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La guida infallibile di Dio

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 7 febbraio 2018

Originariamente pubblicato sul numero del  5 luglio 2010 del Christian Science Sentinel


Anticamente i marinai si orientavano con la stella polare; oggi invece, ci si orienta con il sistema di posizionamento globale, il GPS. Nel corso dei secoli però, tutti coloro che si sono rivolti a Dio come guida e hanno ascoltato la Sua voce, sono sempre stati scortati, passo dopo passo e in totale sicurezza, ovunque viaggiassero.

Tale dipendenza da Dio non è mai stata tanto importante quanto ai nostri giorni, tempi di destabilizzazione e disorientamento per lavoratori e famiglie, in America come in tanti altri paesi del mondo. Migliaia di persone hanno infatti perso il lavoro e le proprie case, e si sentono indifese e frustrate.

Come pregare allora in questi casi, per trovare soluzioni soddisfacenti e armoniose? Niente mi ha mai aiutato più del mio consistente sforzo di comprendere meglio la mia relazione con Dio e di acquisire un senso della Sua direzione infallibile.

Il mio studio è stato arricchito dai sette sinonimi di Dio che Mary Baker Eddy ci ha dato nel Glossario di Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, ognuno dei quali ci presenta un aspetto differente della Sua natura: Principio, Mente, Anima, Spirito, Vita, Verità e Amore (pag. 587). Ho trovato aiuto anche nella seguente osservazione in un altro testo della stessa autrice: "Quando è compreso, troviamo che il termine Principio è l'unico che esprima pienamente le idee di Dio,— un’unica Mente, un uomo perfetto, e la Scienza divina" (No e Sì, pag. 20).

Quando penso alla parola Principio, penso alla legge—una legge universale, imparziale e sempre all'opera. È una legge che rimette a posto, in modo armonioso, i pensieri disallineati; è una legge che riunisce, tramite l'attrazione spirituale, gli elementi più disparati; è una legge di direzione infallibile che elimina i passi falsi.

Ho anche compreso che nel regno del Principio, dove Dio è l'unico potere, non può esserci alcun vuoto. Non c'è nulla che sia fuori posto, niente di inutile, nessun disordine. Il pensiero si mette in linea con il Principio quando si prega in maniera profonda e dedicata. Quando preghiamo, andiamo oltre le circostanze che affliggono l'uomo, per riconoscere e assicurare il nostro benessere nell'amore del nostro Padre-Madre Dio. Una volta ancorati a quelle forti e tenere cure, saremo ben collocati per ascoltare attentamente la guida divina che ci aiuterà ad agire nel modo più saggio.

La nostra "collocazione" eterna è quella di riflettere l'infinita bontà di Dio. Ciò non dipende dal nostro lavoro, dal comportamento delle altre persone, da un'economia instabile o dal posto geografico in cui ci troviamo. Non stiamo cercando una nuova "collocazione", ma solo un posto dove possiamo esprimere più pienamente la bontà di Dio. Nella sua poesia "nutri il mio gregge", così recita Mary Baker Eddy:

Ascolterò la Tua voce,
ché i miei passi non si smarriscano;
ti seguirò e gioirò
lungo tutta l'aspra via. (Poemi, pag. 14)

La strada dinanzi a noi può apparire accidentata e potremmo dubitare dei nostri passi. Anche la paura potrebbe assalirci lungo la strada. Se però, mentre preghiamo, riponiamo la nostra fiducia in Dio, possiamo essere certi di essere condotti nella giusta direzione.

A titolo di esempio, alcuni anni fa avevo un lavoro ben pagato nel settore pubblicitario. Ero tuttavia turbato da alcuni aspetti del mio lavoro eticamente dubbi, e anche dalle difficoltà che incontravo per trovare un posto adatto dove vivere.

Pregai a tal riguardo quotidianamente, sforzandomi di sapere che il mio unico posto giusto—a casa come in ufficio—sarebbe stato quello in cui avrei avuto ricche opportunità di esprimere quelle capacità individuali di cui Dio mi ha dotato. Sentivo la convinzione di poter lasciare il tutto con sicurezza nelle mani di Dio. Percepii, comunque, un lieve impulso di aggiornare il mio curriculum vitae e di redigere una lista di potenziali datori di lavoro di un'altra città lontana, dove mi pareva potesse essere più piacevole vivere e lavorare.

Inaspettatamente, alcuni mesi dopo, il lavoro assegnatomi si concluse, ma grazie alla programmazione che avevo spiritualmente intuito, fui in grado di recapitare il mio curriculum vitae aggiornato alle aziende della mia lista, e di prenotare un biglietto per recarmi nella città dove si trovavano.

Una volta arrivato, alla prima telefonata il mio interlocutore mi disse: "Non poteva scegliere momento peggiore negli ultimi dieci anni per cercare da noi quel genere di posizione". L'uomo continuò, raccontandomi di una grossa azienda che aveva abbandonato il settore pubblicitario, licenziando tutti i dipendenti che se ne occupavano. Le due agenzie pubblicitarie, che erano in affari con il promotore, dovettero anch'esse licenziare un certo numero di agenti. In conclusione, c'erano più di cento persone qualificate disoccupate in cerca del mio stesso lavoro—e tutti loro avevano già i contatti necessari nella città in cui mi ero appena stabilito.

Non fu certo un bel momento. Quelle preghiere in cui mi ero affidato alla guida di Dio erano forse state inadeguate? Non avevo forse ascoltato abbastanza attentamente quella che sembrava essere l'idea giusta? Era difficile accettare il suggerimento che "i miei passi" si fossero smarriti, e ben arduo pensare che potessi "gioire" in quella che sembrava proprio essere "l'aspra via".

Per trovare un po' di pace, considerai accuratamente il passo seguente di Scienza e Salute, che richiama tutti a "... unirci alla Mente una, allo scopo di sostituire alla nozione di caso fortuito il giusto senso della direzione infallibile di Dio, e mettere così in luce l'armonia" (pag. 424). Sapevo di non essere sottoposto alla legge di casi fortuiti, bensì alla legge di direzione di Dio.

Trovai, in centro città, un palazzo dove numerosi practitioners della Scienza Cristiana avevano il loro ufficio. Entrandoci, scelsi il nome di un practitioner e bussai alla sua porta. Mi diede il benvenuto e poco dopo stavamo parlando del fatto che le preoccupazioni della comunità, riguardo ai tempi duri, non rendevano la verità di Dio e del Suo riflesso—e cioè io come tutti gli altri in quella città—meno dimostrabile per coloro che concordavano con l'abolizionista del diciannovesimo secolo Wendell Phillips, secondo il quale "Uno con Dio fa la maggioranza".

In seguito, riflettei sulle piaghe che avevano afflitto gli Egiziani, come riportato nel libro dell'Esodo, nella Bibbia, che nulla sapevano di Dio, e sul fatto che quelle stesse piaghe non avevano toccato, invece, i figli d'Israele, che erano guidati e protetti da Dio. Ne dedussi che come quei figli d'Israele, anch'io potevo affidarmi a Dio come guida e protezione. Presto mi sentii fiducioso che le mie preghiere e il mio ascolto spirituale avrebbero avuto effetto.

Proprio il giorno seguente ebbi un colloquio di lavoro, grazie al quale ottenni una posizione che durò diversi anni e si dimostrò gratificante e ricca di soddisfazioni. Questo lavoro mi permise anche di trovare una casa confortevole. In piena gratitudine, ho cominciato ad amare teneramente le seguenti parole di quest'inno:

Se son tutti i corsi d’acqua aridi,
È ugual la Tua pienezza;
Ch’io possa esser con ciò soddisfatto,
E gloriarmi nel Tuo nome. (Innario della Scienza Cristiana, n. 224)

Nel corso di quei mesi di ansiosa ricerca di un lavoro, avevo scoperto con certezza che la mia armonia—e quella di tutte le persone con cui vivevo e con cui avevo a che fare—non poteva in alcun modo essere più sicura di quando riponevo pienamente la mia fiducia nella direzione infallibile di Dio. Negli anni che seguirono quell'esperienza, acquisii un rispetto ancor più profondo per la seguente osservazione di Mary Baker Eddy: "…l'armonia dell'uomo non può essere invasa più di quanto non possa essere invaso il ritmo dell'universo" (Retrospezione e Introspezione, pag. 61).

 


James Walter ("Jim") Baker è un practitioner della Scienza Cristiana. Vive a Santa Barbara, in California.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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