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Alla ricerca di lavoro? Non dimenticare la fede.

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 14 giugno 2018

Originale web e pubblicato sul numero del 29 maggio 2013 del Christian Science Sentinel 


Fresco di master in Scienze Bibliotecarie, ero pronto a lanciarmi in una carriera nella professione che avevo scelto. La mia laurea includeva molto di quello che amavo fare—ricerca,  letteratura, servizio pubblico e le competenze professionali per rispondere a quasi qualsiasi domanda nozionistica (erano i giorni prima di internet).

Mia moglie ed io ci eravamo sposati la settimana prima che iniziassi la scuola di specializzazione e lei si era ritirata temporaneamente dall’università per lavorare mentre io finivo di studiare. Avevamo concordato che dopo che mi fossi laureato io, ci saremmo trasferiti dove avesse voluto per poter terminare i suoi studi.

Ci sistemammo in una piccola cittadina ad inizio estate con virtualmente nessuna opportunità per me di intraprendere una carriera. Con il passare dell’estate, le mie speranze e i miei piani iniziarono a svanire  e cominciai a sentirmi ansioso, irrequieto e scoraggiato.

Sembrava come se il vento avesse smesso di gonfiare le mie vele e la promessa di ricevere belle cose dalla vita sembrava improvvisamente irrealizzabile. Paure di un futuro sconosciuto incombevano minacciosamente.

Da studioso della Scienza Cristiana, amo la Bibbia e così, mentre affrontavo lo sconforto, vi cercai un esempio di un personaggio che si fosse misurato con le avversità e ne fosse emerso vittorioso. Lo trovai in Abramo.

Nel corso della sua vita, Abramo sviluppò un profondo legame con Dio. Quando sentì che Dio lo stava guidando, egli obbedì fedelmente. Si spostò da posto a posto, lasciandosi alle spalle tutto ciò che era a lui conosciuto e cedette altruisticamente la terra migliore a suo nipote, confidando che Dio avrebbe provveduto alla sua grande famiglia (vedere Genesi cap. 13).

La capacità di Abramo di risolvere i problemi dimostrò la sua fede incrollabile in Dio: egli ebbe fiducia nella bontà e nella sollecitudine di Dio. Abramo ne fu talmente benedetto che il suo nome—il suo senso di identità—fu cambiato (vedere Genesi 17:5). Egli fu trasformato da nomade errante al padre del culto monoteista, una fonte di ispirazione per le generazioni future. Parliamo di una carriera di successo!

Mentre continuavo a cercare un impiego, pregavo per avere una fede come quella di Abramo e per mettere da parte i miei programmi ambiziosi ed invece coltivare una recettività scrupolosa ed altruista alla voce di Dio.  Pregavo per essere umile e ricordo di essermi mentalmente inginocchiato, dicendo a Dio che mi sarei guadagnato volentieri da vivere diserbando, se questo era ciò che Egli voleva che facessi.

Talvolta la tentazione era di lasciare che lo scoraggiamento prendesse il sopravvento: lo scoraggiamento può prosciugare la nostra crescente fiducia, come le gelate di fine primavera bloccano la promessa di fioritura dei boccioli.

Anni dopo mi imbattei in una storiella intitolata “l’Asta del Diavolo”, una storia che fa riflettere e che mi ricordò di questa ricerca di impiego da giovane. Il racconto descrive il tentativo del diavolo di vendere i suoi più utili utensili: malignità, invidia, odio, gelosia e via discorrendo. Un utensile—lo scoraggiamento—sembrava particolarmente consumato ed aveva il prezzo più alto di tutti. Quando un cliente domandò perché questo oggetto fosse così caro, il diavolo rispose: “Mi è più utile di tutti gli altri. Con esso, posso forzare l’apertura ed entrare nella coscienza di un uomo anche quando non riesco neanche ad avvicinarmi con gli altri utensili e una volta all’interno posso usarlo in qualsiasi modo mi piaccia.  È così consumato perché lo uso quasi con tutti, perché sono molto pochi quelli che sanno che mi appartiene”. Il cliente allora chiede: “Con chi non puoi usarlo?”. Il diavolo esitò a lungo e alla fine sussurrò: “non posso usarlo per entrare nella coscienza di un uomo riconoscente” (“The Devil’s Auction” Quarterly News, Volume 14, no. 4, Longyear Historical Society, Winter 1977–78). 

Il concetto di usare la gratitudine di fronte allo scoraggiamento fu fondamentale nella situazione di mancanza di impiego. Continuai a pregare e ad esprimere gratitudine ad un Dio tutto-amorevole. Meditai sulla definizione di Abrahamo che Mary Baker Eddy dà nel Glossario del suo libro Scienza e Salute con Chiave delle Scritture: “Fedeltà; fede nella Vita divina e nell’eterno Principio dell’essere”.

“Questo patriarca mise in luce il fatto che lo scopo dell’Amore è quello di creare la fiducia nel bene e dimostrò come la comprensione spirituale abbia il potere di custodire la vita” (pag. 579).

Pregavo per mettere da parte i miei progetti ambiziosi ed invece coltivare una recettività scrupolosa ed altruista alla voce di Dio.

Sapevo che avere fiducia nel fatto che Dio mi avrebbe guidato verso l’impiego giusto, non era né stolto né ingenuo; una fiducia completa in Dio è diversa da una fede cieca. La fiducia si basa sulla comprensione che il Principio che governa l’universo, Dio, ci fornisce le idee giuste per andare avanti. Tale fiducia non può venir rovinata da condizioni o circostanze materiali e poiché Dio ci crea con dei talenti unici per glorificarLo, è impossibile che un figlio d Dio, cioè un’idea spirituale, si trovi nel posto sbagliato, fuori posto o che non sia in grado di trovare posto.

In una lettera ai membri della Prima Chiesa del Cristo, Scientista di New York City, Mary Baker Eddy scrisse: “Come parte attiva di uno stupendo intero, la bontà identifica l’uomo con il bene universale. Così, possa ogni membro di questa chiesa elevarsi al di sopra della domanda spesso ripetuta: “Che cosa sono io?” fino alla risposta scientifica: sono in grado di impartire verità, salute e felicità, e questa è la mia rocca della salvezza e la mia ragione di esistere” (The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, pag. 165). Anche se cerchiamo un impiego o una realizzazione individuale, ognuno di noi serve, in definitiva, questo nobile scopo.

Pochi mesi dopo esserci stabiliti in questa cittadina, seppi della ricerca di un direttore nella biblioteca in una città vicina. Mi incontrai con i rappresentanti del consiglio della biblioteca e feci il giro di una nuova struttura in costruzione: erano compiaciuti del mio interesse e delle mie credenziali ed io ero entusiasta dell’opportunità di svolgere questo lavoro. Fu fissato un appuntamento per un colloquio con l’intero consiglio.

Tuttavia, poco tempo prima del colloquio, seppi dentro di me che questa non era la giusta professione per me, nonostante il mio entusiasmo. Non volevo ingannare il consiglio per cui decisi di annullare l’incontro. I membri del consiglio rimasero sorpresi, ma nel profondo  sentivo che Dio aveva altri piani per me ed ebbi fiducia in questa sensazione.

Arrivò l’autunno ed accettai un lavoro di livello base come impiegato generico in un college nelle vicinanze per guadagnare da vivere per me e mia moglie. Il lavoro non era nel mio campo, ma ero riconoscente delle competenze che acquisivo.

A febbraio ricevetti una convocazione improvvisa da una scuola dove avevo presentato domanda tempo prima: cercavano un bibliotecario per le superiori.  Questa volta, l’impiego sembrava perfetto, anche se si trattava di un lavoro temporaneo, che sarebbe durato finché il consiglio della scuola non avesse terminato il vaglio delle domande ed i colloqui con i candidati per il lavoro effettivo a tempo pieno.

Diedi le dimissioni dal posto di livello base al college e presi servizio nel nuovo lavoro. Due mesi più tardi fui assunto a tempo indeterminato. Il lavoro come bibliotecario di scuola superiore mi ha benedetto in innumerevoli modi per 23 anni, durante i quali sono stato in grado di aiutare a rafforzare un importante programma accademico e di prestare servizio non solo per coloro che erano nella mia scuola, ma anche per altri educatori provenienti da tutti gli Stati Uniti. Dopo un cambio di lavoro durato diversi anni, sono nuovamente al servizio degli studenti come bibliotecario in una scuola diversa.

Un’incrollabile fede, una profonda fiducia nel bene  e l’umiltà di seguire la direzione indicata da Dio, qualunque cosa accadesse, furono le lezioni che Abramo mi insegnò attraverso il suo esempio e continuano ad ispirarmi ed insegnarmi. 


Bill Fabian è bibliotecario in una scuola media e superiore ed insegnante di Scienza Sociali a Buena Vista in Colorado.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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