Skip to main content Skip to search Skip to header Skip to footer

CORAGGIO E ASPETTATIVA

L’effetto guaritore della convinzione spirituale

Nell’ora più buia, l’amore per Dio ci può rendere liberi.

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 26 luglio 2018

Originariamente pubblicato sul numero di luglio 2000 de The Christian Science Journal


In Macedonia, dopo che Paolo ebbe guarito una donna che "aveva uno spirito indovino" (Vedi Atti cap. 16), Paolo e Sila si ritrovarono in grosse difficoltà. Costei, facendo l’indovina, aveva procurato molto profitto ai suoi padroni e ora che ciò non era più possibile, i padroni denunciarono Paolo e Sila ai magistrati. Furono così picchiati e gettati nella parte più interna del carcere, coi piedi assicurati ai ceppi, come la Bibbia riporta. Poi, a mezzanotte, si misero a pregare e “cantavano inni a Dio." D’improvviso ci fu un terremoto che scosse le fondamenta della prigione, aprendo le porte e sciogliendo le catene di tutti i prigionieri.

Paolo e Sila credettero più in Cristo che nei guai che li stavano affliggendo.

Questa narrazione biblica può essere di grandissimo valore, se ne consideriamo la lezione spirituale. La maggior parte di noi, in un momento o nell’altro, si sarà sentita minacciata da qualche problema che sembrava imprigionarci. Malattie o carenze perduranti o una situazione infelice a casa, potrebbero farci sentire come se fossimo intrappolati nella parte più interna di un carcere, senza via d’uscita. E tuttavia, questi due fedeli seguaci di Cristo Gesù trovarono lo stesso la libertà

A mezzanotte, che si può intendere come l’ora più buia, si misero a pregare e a cantare inni a Dio. Nel Glossario di Scienza e Salute, la notte è metafisicamente definita come "tenebre; dubbio; paura." (pag. 592). Se ci sentiamo inghiottiti dall’oscurità e dalla paura, possiamo trovare la via d’uscita rivolgendoci umilmente a Dio, Spirito, rifiutandoci di concedere potere al male, che ai sensi materiali appare così innegabile, e inchinandoci mentalmente dinnanzi a quello che Dio conosce ed è. Dio è buono e conosce solo il bene. Il Cristo è il messaggio liberatore di Dio che ci rivela la realtà e la permanenza—ovvero l’unicità—del bene, e la nullità, l’afona impotenza del male.

Poiché Paolo e Sila credevano più in Cristo che nella estrema difficoltà in cui si trovavano, ne furono liberati. Solo pochi versetti dopo questa narrazione biblica, troviamo la seguente dolce promessa rivolta al carceriere: "Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua". Essi dimostrarono che rivolgersi a Dio e credere nel potere del Suo Cristo, a prescindere da quello che sembra stia succedendo, può portare a cambiamenti immediati. Il risultato diretto delle loro preghiere fu che le cose iniziarono a cambiare drasticamente!

Il terremoto della narrazione biblica non potrebbe forse indicare l’avanzamento verso la verità spirituale che si manifesta nella consapevolezza umana come risultato della preghiera? Rivolgersi a Dio per comprendere ciò che è vero e reale, per avere una prospettiva spirituale, è infatti ciò che causa la disgregazione dell’errore, ovvero dei concetti materialistici, mettendo a nudo ogni genere di errore, sia quelli evidenti che quelli legati a concetti errati, nascosti o potenziali. Alle volte, a causa dei terremoti vengono esposte parti di terreno precedentemente nascoste. Allo stesso modo, l’atto della preghiera espone le credenze terrene e materiali che costituiscono le fondamenta della malattia e del peccato. Una volta analizzate alla luce della verità spirituale, si scopre tutta la loro invalidità e nullità. Allorquando tali credenze vengono esaminate alla luce della verità spirituale, si dimostrano non valide. Una volta screditate le fondamenta, ciò che da queste era apparentemente sorretto, ovvero il male specifico che stiamo affrontando, non può più stare in piedi. La bugia crolla. Le catene si spezzano e ne risulta la libertà.

Dietro a questo genere di preghiera si trova la forte e sicura convinzione spirituale che Dio è buono, è Colui che ci rende liberi ed è l’unica potenza e presenza. Paolo e Sila dovettero essere davvero convinti che Dio fosse proprio lì con loro per potere, nel bel mezzo di una situazione tetra e limitante, esprimere così liberamente una tale profonda e irremovibile gratitudine. Essi percepirono, compresero, ben oltre quello che i loro occhigli mostravano, e questo aprì il varco affinché il potere di Dio fosse sentito e dimostrato. Quanto spesso tratteniamo le lodi finché non abbiamo la prova che Dio è con noi, invece di lodarLo in piena fiducia e certezza giacché Lui è già con noi, con la Sua totalità e il Suo grande amore!

Persino nei momenti più bui possiamo sentire l’amore e l’adorazione per Dio, che ci libera dalla opprimente credenza nel male. Tutti coloro che si rivolgono a Dio in cerca di aiuto, possono trovare una guida rassicurante in queste parole rivolte da Mary Baker Eddy ai suoi seguaci: "Nelle ore buie, gli Scientisti Cristiani saggi sono più saldi che mai nella loro fedeltà verso Dio. La saggezza è la sposa del loro amore, e i loro cuori non vengono turbati." (Miscellaneous Writings, pagg. 276-277). Possiamo affidarci completamente a Dio, rimettendo nelle Sue mani tutte le nostre preoccupazioni. Tale convinzione spirituale, tale fede senza dubbi, apporta la guarigione.

Nella casa dello studente tutti pregavano con aspettativa e gioia.

Un venerdì pomeriggio, una studentessa universitaria fu implicata in un incidente d’auto durante una bufera che coinvolse 26 vetture. Non poteva muoversi e così i soccorritori la estrassero dall’auto e la portarono in ospedale. La sua compagna di stanza, che si trovava con lei ed era illesa, sapeva che l’amica era una Scientista Cristiana perché l’aveva vista studiare tutti i giorni la Bibbia e il libro di testo della Scienza Cristiana, Scienza e Salute. Recuperò quindi i due libri dai rottami dell’auto e accompagnò l’amica in ospedale in ambulanza. I paramedici stavano dando alla studentessa ferita parecchie istruzioni ma lei, sostenne poi, che si rivolse silenziosamente a Dio e così facendo le vennero in mente due messaggi, entrambi dalla Bibbia:". . . in lui [Dio] viviamo, ci moviamo, e siamo" (Atti 17:28), e ". . . dov’è lo Spirito del Signore, quivi è libertà” (II Cor. 3:17). 

La ragazza fu dapprima portata al Pronto Soccorso e poi, dopo aver richiesto di essere trattata secondo la Scienza Cristiana, venne riportata indietro a un telefono. Tuttavia, per avere un letto dove dormire la notte, doveva essere ricoverata in ospedale e per questo era necessaria una radiografia. I raggi X rivelarono fratture vertebrali multiple e una lesione a un piede. Secondo la prognosi, avrebbe dovuto essere confinata a letto e giacere su una tavola per almeno sei mesi, e con incerte aspettative di totale recupero. Fino all’arrivo in auto dei genitori il mattino seguente, la sua coinquilina si era tenuta in contatto con il practitioner della Scienza Cristiana che stava pregando per lei, e le aveva letto passi tratti dalla Bibbia e da Scienza e Salute.

Arrivati a casa suo padre, prima di trasportarla nella sua stanza, le ricordò che se la verità—ovvero che, essendo lei a somiglianza spirituale di Dio, non era mai stata realmente vittima di un incidente né era mai stata separata da Lui— è davvero tale, allora anche proprio in quel momento la verità era sempre la stessa, e non solo dopo i sei mesi di prognosi. Questo innescò il processo di guarigione. L’atmosfera casalinga era decisamente pregna di convinzione spirituale e tutti in casa pregavano con aspettativa e gioia. Il practitioner venne a trovare la sua paziente sabato pomeriggio. Dopo essersi congedato, si riaffacciò alla soglia d’ingresso e le disse con gli occhi che brillavano: "Ci rivediamo domani!" La ragazza disse di essere rimasta un po’ perplessa. Non capiva se lui intendesse che sarebbe tornato a trovarla a casa o che si sarebbero visti alla Scuola Domenicale.

Si rese conto che quello era per lei il momento della verità e in realtà, rifletté, non c’era nulla che poteva confinarla in un letto. Sarebbe rimasta a letto solo se avesse creduto di dovere fare così per guarire. Un tale confinamento sembrava assai contrastante con qualsiasi cosa Dio, tutto amore e tutto azione, avrebbe mai potuto richiedere. Pregò allora, con tutto il cuore, che il suo pensiero si liberasse della bugia dell’incidente e delle lesioni, e di abbandonare mentalmente la scena in completa libertà. Si sentiva convinta che Dio solo animava lei e tutti i Suoi figliuoli. Era sicura che la forza del suo amore per Dio era all’altezza di darle supporto e che quella verità spirituale era ciò che la teneva ritta in piedi. Si alzò e scese le scale. Non solo rivide il practitioner in chiesa il giorno seguente, ma la settimana successiva partì anche per un’avventura oltreoceano, in Svizzera, a sciare. Racconta che ciò che le è rimasto in mente di più vivido è proprio quell’atmosfera di convinzione e di aspettativa che percepì nel corso di quell’esperienza, e che non l’ha poi mai abbandonata.

Ricorda soprattutto l’atmosfera di convinzione.

La convinzione spirituale non solo dà forza e conforto ma guarisce, perché esprime il potere e l’autorità del Cristo, come infatti vediamo nelle guarigioni narrate dalla Bibbia. Vi è la certezza che Dio è presente ed è l’unico potere. Da dove arriva una tale convinzione? A dire il vero, fa già parte della nostra identità in quanto siamo l’espressione di Dio. Abbiamo la capacità, donataci da Dio, di vedere quindi oltre le apparenze e di riconoscere ciò che è vero.

Un dizionario definisce così il termine convinzione: "la condizione di essere convinti; forte credenza fondata su ragioni o prove soddisfacenti; una credenza risoluta." Ma per avere convinzione non dovremmo prima avere delle prove? Certo, però potrebbe non essere quel genere di prove cui siamo abituati. La convinzione spirituale deriva da prove spirituali, che ci arrivano nel momento in cui ascoltiamo i messaggi di Dio. Possono arrivarci mentre preghiamo in silenzio, come se sgorgassero dal cuore, come la certezza che Dio ha tutto sotto controllo; oppure mentre stiamo assimilando le verità della Bibbia e di Scienza e Salute. L’evidenza della presenza di Dio, comunque essa ci appaia, arriva come una dolce consapevolezza, un’intuizione spiritualmente tangibile che sussurra a tutto il nostro essere che Dio è buono e che Dio è Tutto. È imperturbabile e niente ce la può portare via. Quello che Dio dà non può mai lasciarci. Dio ci fa conoscere la Sua presenza perché ama la Sua creazione infinitamente e teneramente.

Se mai avessimo un pensiero del tipo "non sento l’amore, la presenza di Dio" oppure "sono per me soltanto parole", possiamo riconoscere che non è di fatto un nostro pensiero; è un’imposizione del male, della "mente carnale", per usare le parole di San Paolo. La mente carnale non conoscerà mai la presenza di Dio né il suo amore perché è il contrario di Dio, Mente infinita, ed è irreale. I messaggi di Dio, che esprimono solo il bene, mai e poi mai potrebbero fomentare pensieri così scoraggianti! Il fatto è che non possiamo evitare di sentire la presenza di Dio, giacché questa presenza è proprio tutto quello che c’è.

L’essenza del nostro essere, la nostra vera consapevolezza che riflette la Mente divina, non è timida, incerta, senza fede o insicura. È ben conscia della totalità e dell’amore di Dio. È quindi naturale per noi avere fiducia in Dio, essere ricolmi di speranza, aspettativa, gioia, calma e certezza. "La nostra protezione sta nella nostra fiducia nel fatto che risiediamo davvero nella Verità e nell’Amore, l’eterno palazzo dell’uomo"(Pulpit and Press [Pulpito e stampa], pag. 3), disse una volta Mary Baker Eddy.

La convinzione non è, in verità, qualcosa che ci manca. Può sembrare oscurata, nascosta, ma la possediamo, perché siamo la progenie di Dio e non mortali limitati privi di Dio. In quanto Sua espressione, possediamo chiarezza e convinzione spirituali proprio come abbiamo salute, gioia, pace, bontà, amore e altre qualità di Dio. È un diritto dato da Dio quello di sentire la presenza e il potere dell’Amore divino, di sapere che l’Amore è con noi, sempre, ed è un nostro diritto, a prescindere da ciò che sembra ci stia succedendo o da ciò che appare stia capitando intorno a noi. Rimanere con la Verità quando ci si trova in mezzo alle tenebre è proprio ciò che porta la luce e ci rende capaci di vedere che non c’è mai stato nulla di reale riguardo alle tenebre.

Possiamo avere piena fiducia nella rassicurante istruzione del Maestro "... e non siate d’animo dubbioso" (Luca 12:29, secondo la versione King James). Dio è sempre con noi, e ci dà continuamente la sicurezza del Suo grande amore, cura e attenzione. Questa cura e attenzione includono il nostro essere consapevoli di questa convinzione spirituale che è intrinsecamente nostra giacché siamo figli di Dio. Possiamo sentire nei nostri cuori questa convinzione che salva, libera, rassicura e guarisce.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

Scopri di più su l’Araldo e sulla sua missione.