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Non lasciarti trarre in inganno. Sii il vero te stesso!

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 11 settembre 2018

Originariamente pubblicato sul numero di Agosto 2018 de The Christian Science Journal


In un’accattivante dimostrazione, un ipnotizzatore richiese un volontario—uno tra i più forti maturandi della scuola—e l’ipnotizzò portandolo a pensare di non essere in grado di sollevare un bicchiere d’acqua. Quando poi l’ipnotizzatore gli porse un bicchiere d’acqua e gli chiese di sollevarlo, con grande stupore dei suoi compagni non riuscì nell’intento. Per quanto provasse con tutte le sue forze, nel suo stato mesmerizzato sollevare quel peso gli era del tutto impossibile. Una volta risvegliato dallo stato d’ipnosi, il ragazzo realizzò quello che era successo ed fu di nuovo in grado di sollevare il bicchiere normalmente. 

Ho trovato questa storia intrigante fin da quando un mio familiare, uno degli studenti che ha assistito allo spettacolo, me la raccontò. Ciò che la rese davvero interessante fu il fatto che finché lo studente offertosi era sotto l’influenza della suggestione di non poter sollevare il bicchiere, le limitazioni fisiche che erano palesemente assurde per i presenti, a lui apparivano una realtà assoluta. Ma la sua realtà non era affatto reale. Solo finché il suo pensiero era sottomesso alla falsa suggestione era condizionato a manifestare le costrizioni ch’essa imponeva.

Sarebbe stato un futile tentativo quello di correggere la supposta incapacità fisica con rimedi fisici: il problema non era di tipo corporeo. La sua condizione era puramente mentale, una credenza che appariva come una realtà fisica. L’unica soluzione possibile per lui era di svegliarsi dal suo stato di sogno.

In realtà, l’esistenza è l’espressione puramente spirituale della Mente divina, unica e buona. Solo un erroneo concetto mesmerico della creazione presenta malattia e discordia. Da qui l’importanza di discernere tra ciò che è vero e ciò che è meramente una suggestione ipnotica.

Ho provato quanto sia importante comprendere ciò quando ero un ragazzino. Soffrivo di un serio disordine dell’alimentazione e credevo di non poter mangiare normalmente senza soffrire. Mentre ero sotto l’influenza della credenza che tale condizione fosse una realtà, resistevo con ostinazione ed alzando la voce ad ogni incoraggiamento a mangiare normalmente, nonostante la preoccupazione di chi mi era vicino per quella che loro vedevano come una grave malnutrizione. Grazie alle amorevoli preghiere di mia madre e di un practitioner della Scienza Cristiana, mi ristabilii completamente (vedi la testimonianza dell’autore nel numero di Agosto 1982 de The Christian Science Journal).

In seguito mi resi conto che l’ostinazione cui davo voce con tanta veemenza durante quel periodo non era la mia propria voce, ma puro mesmerismo—una falsa suggestione a mio riguardo che arrivai a prendere per vera. Ciò che tutti quanti attorno a me riconoscevano correttamente essere un comportamento anormale ed autodistruttivo, io l’avevo accettato come completamente naturale, come un fatto assoluto. E difendevo la mia posizione erronea con bellicosa sicurezza. Tuttavia stavo interpretando un ruolo che non era il mio, non molto diversamente dal ragazzo che era convinto di non poter sollevare un bicchier d’acqua. Una volta smascherata l’illusione grazie al risveglio prodotto dal trattamento mediante la Scienza Cristiana, la sua influenza è scomparsa immediatamente, come al risveglio da un sogno.

È utile, allora, chiedersi continuamente: “A chi appartiene il pensiero che sto pensando?”

Esperienze come queste mostrano quanto il pensiero definisce la nostra esperienza—non in un caso, ma in tutti i casi. Esse spiegano perché Gesù, il guaritore più efficace di ogni tempo, non manipolò mai il corpo di un paziente né fece ricorso a pratiche mediche per effettuare una guarigione. Egli doveva solo negare le suggestioni erronee che i suoi pazienti intrattenevano nel pensiero dando testimonianza nelle sue preghiere della loro reale identità a somiglianza di Dio. Testimoniando della Verità divina, Gesù smascherava e contraddiceva mentalmente le credenze ipnotiche che impedivano ai malati di vedere il loro vero sé. Così distruggeva gli effetti di tali credenze e ristabiliva la normalità. Non aveva importanza se uno fosse soggetto all’influenza ipnotica di epilessia, deformità, ereditarietà, paralisi, cecità o perfino morte. Attraverso la Verità cui si teneva saldo con comprensione ed amore, egli rovesciava il codice mortale su come funziona il corpo e rivelava che la vera identità di ciascuno è totalmente spirituale, indistruttibile e governata dalla Mente divina, non dalla materia.

In Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, Mary Baker Eddy spiega che per guarire come faceva Gesù “… dobbiamo prima volgere lo sguardo nella direzione giusta e poi camminare in essa” (pag. 248). Questo implica volgere i nostri pensieri verso ciò che il Cristo, Verità, rivela riguardo al governo di Dio sulla Sua creazione e dichiarare che tutto ciò è vero, a prescindere che appaia o meno essere manifesto sul nostro corpo in quel momento. Questo perché l’affermazione mentale della Verità apre il pensiero al potere della Verità, che cambia il pensiero. Tenendoci ancorati a questa Verità, facciamo esperienza di risultati salutari. Come Mary Baker Eddy scrive in The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany: “Non potete mai dimostrare spiritualità finché non dichiarate di essere immortali e comprendete di essere tali” (pag. 242). Dobbiamo continuamente mantenere nella nostra consapevolezza l’uomo ideale, l’immagine e somiglianza di Dio e guardare costantemente verso questo vero uomo se vogliamo svegliarci dalle contraffazioni mesmerizzanti che il mondo ci mette davanti. In questo modo difendiamo la nostra fortezza mentale dalle distrazioni, piacevoli o dolorose, che ci farebbero deviare dal nostro percorso di progresso.

È utile, allora, chiedersi continuamente: “A chi appartiene il pensiero che sto pensando?” Nella Bibbia, quando Sennacherib si preparava ad attaccare la città fortificata di Gerusalemme, egli tentò di fomentare la paura tra i suoi abitanti inviando messaggeri e lettere che dicevano che nessun’altra città, né i loro dei, erano stati in grado di resistere alle loro forze pesantemente armate. I suoi uomini urlavano false dichiarazioni ai difensori di Gerusalemme, cercando di minare la loro fiducia nel loro re e nel loro Dio. Degno di particolare nota è questo passaggio nel racconto: “gridarono ad alta voce, in lingua giudaica” (II Cronache 32:18). Gli aggressori sapevano che per trovare un orecchio ricettivo nella mente dei difensori, dovevano parlare nella lingua natia dei difensori.

Per ottenere l’accesso alla nostra consapevolezza, una suggestione mesmerica spesso si pone come se fosse il nostro stesso pensiero. Per esempio, se qualcuno cercasse di convincerci che abbiamo delle antenne che ci crescono sulla testa, noi resisteremmo alla suggestione. Ma se pensassimo di avere una nostra mente separata da Dio e che questi fossero i nostri stessi pensieri, potremmo convincerci della verità di tali suggestioni. Per quanto inverosimile possa essere la suggestione delle antenne, considerate quanto poco sia plausibile per un adolescente non essere in grado di sollevare un bicchier d’acqua! 

Comprendere come opera il mesmerismo richiede che esaminiamo ciò che pensiamo per assicurarci di non ammettere suggestioni illusorie che possano indurci ad assumere ruoli che portino ad un comportamento autodistruttivo o dannoso.

Stiamo interpretando ruoli che sono contrari all’uomo che Dio ha fatto e sa che noi siamo—la Sua perfetta somiglianza?

Noi filtriamo l’acqua prima di berla per non ingerire elementi contaminanti. Non dovremmo analogamente filtrare gli elementi mentali contaminanti invece di accettarli? Ci sarebbe molto utile per determinare da dove provengono i nostri pensieri. Riconosciamo che il vero pensiero può venire solo da Dio? O stiamo credendo che ci sono molte menti e che noi stiamo interpretando ruoli che sono contrari all’uomo che Dio ha fatto e sa che noi siamo—la Sua perfetta somiglianza?

Scienza e Salute ci assicura che “coll’andar del tempo il male si svelerà e punirà se stesso.” (pag. 447). Una falsa credenza, essendo una illusione senza fondamento, non è mai reale e non ha mai intelligenza o potere. Una credenza priva di intelligenza o potere non è niente più che una suggestione impotente, una pretesa infondata che non ha alcun effetto. Non può toccare o cambiare la verità spirituale, per quanto minacciosa possa apparire. C’è un solo risultato a cui può giungere una falsa suggestione, cioè che venga rivelata la sua nullità e che si dissolva come nebbia al sole. 

Non possiamo temere di essere vulnerabili quando lavoriamo onestamente per difenderci mentalmente per mezzo dell’umile obbedienza a Dio ed essendo pronti ad abbandonare qualsiasi falsa credenza, piacevole o dolorosa, che abbiamo abbracciata come nostra ed a cui, magari, ci siamo ancorati per anni. Anche le credenze di lunga data non possono sfuggire ai raggi purificanti dello Spirito. “Non li temete dunque; poiché non v’è niente di nascosto che non abbia ad essere scoperto,” assicura Cristo Gesù ai suoi discepoli (Matteo 10:26). 

Tutti coloro che desiderano vivere una vita salutare e prosperosa non possono permettersi di cedere il controllo del proprio equilibrio fisico e mentale ad influenze che non servono il buon proposito di Dio. La nostra salute ed il nostro benessere valgono qualsiasi sforzo ci voglia per difendere la purezza della nostra consapevolezza tenendoci saldi alla Verità che rende liberi, per quanto impervio possa sembrare il cammino. Possiamo e dobbiamo mettere da parte il falso personaggio che il mondo chiama “uomo” —“l’uomo vecchio coi suoi atti”, come lo descrive San Paolo (Colossesi 3:9)—e “rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità” (Efesini 4:24). Allora ci troveremo “come lui”—come il Cristo—“perché lo vedremo come egli è” (I Giovanni 3:2)—integri e liberi.


Abbiate in voi la stessa mente che è stata anche in Cristo Gesù. 

—Filippesi 2:5, >secondo la versione King James

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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