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Sii fedele al tuo vero “te stesso”

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 21 ottobre 2016

Originariamente pubblicato sul numero del 23 marzo 2015 del Christian Science Sentinel


Spesso ho dovuto affrontare la tentazione di adeguarmi a ciò che facevano gli altri, anche se non era la cosa giusta. Che si trattasse di affari o di situazioni sociali, nel corso degli anni sono stato tentato di agire in modo contrario a ciò che è davvero giusto e a essere diverso da me stesso.

Ho dovuto affrontare questo genere di tentazione perché non volevo essere differente dagli altri o essere considerato dal gruppo come un tipo stravagante.  Non volevo attirare l’attenzione su di me per il fatto di essere buono, virtuoso e amorevole. Quant'era più facile essere semplicemente uno del gruppo che rimanere fedele a ciò che è giusto. Questo comportamento non mi faceva sentire bene e a mio agio con me stesso, ma era semplice. Alle volte fare la cosa sbagliata può essere facile, ma non dà molta soddisfazione.

Fu allora che un amico, che conosceva le mie debolezze, mi mise in guardia tramite una metafora che mi portò a cambiare il mio comportamento. Mi paragonò ad un camaleonte, facendomi notare la comune credenza erronea secondo cui i camaleonti cambiano colore per mimetizzarsi e adattarsi all’ambiente che li circonda, anche con cambi di colore estremi. Sebbene si tratti di un concetto sbagliato (i camaleonti cambiano colore per regolare la loro temperatura o per comunicare), il messaggio del mio amico mi arrivò forte e chiaro. Mi stava dicendo che per il bene e la felicità mia e degli altri non dovevo cedere alla tentazione di nascondere la mia reale bontà  e che dovevo esprimere le qualità rette che appartengono alla mia vera identità.

“Ma”, mi chiesi, “qual è la mia vera identità? Qual è il mio autentico “me stesso”?

La Bibbia risponde a questi quesiti dall’inizio alla fine in molti passaggi diversi. Nel primo capitolo della Genesi leggiamo che siamo tutti creati ad immagine e somiglianza di Dio. Inoltre nella Bibbia Dio viene descritto come nostro Padre, come Amore divino, Mente, Anima e Spirito. Dio non è un superuomo con caratteristiche fisiche umane, ma è la consapevolezza divina, o Mente. E poiché siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio, riflettiamo questa consapevolezza divina. 

Gesù Cristo ci ha lasciato l’esempio supremo di come possiamo dimostrare la nostra vera identità, che è spirituale. Egli stesso dimostrò di essere il riflesso di Dio, vivendo  nel modo più completo l’amore, la tenerezza, la gentilezza, la purezza e la saggezza, qualità spirituali che rifletteva in quanto figlio di Dio. Egli mise in pratica queste qualità guarendo il prossimo e fornendoci così una fonte d'ispirazione da emulare.

Gesù non agì in accordo con il mondo o con il comune pensiero materialistico.  Indipendentemente da ciò che gli altri potessero avere pensato o detto, egli rimase fermo nella sua comprensione che Dio, la Mente divina che aveva creato tutto, aveva creato solo il bene e non il male, la malattia o la morte. Egli sapeva che Dio è la Vita che esprime in ognuno di noi la vita eterna. Egli visse per guarire ed elevare coloro che ne avevano bisogno e non si preoccupò di quelli che gli facevano resistenza o che lo ridicolizzavano.

Il suo esempio ci mostra che possiamo e dobbiamo amare e rispettare la nostra vera identità, il nostro vero “sé” spirituale. Non dovremmo mai aver paura di essere il riflesso del Principio divino, Amore, il riflesso della purezza e della grazia, con audacia e al livello più elevato di cui siamo capaci e, così facendo, di aiutare e guarire gli altri. 

Possiamo davvero essere noi stessi, dimostrando così l’identità spirituale per cui siamo stati creati.

E’ importante conoscere chi siamo veramente, la nostra identità spirituale come riflesso di Dio, giacché il mondo ci tenta continuamente a essere quello che non siamo. Molte persone incappano nel richiamo della droga o dell’alcol, nella tentazione di aggirare la verità ed essere disonesti, o di spettegolare sugli altri mostrando mancanza di rispetto verso di loro, oppure contribuendo ad accrescere la polarizzazione delle questioni politiche e sociali. In ognuna di queste situazioni, tuttavia, abbiamo l’opportunità di lasciare splendere la nostra luce spirituale proveniente dal fatto di essere riflessi individuali di Dio, Amore divino, e di essere un esempio per il mondo.         

Un’utile guida si trova in Miscellaneous Writings 1883–1896 di Mary Baker Eddy, la Fondatrice e Scopritrice della Scienza Cristiana: “L’uomo retto è guidato da un Principio fisso che lo destina a non fare altro che ciò che è onorevole e ad aborrire tutto ciò che è vile o indegno; quindi lo troviamo sempre uguale – sempre l’amico degno di fiducia, il parente affettuoso, l’uomo d’affari coscienzioso, il lavoratore pio, il cittadino con senso civico.

Egli non assume alcun aspetto preso a prestito. Non cerca una maschera che lo copra, poiché non interpreta una parte studiata. Egli è davvero ciò che appare, colmo di verità, candore e umanità. In tutte le sue occupazioni non conosce sentiero se non quello giusto, aperto e diretto e preferirebbe di gran lunga perdere il successo che raggiungerlo con mezzi riprovevoli. Egli non ci mostra mai un volto sorridente mentre nel cuore medita il male contro di noi. Non troveremo mai una parte del suo carattere in contrasto con un’altra” (pagg. 147-148).

Il nostro caro Padre-Madre Dio ama ognuno di noi per quello che è veramente, l’immagine retta, onesta e amorevole di Dio. Non sono necessari fronzoli, né cambiamenti di costume o di colori, né false pretese su chi siamo. Possiamo esprimere il nostro vero sé, dimostrando l’identità spirituale che siamo stati creati a rappresentare, il riflesso individuale della Vita, Verità e Amore.

Com’è scritto nella Bibbia: “Beato l’uomo che non si arrende ed agisce male quando è tentato, perché in seguito riceverà come ricompensa  la corona della vita che Dio ha promesso a coloro che  lo amano” (Giacomo 1:12, Versione The Living Bible).

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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