimostrare qualcosa agli altri. Ci eravamo semplicemente assunti l’incarico assegnato. Penso si potrebbe dire che abbiamo fatto la nostra parte, e il Cristo, l’amorevole presenza e potere del bene, ha fatto il suo lavoro.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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