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Fugati i dubbi e i sintomi del Covid-19

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 15 dicembre 2022

Originariamente pubblicato sul numero del 7 novembre 2022 del Christian Science Sentinel


Ero alla ricerca di risposte ad alcune domande difficili, tra cui questa: La Scienza Cristiana guarisce? 

Sono una Scientista Cristiana da sempre e ho sempre amato la semplice citazione biblica che si legge sulle pareti di molte chiese del Cristo, Scientista: «Dio è amore» (I Giovanni 4:16). Tuttavia, da un po' di tempo avevo la sensazione che Dio mi fosse lontano e di non percepire l'amore e la cura di Dio, Padre e Madre, per me.

In quel particolare momento, stavo accusando i sintomi del Covid-19. Sebbene avessi scelto di vaccinarmi nel rispetto e nell’attenzione per i miei amici e colleghi, contrassi il virus durante un'ondata di casi ben pubblicizzati. Tre tamponi risultarono positivi nel corso di una settimana. Nel rispetto delle indicazioni del governo riguardo all'isolamento e al distanziamento, mi misi in quarantena a casa. Avvertii anche le persone con cui ero entrata in contatto e sono grata di poter dire che nessuno di loro accusò i sintomi.

Appena iniziai ad avvertire i sintomi, mi rivolsi a una practitioner della Scienza Cristiana chiedendole di pregare con me. Le ero e le sono tutt’ora molto grata per le pronte risposte che mi diede ogni volta che la contattai, di giorno e di notte, e per la costanza delle sue preghiere. Tuttavia il problema era che, nella mia percezione, non mi pareva di rispondere a quelle preghiere, né alla sua convinzione della mia vera identità come riflesso spirituale della Mente divina, Dio, e dunque libera dalla malattia. 

Ero scoraggiata e, in un momento di particolare sconforto, mi chiesi se essere una Scientista Cristiana significasse solo cercare di trovare qualche barlume di conforto spirituale mentre si arrancava con la malattia e si aspettava che i sintomi fisici passassero, o se la guarigione si basasse sullo sforzo umano da parte del practitioner o del paziente, e se forse io non stessi facendo abbastanza.

Ecco dove si trovava il mio pensiero quando, in un pomeriggio di sole, mi sedetti sul gradino di casa mia, con la sensazione di essere sola e stanca. Nel giro di pochi minuti mi resi conto che, sebbene il sole fosse lontano milioni di chilometri - e splendesse in molti luoghi -, riuscivo a sentire il suo calore in modo specifico e individuale. Fu un momento di speranza sincera, un momento in cui capii che è così che Dio, in quanto Amore, si esprime. L'Amore si irradia ovunque e, per sua natura, riscalda tutto con la sua luce. Mi resi conto che non dovevo cercare di avvicinarmi all'Amore o lavorare duramente per sentirlo; ero naturalmente abbracciata dall'Amore stesso, e l'Amore per sua natura conforta e si prende cura di tutti, proprio come il sole riscalda tutto ciò su cui si posa la sua luce.

Subito dopo sentii come una voce tranquilla nel mio pensiero che diceva: «Sara, ti stai affliggendo con tutte queste domande, ma c'è solo una domanda che conta: C'è amore?»

Fui pervasa da un senso di amore così potente che iniziai a piangere. Riconobbi, senza alcun dubbio, che la risposta era sì. Vidi questo amore negli amici che mi portavano il cibo e lo lasciavano con cura sulla porta di casa e nella gentilezza di un'amica che lesse per me via FaceTime in una notte in cui mi sentivo particolarmente sola e bisognosa. Inoltre riconobbi e percepii i modi molto semplici in cui io stessa esprimo cura verso gli altri: saluto tutti i cani del mio quartiere con genuino affetto e gioia quando sono a passeggio, e il mio lavoro su un progetto a lungo termine fu profondamente motivato dall'amore per le persone che sono state trattate ingiustamente.

 Mi vennero in mente tanti esempi di amore e con essi la convinzione che ogni singola espressione di amore, per quanto "piccola", è una prova dell'Amore divino stesso. Non si trattava di un esercizio intellettuale. Era un'inondazione di amore puro che sentivo con assoluta certezza in ogni parte del mio essere. Sapevo di poter rispondere con tutto il cuore alla domanda: «Sì, c'è l’amore», cosa che ovviamente significava: «Sì, c'è Dio, che è Amore». 

Poi pensai alla pandemia e all'argomentazione aggressiva che faceva sentire le persone separate dall'amore, dalla comunità, dalla famiglia - pensai a come la narrazione della pandemia fosse diventata una narrazione di frustrazione, di rabbia e di divisione tra tante persone.

Così con questo mio senso rivitalizzato dell’amore e con la percezione dell’amore di Dio per ciascuno di noi, pregai riconoscendo che nulla può separare nessuno dall'Amore infinito. Avvolsi in preghiera con semplicità tutti coloro su cui si soffermava il mio pensiero, sapendo che l'Amore stava confortando ognuno di loro. Confutai la narrazione della frustrazione e della rabbia e ricordai a me stessa i tanti straordinari atti d'amore espressi da tante persone in questi ultimi anni. Percepii in modo nuovo e profondo la verità di uno dei miei passaggi preferiti di Scienza e Salute con Chiave delle Scritture di Mary Baker Eddy: «La profondità, la distesa, l'altezza, la potenza, la maestà e la gloria dell'Amore infinito riempiono tutto lo spazio. Questo è quanto basta!» (pag. 520).

Nel corso dei due giorni successivi, i sintomi aggressivi di Covid-19 svanirono nel nulla, come se fossero stati allontanati dall'amore e dalla gioia che stavano crescendo nella mia coscienza. Sentivo una grande pace e calma. Non avevo più alcun dubbio che la Scienza Cristiana guarisce, e sentivo il tenero amore di Dio per me.

Non c'è stato nessun periodo di recupero dai sintomi e nessun residuo persistente della malattia. Era sparita. Ciò che rimase, invece, fu il tranquillo senso di benessere dell'Amore e la convinzione che la risposta alla domanda «Esiste l’amore?» è, e sempre sarà, sì.

 Sara Terry
Los Angeles, California, Stati Uniti

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L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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