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Anno nuovo, progresso guidato da Dio

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 18 gennaio 2017

Originariamente pubblicato nel numero del 26 dicembre 2016 del Christian Science Sentinel


“Per accertare il nostro progresso, dobbiamo comprendere dove sono riposti i nostri affetti e chi riconosciamo e obbediamo come Dio. Se l'Amore divino sta divenendo per noi più vicino, più caro e più reale, allora la materia sta arrendendosi allo Spirito”. Mary Baker Eddy, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 239

 Con l'anno nuovo, la promessa di un nuovo inizio è piuttosto palpabile. Nuovi obiettivi e proponimenti per una vita migliore prendono nuovo slancio. L'anno nuovo sembra riunirci tutti in un sentimento comune: la speranza di progresso.

Troppo spesso, tuttavia, queste speranze e aspettative si dissolvono col passare delle settimane. Le decisioni si perdono per strada e nuove sfide minacciano di erodere la tenacità delle nostre speranze. Approcciare il progresso come fosse una lista di cose costanti da fare per migliorarci, spuntando gradualmente ciò che abbiamo fatto giorno dopo giorno, può diventare un fardello, anche impossibile da sostenere.

Tale modello di progresso è paragonabile all’incarico di accendere ogni singola luce in un enorme palazzo. Proprio quando pensi di aver acceso tutte le luci, ecco che ti accorgi che ci sono ancora degli angoli bui o che si è bruciata una lampadina. Ciò che inizialmente sembrava essere un progresso, diventa adesso un compito ingrato.

Recentemente, ho cominciato a riflettere sul progresso in modo nuovo e più profondo, ovvero spiritualmente. Mentre studiavo il libro di testo della Scienza Cristiana, desiderosa di progredire in diversi aspetti della mia vita, sono rimasta colpita dal seguente passo: “ «Sia la luce» è l'ingiunzione perenne della Verità e dell'Amore, che cambia il caos in ordine e la discordanza in musica delle sfere” (Mary Baker Eddy, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 255). 

Nel primo capitolo della Genesi, cui viene fatto riferimento nella citazione sopraccitata, Dio crea il cielo e la terra, ordinando che vi sia luce—e la luce è. Vi è un ordine immediato, un' ispirazione e la luce come base della realtà. La creazione continua sia nello specifico che nel dettaglio, ma non attraverso uno sviluppo materiale, bensì come una espressione creativa di Dio stesso. La proclamazione finale è che la creazione è buona, e Dio riposa soddisfatto, nella completezza di tale creazione. Studiando la Bibbia e leggendo queste parole, due cose mi sono sembrate cruciali per la mia comprensione spirituale di progresso.

Innanzitutto Dio non è un superumano che gioca a scacchi con la creazione, ma è Spirito onnipresente e onnipotente. Ogni singolo aspetto della creazione è governato e portato a compimento secondo il comando di Dio, ed è spirituale. L'uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio e infatti, come espresso nella Scienza Cristiana, è il Suo riflesso spirituale (uomo inteso genericamente come uomo e donna). Ciò significa che proprio come il riflesso in uno specchio non agisce di per sé ma riflette l'attività della sua sorgente, così l'uomo non è l'attore bensì il riflesso dell'attività e dell'essere di Dio-Spirito. Stando così le cose, ho cominciato a capire che il progresso non dipende dallo sforzo umano, ma dalla rivelazione divina.

Mi è parso anche chiaro che il progresso non è dettato dal tempo. Benché la Bibbia faccia riferimento a giorni specifici - il primo giorno, il secondo giorno e così via – a me sembra che il riferimento sia all'ordine della creazione, o rivelazione di Dio, piuttosto che al tempo. E dopotutto, come potrebbe Dio, Spirito infinito, essere limitato da sistemi di misurazione mortali?

Quello che comunemente s'intende per progresso si basa invece sul resoconto materiale della creazione, che troviamo nel secondo capitolo e successivi della Genesi, dove l'uomo è mortale e creato dalla polvere, e la donna è creata subordinata all'uomo. Nel momento in cui questi mortali cedono alla tentazione, l'uomo mortale viene escluso dalla perfezione del giardino dell'Eden, condannato invece ad arare la terra, mentre la donna dovrà patire dolore nella procreazione. Il nostro modo comune di intendere il progresso si aggancia considerevolmente a questa dannazione originale dell'uomo, mortale imperfetto che cerca industriosamente di migliorarsi nella speranza di trovare uno stato illusorio di perfezione.

Ci liberiamo tuttavia da questo ciclo interminabile e improduttivo, quando comprendiamo, come insegna la Scienza Cristiana, che questo resoconto della creazione non è altro che un mito. Dopotutto, perché mai Dio dichiarerebbe buona la creazione, riposando soddisfatto della Sua creazione spirituale, per poi continuare a ricreare tutto quanto materialmente? Questo secondo capitolo della Genesi apre invece un'allegoria sulla natura del male, illustrandoci che quando si ragiona partendo da un'errata comprensione di Dio e dell'uomo, si va fuori strada con le proprie conclusioni.

Rendendoci conto che la nostra natura, la nostra identità, è la creazione spirituale di Dio, ci mettiamo in linea col progresso divino e non ci vediamo più come mortali imperfetti che ricercano la perfezione, ma come idee già compiute che riflettono la gloria e la completezza di Dio. Grazie a questa comprensione spirituale incominceremo ad avere le prove, nella nostra vita, del vero progresso. 

Una comprensione spirituale di progresso ha ridefinito il mio modo di valutare le cose nella mia vita.

Tale comprensione spirituale di progresso ha ridefinito il mio modo di valutare le cose nella mia vita. Piuttosto che preoccuparmi di come si sentisse il mio corpo in quel dato giorno, o di quanto velocemente si risolvessero le difficoltà o ancora, di quanto rapidamente portassi a termine i vari impegni, mi ritrovavo invece con maggior frequenza a chiedermi: “Che cosa sta facendo Dio? Come appare il Suo perpetuo svolgimento progressivo della completezza? Qual è il mio ruolo in tutto ciò?” Questo mi ha aiutata a spostare la mia modalità di valutazione del progresso dalla domanda: “Come sto andando?” alla domanda: “Sono consapevole della potenza e della presenza di Dio in questo momento?” 

Il ministero guaritore di Cristo Gesù ci offre innumerevoli esempi di progresso spirituale completo e immediato. Egli amava e comprendeva fermamente la natura spirituale dell'uomo che non ha bisogno di riparazioni o migliorie, ma che è già perfettamente integra. Quando guarì l'uomo con la mano rinsecchita, per riportare la mano alla sua normale apparenza non si occupò di certo di muscoli atrofizzati o di un'incapacità di funzionamento. Ordinò invece all'uomo di stendere la sua mano e si vide che era integra, “come l'altra”, e fu completamente guarito (vedi Matteo 12:10-13).

Questo potere del Cristo, della vera comprensione applicata nella vita quotidiana della perfezione attuale dell'uomo, non era una prerogativa soltanto del Cristo Gesù. Infatti i suoi discepoli, che ne seguivano l'esempio, poterono a loro volta dimostrare questo senso spirituale di progresso non limitato dal tempo, e il risultato era la guarigione istantanea.

Pietro e Giovanni guarirono lo zoppo che chiedeva loro l'elemosina, e che se ne andò “…saltando, e lodando Iddio” (vedi Atti degli Apostoli 3:1-8). In base a quanto chiaramente riusciremo a comprendere la natura spirituale dell'uomo, come illustrato da Cristo Gesù e dai suoi discepoli, saremo in linea con quel medesimo potere di progresso divino e potremo anche noi avere il beneficio di guarigioni immediate.

Ho notato una trasformazione semplice ma significativa nella mia vita, quale risultato di una comprensione più chiara del senso spirituale di progresso. Ho iniziato a rendermi conto che in ogni istante quel “Sia la luce” è la legge che governa la mia vita e le mie preghiere. Quando le mie preghiere tendono a essere lunghe e complesse nelle loro argomentazioni della verità, mi aspetto ancor più prontamente che la risposta alle mie preghiere possa essere tanto immediata ed esauriente quanto il comando divino “Sia la luce.”

È diventato un punto chiave della mia preghiera quotidiana e della mia pratica di guarigione il chiedermi: “sto pregando per migliorare un mortale imperfetto, in una sorta di missione di riparazione?”

Nei momenti in cui non percepisco un progresso, la soluzione non consiste per me nel cercare di fare di più, bensì nel riconoscere di più Dio, nel capire con maggior chiarezza il concetto di me stessa quale idea spirituale di Dio. Ho iniziato a comprendere meglio che il “Sia la luce” non è un compito, bensì un'istantanea e universale dichiarazione; una completa e totale dimostrazione del “Sia la luce” che racchiude a abbraccia tutto quanto.

Man mano che cresciamo nella comprensione spirituale e nell'umiltà, il discernimento e l'ispirazione possono diventare altrettanto diretti quanto premere l'interruttore della luce, e con lo stesso incredibile potere di illuminare la coscienza e guarire. In più di una circostanza, ho scoperto che non appena c'è bisogno di guarire, nella mia vita o in quella di coloro che mi chiedono di pregare per la guarigione, può venirmi immediatamente in mente un'idea che calza a perfezione con la circostanza, portando quindi a una rapida guarigione.

Benché non possa dire di avere perfezionato tutto ciò, è comunque diventato un punto chiave della mia preghiera quotidiana e della mia pratica di guarigione il chiedermi se sto pregando per migliorare un mortale imperfetto, in una sorta di missione di riparazione, o se sto pregando con l'autorità e la comprensione di un progresso governato da Dio.

Quando capiamo questo senso di direzione divina, allora ci rendiamo conto che il vero progresso spirituale non ha nulla a che fare con l'apportare dei miglioramenti; significa invece risvegliarsi alla realtà. Non vi è nulla da migliorare nella creazione di Dio. Ciò che riconosciamo come progresso spirituale è infatti un punto di vista più elevato, una prospettiva più sacra. Il progresso è la legge di Dio, un continuo svolgimento di idee divine, della realtà. Significa vedere ciò che è già vero nel mondo e vedere ognuno di noi come idee spirituali, per sempre complete e accudite nella perfezione di Dio, il bene. Man mano che riusciremo con umiltà a riconoscere il potere della perpetua manifestazione di Dio per l'uomo, scopriremo che non è necessario accendere questa luce spirituale, ma che siamo invece, proprio per natura, la “luce del mondo” (Matteo 5:14).

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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