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SIAMO IMMORTALI ORA

[Originale in italiano]

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 11 gennaio 2022

Originariamente pubblicato sul numero di aprile 1989 de L’Araldo della Scienza Cristiana e successivamente sul numero di agosto 1989 de The Christian Science Journal


Una delle credenze più deprimenti che affligge l’umanità è quella della vecchiaia e delle sue minacce di deperimento, decadenza e decrepitezza irreversibili.

Mary Baker Eddy, che scoprì e fondò la Scienza Cristiana, dice in Scienza e Salute con Chiave delle Scritture: «Uomini e donne di età matura e di più vasta esperienza dovrebbero, maturando, acquistare salute e immortalità, invece di cadere nelle tenebre e nella tristezza» (pag. 248). E afferma ancora sullo stesso soggetto: «L'immortalità, esente da vecchiaia o da declino, ha una gloria sua propria — la radiosità dell’Anima» (pag. 247).

Mary Baker Eddy dimostrò le sue parole vivendo un’esistenza straordinariamente attiva, facendo del bene all’umanità e dando forza e impulso alla sua Chiesa. Ella, una fedele seguace di Cristo Gesù, aveva colto la verità delle affermazioni del nostro Maestro: «Chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» e «Io son venuto perché abbian la vita e l’abbiano ad esuberanza (Giov. 8:12; 10:10).

Non è forse possibile che i trentatré anni di Gesù sulla terra rappresentassero non solo un periodo umano di vita, ma un ideale di completa maturità e vigore? Il suo essere reale quale immagine di Dio, ovvero il Cristo, non ha né inizio né fine, e a misura che comprendiamo la natura eterna del vero uomo, mettiamo in luce l’immortalità della nostra vita.

Non pensino i giovani che questo articolo non sia per loro; la giovinezza, dopo tutto, è solamente un altro aspetto di ciò che viene chiamato età. E non pensino i cosiddetti anziani che sia troppo tardi per reclamare la loro individualità eternamente intatta.

L’essere reale dell’uomo, dunque, è senza tempo, senza decadenza, né declino. Perché? Perché la sua infinita sorgente, immutabile, ininterrotta, è Dio.

Ma che cosa insinua, invece, il male, il «bugiardo» (come lo definiva Gesù), o mente mortale? (Vedi Giov. 8:42-45). Quali leggi pretende di avere stabilito?

La mente mortale conosce una sola sostanza: la materia. E asserisce che, progredendo nell’età, questa sostanza cambia e di conseguenza la struttura fisica si indebolisce, deteriorandosi.

Sappiamo, però, che un bugiardo dice questo. Allora, dobbiamo noi credervi? Con lo studio della Scienza Cristiana non impariamo che l’unica vera sostanza è lo Spirito che non muta mai, che non si deteriora mai e non invecchia? L’uomo, l’idea della Mente, riflette questa sola eterna sostanza. Egli è la somiglianza di Dio, Vita; ne è la perfetta espressione ed è quindi immortale. Noi possiamo affrontare e riconoscere questa grandiosa verità dell’eternità, che ci appartiene proprio ora e che ci permette di neutralizzare la credenza della mortalità.

Naturalmente, una cosa è credere e un’altra è comprendere e dimostrare la verità di questi fatti spirituali. Non siamo qui per proporre dissertazioni intellettuali sulla possibilità di rendere la vecchiaia più sopportabile, né tantomeno per auto-convincerci, ripetendo in continuazione: «sono eternamente giovane», che la sfida dell’età non esiste,

In realtà noi siamo preesistenti al sogno di vita nella materia e siamo coesistenti e coeterni con Dio. Ma è necessario per noi comprendere questo chiaramente, respingendo ogni pensiero che vorrebbe farci credere il contrario e sostituendo le verità che Gesù ci rivelò e che Mary Baker Eddy ci ha insegnato a dimostrare. E, inoltre, dobbiamo negare le leggi fisiologiche, leggi che vorrebbero imprigionarci nelle fasi limitatrici di giovinezza, maturità e vecchiaia, e accettare invece la legge di Dio di vita. Dio, Spirito, il quale dice di Se stesso: «IO SONO» e non «Io ero» o «Io sarò».

Allora, possiamo chiederci: «Riconosco di essere la somiglianza di Dio, l’IO SONO? Rifletto davvero il dominio di Dio su tutta la terra? Le parole di Cristo Gesù sono veritiere? Mary Baker Eddy ha davvero rivelato il Consolatore promesso da Gesù?».

È necessario stabilire saldamente queste fondamenta nei nostri cuori. E se stiamo imparando ad accettare senza riserve che siamo la somiglianza di Dio; se comprendiamo e affermiamo il nostro dominio su tutta la terra; se accettiamo le verità che ci ha impartite Gesù fino a farle diventare nostre; e se accogliamo in noi stessi il Consolatore che la Scienza Cristiana ci rivela, ora è chiaramente il tempo di combattere l’apatia - lo strumento dell’errore - e l’accettazione passiva della vecchiaia. Cose che devono essere fermamente negate, non subite.

Spesso si sente dire che certe difficoltà fisiche sono conseguenze dell’età e che si devono accettare come inevitabili. Ma perché? Dio vede l’uomo senza età, spirituale, che Egli ha creato, oppure vede un uomo di dieci, trenta, ottant’anni? Possiamo immaginare un Dio indifferente che guardando giù dall’alto di un Olimpo, nota che alcune Sue creature di una certa età stanno passando un mucchio di guai e rimane impassibile? È questo il tipo di deità che abbiamo in mente?

Non abbiamo invece già imparato e dimostrato, in una certa misura, che Dio è Amore sublime e intelligenza infinita? E come potrebbe questo Amore e questa intelligenza aver decretato per l’uomo una fine così infausta? Il proposito del Cristo no è quello di risvegliarci alla comprensione del nostro vero essere, così da acquisire la forza e il dominio per negare tutto ciò che è dissimile da Dio e dalla Sua creazione?

Allora, quando comprendiamo che Dio è veramente la nostra Vita, Mente e Anima, cominciamo a insorgere contro la mortalità. Questa comprensione più profonda di Dio inevitabilmente ci indica meglio la nostra vera natura fatta a Sua somiglianza.

Sebbene le sensazioni della mortalità non appartengano soltanto alla vecchiaia, pure questa fase dell’esperienza umana può apparire come se fosse la più difficile, ma le sue pretese di limitazioni e declino non sono per questa ragione più reali, o reali del tutto. La vecchiaia è una credenza di vita nella materia e per questo motivo ha bisogno da parte nostra di uno sforzo persistente e costante per ridurla a quello che è: una irrealtà. Ma quale eredità di vittoria possiamo trasmettere ai nostri figli a misura che cominciamo a dimostrare questa irrealtà!

In modo da afferrare la falsità di questa credenza, con quale umile preghiera dovremmo riconoscere che non possiamo, in verità, avere fasi di mortalità, perché noi siamo eternamente in unità con Dio, nostro Padre-Madre! L’immortalità è stabilita da Dio, e noi la stiamo vivendo proprio ora. Noi non riconosciamo la farsa conosciuta come vecchiaia con le sue terribili maschere - maschere che non somigliano a Dio in nessun modo. Noi gioiamo nella sua affluenza di vitalità, sostanza inalterata, intelligenza costante. Quando l’errore vorrebbe suggerire che in noi questa fontana sembra essere prosciugata, sappiamo che la pienezza di Dio è sempre la stessa e possiamo esserne imbevuti eternamente,

Non pensino i giovani che questo articolo non sia per loro; la giovinezza, dopo tutto, è solamente un altro aspetto di ciò che viene chiamato età. E non pensino i cosiddetti anziani che sia troppo tardi per reclamare la loro individualità eternamente intatta; tale rassegnazione verso l’errore contribuirebbe ad affermare una bugia sul loro vero essere reale e immortale.

Di questo essere spirituale Scienza e Salute dichiara: «Lo stato di uomo perfetto è il meriggio eterno dell’essere, mai offuscato da un sole declinante» (pag. 246). Ecco il punto dal quale possiamo stabilire la nostra immortalità quale unica realtà.

Noi non desideriamo e non potremmo se lo volessimo, trasformare una persona anziana in un giovane, o una creatura materiale in una spirituale. Ma possiamo riconoscere la nostra sola ed unica identità a somiglianza di Dio, eternamente integra. Possiamo sorgere, allora, dalla tristezza della decadenza alla rivendicazione della pienezza della nostra natura simile a Dio, vivendo coscientemente nel «meriggio eterno» del vero essere.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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