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Il nostro lavoro quotidiano d’identificazione

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 24 gennaio 2023

Originariamente pubblicato sul numero di febbraio 1978 de The Christian Science Journal


Saremo tutti d’accordo a riconoscere che nella società non avviene nulla di valido senza che sia prima stato ideato da qualcuno. Ogni passo avanti, ogni sforzo costruttivo, ogni idea, piano ed esecuzione originali dipendono dal pensiero e dalle azioni di singole persone. Eppure questo fatto viene spesso perso di vista a causa del crescente numero di individui e delle molte “persone qualunque" che sembrano non avere voce, né identità, né un grande scopo.

La Scienza Cristiana ci mette in guardia affinché rifiutiamo tale falsità e affinché difendiamo con vigore l'espressione individuale, il fatto che ognuno abbia un suo posto specifico e sia necessario. Per fare ciò, il punto di partenza è l’affermazione quotidiana della nostra identità.

Se prestiamo attenzione a come Dio comunichi con l'umanità, ovvero come lo faccia attraverso singole persone, possiamo iniziare a cogliere la natura infinita propria dell'individualità e l'importanza di una corretta identificazione. Ci sono voluti un Abramo, un Mosè, un Isaia, un Cristo Gesù, per far conoscere agli uomini ciò che Dio stava comunicando loro. La società è stata grandemente benedetta da ciò che dissero. Ma la vera fonte di ognuno di questi discorsi era Dio. Oggi non avremmo la Scienza del Cristo se Mary Baker Eddy non avesse ascoltato ciò che Dio le diceva. A sua volta, essa condivise questo messaggio con l'umanità attraverso la sua espressione unica di individualità spirituale, la sua espressione individuale della natura infinita di Dio.

Le idee che giungono a noi mediante la rivelazione avuta da altri non hanno limiti. Le idee di Dio non si contano in centinaia o migliaia, o addirittura in milioni. Sono innumerevoli. Sono infinite. Nella misura che queste idee sono state applicate all'esperienza umana, hanno avuto una valenza pratica per l'uomo. Queste idee, concepite nella Mente divina, spesso rivoluzionarie nei loro effetti, non hanno sminuito la statura dell'individuo che le ha pronunciate. Ne hanno invece evidenziato il valore.

È dunque possibile per tutti noi - individualmente - elevare il proprio scopo, ampliare il contributo personale, migliorare le nostre capacità e perfezionare i nostri talenti. Come? Affermando la nostra identità a immagine e somiglianza di Dio, utilizzando con perseveranza, giorno dopo giorno, le risorse della preghiera per affermare la nostra coesistenza con Dio. In questo modo ognuno di noi può migliorare la propria vita.

I membri della Chiesa Madre hanno accettato di mettersi in comunione con il Creatore ogni giorno. Essere membri implica la promessa di obbedire a questa disposizione di Mary Baker Eddy contenuta nel Manuale della Chiesa Madre: «Vigili nel dovere», che inizia così: «Sarà dovere di ogni membro di questa Chiesa di difendersi giornalmente contro le suggestioni mentali aggressive, e di non essere indotto a dimenticare né a trascurare il suo dovere verso Dio, verso la sua Leader e verso il genere umano» (Art. VIII, Sez. 6).

Il nostro dovere verso Dio si compie in parte durante il tempo in preghiera che trascorriamo con Lui ogni giorno. Lo scopo di questo tempo può essere considerato duplice. Da un lato, affermare la nostra identità, rivendicare la nostra individualità come riflesso, espressione, emanazione e manifestazione dell'infinito, coesistente e totalmente dipendente dall'Eterno. Dall'altro lato, difenderci dalle suggestioni mentali aggressive che insistono sul fatto che siamo mortali, che siamo personalità umane, limitate, frustrate, indegne, non qualificate; che siamo giovani e inesperti o vecchi e incapaci; che siamo privi di qualità a causa della razza, del sesso, della mancanza di istruzione, o ostacolati da un matrimonio sfortunato o da un ambiente privo di opportunità.

Le suggestioni negative possono apparire infinite, ma non sono mai impossibili da eliminare. Il nostro successo dipende dalla sincerità delle nostre preghiere e dalla misura in cui le viviamo nella vita quotidiana.

Quanto è importante per voi la preghiera? Quanto tempo le dedicate? È un compito da sbrigare in fretta? Oppure è un momento di quieta conoscenza, di grande ispirazione, di nuove intuizioni sulla dignità, sul valore e sull’importanza dell'uomo?

L’autore dei Salmi conosceva l'importanza di questa preghiera: «Ascolta la mia preghiera, o Eterno, porgi orecchio alle mie suppliche; nella tua fedeltà e nella tua giustizia rispondimi.... Fammi sentire la tua benignità al mattino, perché io confido in te; fammi conoscere la via per la quale devo camminare, perché io elevo l'anima mia a te.... Insegnami a fare la tua volontà, perché tu sei il mio Dio; il tuo buon Spirito mi guidi nella terra dell’integrità» (Salmi 143: 1, 8, 10).

Affermare la vostra identità di espressione dell'essere di Dio è il lavoro più importante che fate ogni giorno. Naturalmente, non ci si ferma qui. Le verità che affermiamo devono essere vissute. Ma come possiamo viverle se non le rivendichiamo? Come possiamo viverle se non le affermiamo? Come possiamo viverle se non le comprendiamo?

La percezione della nostra individualità dipende dall’accuratezza di questo lavoro. Il nostro tempo in preghiera dovrebbe essere un tempo di nuove scoperte. Dovremmo imparare di più su noi stessi grazie a ciò che stiamo imparando su Dio. Dobbiamo custodire gelosamente questo tempo, non permettere che nulla interferisca con esso, anticipare il suo compimento con gioia e aspettativa. Ne va della nostra stessa vita, perché in questo tempo di comunione ci rendiamo conto che Dio è la nostra Vita. Ne va della nostra sicurezza e della nostra salute, perché pregando e ascoltando possiamo renderci conto della protezione completa che l'armatura dell'Amore ci offre. Possiamo imparare quanto sia protetta la nostra innocenza. Possiamo acquisire forza e coraggio sapendo che Dio è l'unica forza, che non esiste nulla che non dipenda da Lui. In questo tempo di silenzio consacrato alla preghiera scopriamo che la nostra salute non è un'eccezione, ma un fatto assodato, legato all'armonia dell'universo di Dio, mantenuto dal governo della Mente divina.

Il lavoro di identificazione è un santo lavoro. Non deve sorprenderci che il senso personale e la mente carnale vi si oppongano. Troveranno ogni sorta di scuse per spiegare perché le altre cose siano più importanti: non abbiamo tempo; non ne verrà fuori nulla di buono; i nostri sforzi non hanno portato frutto; la nostra situazione è così disperata che nulla può migliorarla; non siamo abbastanza bravi; Dio non ci ascolterà; tutto sta già andando bene: perché dovremmo preoccuparci?

Abbiamo già sentito queste scuse. A volte le abbiamo ascoltate. Ma la scoperta della nostra vera identità dipende dalla nostra maggiore diligenza nel riconoscere questi argomenti secolari come nient'altro che credenze mortali senza una causa, tradizioni senza uno scopo, superstizioni senza autorità.

Per scoprire la nostra vera individualità dovremmo rivolgerci a Dio e dovremmo approfondire con perseveranza la Sua conoscenza, senza accontentarci di una conoscenza superficiale. Infatti, un approccio sonnolento a questo sacro tempo in preghiera è tempo perso. Dobbiamo parlare con Lui e ascoltarlo. Dovremmo considerare il tempo trascorso con il Padre come il momento più prezioso di ogni giorno. Quando approfondiamo la nostra comprensione di Dio, diveniamo più consapevoli della nostra vera identità e arriviamo a conoscere la nostra individualità spirituale.

Imparando che l'individualità si trova solo in Dio e deve essere espressa dalla Sua creazione, capiamo più chiaramente cosa siamo e chi siamo, perché esistiamo e dove ci troviamo. Allora possiamo rispondere a queste domande secondo le verità che si trovano nella Bibbia e nel libro di testo della Scienza Cristiana.

Chi sono io? Sono una coscienza spirituale individuale.

Che cosa sono? Sono l'immagine e la somiglianza di Dio, un'idea spirituale, un'espressione dell'infinito, il riflesso dell'essere di Dio.

Dove sono? Sono proprio qui, nell'universo di Dio, mai al di fuori della Sua presenza, del Suo controllo o della Sua influenza. Poiché Dio è sempre il centro del mio essere, sono sempre al mio posto.

Perché esisto? Esisto per compiere la volontà di Dio, per testimoniare ciò che Egli è, per glorificarlo, per manifestare le sue qualità.

Quando esisto? Esisto in questo momento, proprio ora, sempre, nell'eternità, né nel passato né nel futuro, ma nell'eterna ora presente.

Ne troviamo conferma negli scritti di Mary Baker Eddy, la Scopritrice e Fondatrice della Scienza Cristiana. Nel libro di testo leggiamo: «Lo Spirito diversifica, classifica e individualizza tutti i pensieri, che sono tanto eterni quanto la Mente che li concepisce; ma l'intelligenza, l'esistenza e la continuità di tutta l’individualità permangono in Dio, che ne è il divino Principio creativo» (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 513).

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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