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Pregare insieme in chiesa

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 18 aprile 2023

Originariamente pubblicato sul numero del 26 dicembre 2022 del Christian Science Sentinel


La prima volta che andai in una Chiesa del Cristo, Scientista, avevo tre anni. Con l'aiuto di una practitioner della Scienza Cristiana, mio padre era appena guarito da una malattia che secondo i medici avrebbe necessitato di un intervento chirurgico e la domenica successiva l'intera famiglia si recò in chiesa.

Ricordo ancora ciò che imparai quella prima volta alla Scuola domenicale, e cioè che Dio è buono ed è sempre con me. Noi tutti bambini della classe dei tre anni esclamammo insieme: «Dio è in alto, in basso, tutt’intorno», e mentre lo dicevamo, ci alzavamo, ci sedevamo e poi giravamo intorno alle nostre sedie. Ripensandoci da adulta, sospetto che in quell’attività ci fosse anche l’intento di gestire dei bambini un po’ turbolenti. Ma da alunna non ci pensai. Sapevo che stavamo imparando qualcosa su Dio.

Anni dopo, quando ero alle superiori, ricordo che mio padre una sera tornò a casa da una riunione del mercoledì della nostra chiesa filiale e ci disse di aver detto una testimonianza. Disse che aveva ringraziato per la mia sicurezza dopo che ero caduta dal trattore mentre tornavamo dalla falciatura di un campo di erba medica. Sentire che la mia esperienza aveva fatto parte di un culto mi diede una visione completamente diversa. Fu la prima volta che mi resi conto che le nostre guarigioni non sono solo personali, ma fanno parte della storia più ampia dell'Amore divino che risponde ai bisogni dell'umanità. Grazie alla chiesa la mia esperienza era stata collegata alla mia comunità e al mondo.

In seguito, un decina di anni fa, per circa tre mesi non fui in grado di alzarmi dal letto. Pregavo molto, ma quando mi resi conto che mancavano solo due mesi alla riunione annuale della mia associazione degli allievi della Scienza Cristiana, non vedevo come avrei potuto partecipare. Non avevo saltato nemmeno una di queste riunioni, ma mi sembrava impossibile alzarmi anche solo per sedermi su una sedia.

Tuttavia, mi venne da pensare: «Potresti provare ad andare in chiesa». Il fatto che si trattasse di una chiesa lasciava intravedere una possibilità. In chiesa, la mia attenzione si sarebbe focalizzata su Dio e sull'amore di Dio per la Sua creazione, invece che sulla mia situazione fisica.

Frequentando la mia chiesa filiale da tanti anni, sapevo che si erano verificate molte guarigioni tra i partecipanti.

Ci riunivamo tutti per sostenerci a vicenda, per ascoltare il nostro Padre-Madre divino e per sostenere la nostra comunità. Il Manuale della Scienza Cristiana definisce in parte la Chiesa in questo modo: «La Chiesa è quell'istituzione che dà prova della sua utilità ed eleva la razza umana, risvegliando dalle credenze materiali la comprensione assopita ed elevandola alla comprensione delle idee spirituali e alla dimostrazione della Scienza divina, scacciando in tal modo i demoni, o errore, e sanando i malati» (Mary Baker Eddy, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 583).

Essere risvegliata alla comprensione delle idee spirituali era ciò che desideravo e di cui avevo più bisogno.

La prima volta che tornai in chiesa fu difficile, ma fu la rinascita della speranza per me. Tre settimane dopo ci andai di nuovo e percepii con maggior forza che Dio era con me. Gradualmente, tornai a partecipare a tutti i culti. Ero completamente guarita e potei partecipare con totale libertà alla riunione della mia associazione.

Gli Scientisti Cristiani fanno spesso riferimento ai loro culti come a culti guaritori. Questo perché molti vi hanno trovato guarigione, e ciò avviene anche perché pregano regolarmente durante i culti, come richiesto nel Manuale della Chiesa Madre: «La preghiera nelle chiese della Scienza Cristiana dovrà essere offerta per la congregazione, collettivamente ed esclusivamente» (Mary Baker Eddy, pag. 42).

Quando ci riuniamo in una chiesa per pregare insieme come membri della congregazione, sentiamo che ogni elemento del culto - l’ascolto della lettura della Parola di Dio, il canto gli inni, la condivisione della preghiera silenziosa, pregare ad alta voce con il Padre Nostro, l’ascolto degli annunci, l'assolo della domenica e le testimonianze di guarigione del mercoledì - porta all’umanità speranza, fede e amore.

In una lettera a una delle sue classi del Massachusetts Metaphysical College, Mary Baker Eddy ricorda il racconto biblico di Giosuè e del suo esercito che girano intorno alle mura di Gerico e poi gridano tutti insieme. Essa scrive: «Ricordate che nel caso di Giosuè e dei suoi uomini, essi dovettero gridare tutti insieme affinché le mura cadessero; e anche i discepoli erano uniti» (Miscellaneous Writings 1883-1896, pag. 279).

Una tale unità è ben più di un gruppo di persone che frequentano la chiesa insieme. Si tratta di fedeli di ogni età, provenienza o etnia che si riuniscono e pregano insieme sulla base più elevata del riconoscimento che tutta l'umanità è costituita da figli di un unico Dio perfetto. Invece di metterci a sedere come un pubblico in una sala da concerto, con in mano i nostri programmi, siamo più simili ai musicisti di un’orchestra. Abbiamo provato la nostra «musica» per tutta la settimana e siamo pronti a «gridare insieme».

Mary Baker Eddy descrive ciò che ne risulta: «Le preghiere silenziose delle nostre chiese, che risuonano attraverso i corridoi oscuri del tempo, si diffondono in onde di suono, un diapason di battiti cardiaci, che vibrano da un pulpito all'altro e da un cuore all'altro, finché la verità e l'amore, mescolandosi in un'unica giusta preghiera, abbracceranno e cementeranno la razza umana» (The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, pag. 189).

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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