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ESSERE QUELLO CHE VOGLIAMO VEDERE ESPRESSO

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 23 settembre 2021

Originariamente pubblicato sul numero di novembre 1958 de The Christian Science Journal


Nei Proverbi leggiamo questa considerazione sull’uomo: «Come pensa nel suo cuore, così egli è» (Proverbi 23:7). Per generazioni gli uomini hanno meditato su questa frase con maggiori o minori  gradi di comprensione. Tanti oggi stanno imparando che quello che fissiamo nel pensiero, inevitabilmente si concretizza nella nostra esperienza.

Come idee spirituali di Dio, tutti noi abbiamo infinite possibilità. Umanamente  sembriamo vivere in un universo che è ampio quanto lo è la nostra visione. Per esempio: fu chiesto a tre uomini di recarsi nella foresta, osservare un  albero prescelto e riportare le loro osservazioni.

Il primo, da botanico, esaminò attentamente l'albero e rilevò: "Quercus alba", che significa "quercia bianca". Il secondo, un poeta, ammirò l'albero da diverse angolazioni e disse: "Il potente monarca della foresta". Il terzo, un taglialegna, misurò l'albero e concluse: "Quindicimila piedi di tavola". Ognuno parlava dello stesso albero, avendone un suo concetto personale. 

Nella Scienza Cristiana apprendiamo che Dio, il bene, è l'unica causa e creatore e che la Sua creazione, l'uomo, è costituito da idee spirituali e non è mai limitato dalla materia o vincolato da limitazioni umane. Questo concetto corretto di Dio e dell'uomo come suo riflesso è quello che deve essere tenuto a mente se vogliamo mantenere il dominio spirituale. 

Un pianista si esercita a suonare ripetutamente le sue note, finché non se ne appropria. Sue, in senso figurato. Allo stesso modo, è di aiuto allo studente della Scienza Cristiana, che comprende la sua unione spirituale con Dio, affermare questa unione con la perfezione finché non la vede espressa umanamente.

Un buon modo per realizzare l’armonia nel vivere quotidiano è fare uso del metodo metafisico descritto da Mary Baker Eddy a pagina 269 del libro di testo, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, dove lei scrive: «La metafisica risolve le cose in pensieri e sostituisce gli oggetti del senso con le idee dell’Anima». Seguire questo metodo è particolarmente utile per risolvere i problemi nelle relazioni umane. 

Capita spesso che emerga una situazione conflittuale  e pensiamo che l'armonia potrebbe facilmente ristabilirsi se solo l’altro cambiasse. Ma non dovremmo aspettare che accada qualcosa nell'altro, o potremmo dover aspettare davvero molto tempo.

Dovremmo iniziare col tradurre[1]  la nostra visione della situazione in pensieri e poi sostituire questi pensieri con le idee dell’Anima. Pensiamo alle qualità di pensiero con cui vorremmo convivere e poi viviamo ciascuna di queste qualità al meglio della nostra comprensione. Se un collega sembra essere egoista o scortese, cerchiamo di essere più altruisti e amorevoli in ogni dettaglio della nostra vita quotidiana.

L’importanza che Mary Baker Eddy attribuiva all’essere è riportata nella seconda serie di «We Knew Mary Baker Eddy» [Conoscemmo Mary Baker Eddy]. Parlando del potere dell'amore di guarire istantaneamente, avrebbe dichiarato: «Vivete semplicemente l’amore - siate l’amore - amore, amore, amore. Non conosciate altro che l'Amore. Siate tutto amore. Non c'è altro. Questo farà il lavoro. Guarirà tutto; risusciterà i morti. Non siate altro che amore» (pp. 49, 50). Ai suoi studenti non fu detto di fare qualcosa per qualcuno, ma di essere «solo amore» loro stessi.

Una giovane Scientista Cristiana si sposò con un uomo non scientista, e per alcuni anni ci furono molti screzi. Spesso la giovane donna diceva fra sé e sé: "Oh, se solo fosse uno Scientista Cristiano, tutto sarebbe diverso!" A un certo punto durante quel periodo la moglie scrisse a un ex insegnante della Scuola domenicale della Scienza Cristiana per chiedere aiuto e ricevette come risposta quanto segue:

"Tutto quello che possiamo fare è vivere e farlo con calma, pace e con profitto (per gli altri) lì dove ci troviamo. Dio aprirà la porta quando lo avremo fatto.

Adempi ai tuoi obblighi di questo momento che stai vivendo e ottieni il massimo della bellezza, della gioia e della soddisfazione da ORA."

A quel punto la giovane donna decise di vivere nell’“adesso” ed essere tutto ciò che voleva vedere. Elaborò un elenco di qualità che voleva esprimere, indipendentemente dalla persona o dall’aiuto esterno. Questa lista includeva il desiderio spirituale, la sollecitudine, l’essere spiritosa, la considerazione, la comprensione e l’amore altruistico.

Si sforzò poi di approfondire la  comprensione di queste qualità e di assimilarle nella vita quotidiana studiando le Lezioni bibliche, delineate nel Libretto Trimestrale della Scienza Cristiana, e studiando anche le citazioni di queste qualità trovate nelle Concordanze della Bibbia e degli scritti di Mary Baker Eddy. Decise di vivere ogni ora con ciascuna delle qualità che aveva elencato e di amarle, esprimerle, giorno dopo giorno, certa che le avrebbe viste prendere forma nella sua stessa esperienza.

Un maggior senso di armonia e di unità di pensiero si concretizzarono in casa. Vide espresse le qualità con le quali aveva pregato non solo nel marito, ma anche nei figli. Ci furono situazioni che la misero alla prova, ma era stata creata una casa saldamente felice e unita e, soprattutto, l'intera famiglia iniziò a studiare la Scienza Cristiana. Imparò con umiltà a ottenere l'armonia vivendo ciò che desiderava vedere. 

La Bibbia ci dice: «La Parola è stata fatta carne» (Giovanni 1:14), cioè il Cristo è venuto in modo da essere compreso. Dobbiamo tirar fuori dall’ambito meramente teorico le qualità che sappiamo la Mente include, e dobbiamo viverle, amarle e manifestarle in modo concreto. Se vogliamo vivere le qualità che desideriamo vedere espresse, dobbiamo identificarle con Dio, che la Scienza Cristiana rivela come Mente infinita, Principio divino, Spirito, Anima, Vita, Verità, Amore. Per esempio, riferendoci alla nostra individualità spirituale come l'espressione di Dio, potremmo dire: "Poiché io sono il riflesso  dell'Amore, includo ed esprimo la gentilezza, il tenero amore  dell'Amore, e sono soddisfatta e completa”. 

Identificando la sua natura spirituale con Dio, suo Padre, Cristo Gesù dichiara: "Io ed il Padre siamo uno"(Giovanni 10:30). Quando comprendiamo che il nostro vero essere è tutt'uno con la Mente, l'intelligenza della Mente è la nostra intelligenza; la comprensione della Mente è la nostra comprensione.

Quando ci atteniamo alle qualità di Dio esprimendole, scopriamo che non ci manca mai nulla. Siamo pronti e sereni. La splendente purezza dell'Anima è bilanciata dalla coerenza del Principio divino. La nostra gioia e splendore spirituale si basano sull'intraprendenza, sulla forza e sull'intelligenza della Mente.

Essere scientificamente assoluti o spiritualmente positivi nel nostro pensiero non è visionario o astratto. Tale pensiero è molto pratico se correttamente compreso e applicato con intelligenza, poiché significa vedere per riflesso ciò che Dio vede e rifiutare i concetti dell’errore.

Emerson scrisse: "Niente di grande è mai stato raggiunto senza entusiasmo". Non aspettiamo che qualcun altro veda prima questa verità e la viva. Cominciamo ora dal nostro pensiero. Non ricadiamo nelle paure o nelle restrizioni di ieri, né proiettiamoci nel domani.

Cerchiamo di essere colui con il quale vogliamo convivere, essere colui con il quale vogliamo lavorare, essere come vogliamo che sia il mondo. Facciamo tesoro delle qualità spirituali, amiamole e viviamole, e le troveremo espresse ovunque. Questo vivere benedice il mondo intero. Siamo gioiosi; cerchiamo di essere l'uomo che Dio vede.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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