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Oltre l’età, oltre il tempo

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 18 gennaio 2023

Originariamente pubblicato sul numero del 19 luglio 1993 del Christian Science Sentinel


Le parole di Mary Baker Eddy sul tema dell'età sono semplici e dirette, sebbene le loro implicazioni siano certamente profonde. Nel suo libro Scienza e Salute con Chiave delle Scritture scrive che «L'uomo nella Scienza non è né giovane né vecchio» (pag. 244).

Se si accetta quest'affermazione—e ammetto che inizialmente possa sembrare alquanto radicale—non ha allora più molto senso registrare periodicamente per quanto tempo un corpo mortale è stato su un pianeta che chiamiamo Terra, che ha compiuto un certo numero di rivoluzioni attorno a una piccola stella che chiamiamo Sole. Non è più di grande utilità tener conto dell'età, dei compleanni o della posizione degli astri nel giorno della nascita.

Forse adesso stai pensando: «Guarda, se stai dicendo che la mia storia materiale non ha alcuna importanza, non credo proprio che la cosa mi faccia piacere!»

Ebbene, la tua reale identità non è affatto quella che racconta la storia materiale. C'è così tanto di più di quanto possano dirci l'età, il tempo, il colore dei capelli, l'altezza, il peso, la tonicità muscolare o il quoziente intellettivo. La tua vera identità differisce totalmente da quello che un oroscopo o i sogni più bizzarri possano mai prefigurare.

Il fatto è che la tua reale identità è spirituale, fatta a esatta immagine del Padre-Madre Dio la cui bellezza e sacralità sono indescrivibili e le cui onnicomprensiva intelligenza, perfezione e potenza sono incommensurabili; un Dio che trascende lo spazio, il tempo e qualsivoglia limitazione, che non ha mai un inizio e mai una fine; un Dio che ti ama più di quanto tu possa mai immaginare.

Quindi, quando contiamo gli anni, commemoriamo i compleanni o crediamo di non potere fare certe cose perché siamo troppo giovani, o di mezza età o troppo vecchi, allora perdiamo la cognizione della nostra identità di figli di Dio che è sempre gloriosa, non è mai limitata, non è mai nata e mai potrà morire. Ci imprigioniamo da soli in una gabbia crudele costruita da noi stessi che è fatta delle insicurezze e degli egocentrismi che derivano dal pensare di avere una vita separata dalla Vita che è Dio.

Mary Baker Eddy afferma tutto questo, e anche di più, quando raccomanda agli Scientisti Cristiani: «Non tenete mai conto dell'età. I dati cronologici non fanno parte della vasta eternità. I registri di nascita e di morte sono altrettante cospirazioni contro uomini e donne» (Scienza e Salute, pag.246).

E in effetti, non è al potere di Dio di trascendere il tempo che fa riferimento l'autore della Seconda epistola di Pietro nel Nuovo Testamento quando scrive: «Ora, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa: che per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno» (II Pietro 3:8)? Nello schema divino delle cose, la misurazione mortale del tempo è irrilevante.

Ti chiederai magari, come a volte ho fatto anch'io, come tutto ciò possa funzionare dal lato pratico, come possa l'età materiale non avere alcuna rilevanza. E poi, non ci sono centinaia di promemoria che ti ricordano quanto una certa età numerica descriva e delimiti la tua vita? Promemoria come le schede di valutazione che ti chiedono quanti anni hai, oppure la pubblicità dei coloranti per capelli che ti sollecita a tingerteli così da sembrare ancora giovane e bella.

Eppure, per tutti coloro che vogliono accettare la sfida esaltante di dimostrare nella vita di tutti i giorni che si può glorificare il proprio Creatore, Dio, vivendo al di là dei concetti umani di età e di tempo, la ricompensa è garantita, magari modesta, ma certa. Per quale ragione? Perché affermando di non avere età, nonostante l'apparenza di prove pressoché evidenti e schiaccianti del contrario, queste persone audaci si stanno schierando dalla parte della legge divina, che è solida come la roccia. Legge che dice che la bontà di Dio è immutabile, è risoluta e non recede mai, e quindi non ci può essere meno bontà nella nostra vita; legge che dice che Dio, la Vita divina, è un eterno continuum, per così dire, e quindi la nostra vita dev'essere veramente indistruttibile.

Ho conosciuto parecchie persone che, con una tranquilla sorta di nobiltà, si sono elevate al di là delle pretese dell'età. Una di queste persone era un mio parente stretto, un devoto Scientista Cristiano. Continuò a lavorare a tempo pieno ben dopo esser diventato un «cittadino anziano», ma poi cominciò a parlare di vecchiaia, della necessità di rallentare un po'. Rinunciò persino a un viaggio nella regione dei laghi (amava l'aria aperta!) perché temeva che per lui fosse troppo impegnativo.

Un giorno ebbe quello che apparve essere un ictus. Quando arrivai da lui, accanto al suo letto, non riusciva a parlare né a muoversi normalmente. Non era minimamente in grado di camminare. Ma ciò che mi preoccupava di più era il fatto che mi sembrava molto scoraggiato, e questo mi faceva sentire scoraggiata a mia volta. Era dura non credere che fosse proprio così—che da quel momento in poi la vita per lui sarebbe stata una discesa finale.

La moglie di quest'uomo, però, era di tutt'altro parere. Quando si accorse del mio sconforto mi portò di sotto, dopo potevamo stare sole. «Avremo questa guarigione», mi disse, guardandomi fissa negli occhi. «Lo sai questo, non è vero?» Sì, feci cenno con un gesto del capo.

Mi fu chiaro che questa donna, coi suoi modi gentili, mi stava in verità dicendo una cosa di questo tipo: «Se credi all'evidenza dell'età e della disabilità che vedi in mio marito, allora non stai facendo quello per cui sei venuta. Non ci stai aiutando in questa guarigione». Per la prima volta capii che avevo il dovere verso Dio e verso questa carissima coppia, che amavo così tanto, di rimodellare immediatamente il mio pensiero. Se ero venuta qui per arrendermi, tanto valeva prendere il primo aereo per casa!

Da quel momento in poi mi applicai sinceramente, come sapevo di poter fare, a respingere quello che i sensi fisici mi suggerivano riguardo a quest'uomo. Dove solo pochi minuti prima avevo visto vecchiaia, immobilità e disperazione, incominciai a discernere il figlio perfetto ed eterno della Vita divina: immutato, illimitato, libero. Capii anche che quel genere di paralizzante compassione umana che provavo nei suoi confronti non era di certo quello di cui il mio caro parente aveva bisogno. Necessitava invece di un amore divinamente ispirato, quell’amore che riconosceva e rispettava così tanto la sua integrità spirituale da non poter credere che il suo valore per Dio e per l'umanità potesse essere sminuito e che la sua vivida e necessaria espressione dell'essere di Dio potesse in qualsiasi modo essere scorciata.

Nelle settimane seguenti, ci furono teneri momenti umani che mai dimenticherò, quando quest'uomo prese coraggiosamente a fare i suoi primi passi titubanti, si mise nuovamente al volante della sua auto e per la prima volta riuscì a tornare in chiesa. La nostra sollecitudine per lui esprimeva in modo sempre più intenso l'affetto divino. E nutrendosi di quell'amore offertogli da coloro che gli stavano accanto e direttamente da Dio, tornò gradualmente in buona salute.

Smise di pensare di essere un «vecchio». La sua ispirazione, la sua gioia — la sua vita intera — ripresero vigore. E nei dieci anni successivi riuscì a compiere alcune delle sue imprese più grandi servendo Dio e praticando la Scienza del Cristianesimo. In un certo senso, la sua vicenda gli aveva mostrato come mantenere quella che Mary Baker Eddy definisce «l'Anima sempreverde» (Miscellaneous Writings, pag. IX). Gli aveva mostrato che l'energia spirituale sgorga dal rapporto continuativo con Dio, e non dalle condizioni o dall'età del corpo mortale.

Mary Baker Eddy, che fu brillantemente alla guida del movimento della Scienza Cristiana fino a novant'anni, scrisse: « Per mantenere calmo e costante un lungo corso di anni nel mezzo delle dense oscurità di temporali , nubi e tempeste, bisogna far ricorso alla forza che viene dall’alto, – bere a grandi sorsi dalla fonte dell'Amore divino. » (Miscellaneous Writings, pag. IX).

Questa sorgente celeste non seccherà mai. È vicina quanto lo è il nostro Padre-Madre Dio, che è sempre con noi. E ci offre qualcosa che la proverbiale «fonte della giovinezza» (rimedio provvisorio materiale che nessuno ha mai trovato) non potrebbe in alcun modo prometterci. Ci dà il senso della Vita divina che sempre ci appartiene—Vita che va oltre ogni limite, oltre l'età e oltre il tempo.

Mary Metzner Trammell

ISAIAH

L'Eterno ti guiderà di continuo, sazierà la tua anima nei luoghi aridi e darà vigore alle tue ossa; tu sarai come un giardino annaffiato e come una sorgente d'acqua le cui acque non vengono meno.

Isaia 58:11

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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