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Aspettarsi un rinnovamento, non il declino

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 2 ottobre 2024

Originariamente pubblicato sul numero del 23 settembre 2024 del Christian Science Sentinel

 


Negli ultimi mesi ho notato che spesso nelle conversazioni di ogni giorno capita di sentire commenti sull’invecchiamento. Per esempio, un amico mi ha confidato che la salute di una conoscenza comune era «in declino». Qualcun altro mi ha chiesto se una persona che conoscevamo entrambi, che aveva problemi di salute, non avesse ormai una «data di scadenza»! Affermazioni come «sarà la vecchiaia» quando si verifica un momento di smemoratezza, suggerendo così una perdita di acume mentale, sono comuni. A volte usiamo queste espressioni scherzosamente o senza pensarci, ma anche così rafforziamo la credenza che il declino sia inevitabile.

Invece non dovrebbe essere accettato né atteso. Il termine declino in relazione alla creazione di Dio certamente non faceva parte del vocabolario di Gesù Cristo. I suoi insegnamenti riflettevano l'aspettativa di un progresso e di un rinnovamento perpetui, e le sue guarigioni dimostrarono che il Cristo, la Verità divina, rivela al pensiero umano che questo è possibile e naturale ad ogni età. Piuttosto che arrendersi alla credenza che una fine e il deterioramento siano normali, egli contrastò tale nozione guarendo i malati e persino risuscitando i morti. Il suo pensiero rimase saldo in Dio, l’unica Mente divina e infinita — il creatore dell’universo — che mantiene la Sua creazione in uno stato costante di salute e armonia.

In quanto studioso della Scienza Cristiana, cerco di essere più pronto a seguire l'esempio di Gesù e a sfidare la credenza aggressiva dell'invecchiamento. Ogni volta che mi capita di pensarci, dichiaro il potere e la presenza di Dio e affermo che Dio ha creato l'uomo (intendendo tutti, uomini e donne) a Sua immagine, e che quindi siamo spirituali, eterni, non soggetti a declino o deterioramento.

Ho preso consapevolezza del fatto che qualsiasi suggestione a sostegno del contrario non è credibile perché proviene da una presunta mente mortale e non dall’unica Mente infinita, Dio. Il concetto di invecchiamento genera un'immagine contraffatta dell'uomo e dell'universo. Nel Salmo 103 leggiamo che Dio mantiene amorevolmente la Sua creazione e «sazia di beni la tua bocca e ti fa ringiovanire come l’aquila» (versetti 4, 5). Ci sono molti meravigliosi esempi nella Bibbia che dimostrano questo fatto, come, per esempio, la figura di Mosè, che visse fino a centoventi anni, eppure «la sua vista non si era indebolita e il suo vigore non era venuto meno» (Deuter. 34:7).

Comprendendo meglio l’identità indistruttibile ed eterna dell’uomo, ho riscontrato un notevole miglioramento della mia vista, dopo aver indossato gli occhiali per molti decenni, al punto che ora gli occhiali non sono più necessari e la mia vista continua a migliorare.

Nel mio studio spirituale ho trovato estremamente utili e confortanti le seguenti parole tratte da un inno della Scienza Cristiana:

Stai quieto, mio cuore: tu riposi nell'Amore divino;
il tocco della grazia di Dio ha placato il dolore e il lutto.
Il Cristo eterno dell'Amore non permette alcun declino;
nell’essere immutabile rimarrà la tua salute.
Stai quieto, mio cuore: il tuo fedele e unico Amico
garantisce il tuo viaggio gioioso senza fine.
(Harold Rogers, Christian Science Hymnal:
Hymns 430–603, No. 444, alt. © CSBD)

Dio, il nostro amico sempre presente, è la fonte della salute e della gioia perpetue, ed è impossibile che tali qualità espresse dai Suoi figli si deteriorino o si esauriscano nella vita.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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