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Preghiera per perdite e furti

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 5 luglio 2018

Originariamente scritto in portoghese e pubblicato prima su JSH-Online.com ed in seguito sul numero del 22 maggio 2014 de The Christian Science Journal


Una sera, mentre partecipavo ad una riunione di testimonianze del mercoledì nella Chiesa filiale di cui sono membro, una donna raccontò la testimonianza di una volta in cui lei e suo nipote si trovavano ad un concerto e d’improvviso si accorse di aver perso il portafogli. Poiché il ragazzino si stava divertendo molto, lei non volle interrompere il divertimento e decise di cercare il portafogli alla fine del concerto.

La donna mantenne la calma e pregò riflettendo sulla presenza costante dell’armonia e del bene di Dio.  Finito il concerto, ripercorse i posti dove erano stati. Uno degli addetti alla sicurezza del concerto aveva trovato il portafogli e glielo restituì.

A seguito di questa testimonianza, un uomo, anche lui membro della nostra chiesa filiale che aveva perso il portafogli alcuni giorni prima, sentì rinnovata speranza. Questo uomo continuò a pregare, riconoscendo che l’onestà ed il desiderio di aiutare il proprio prossimo sono qualità inerenti in tutti uomini, donne e bambini.

Proprio il giorno seguente, l’uomo ricevette una telefonata che lo informava che qualcuno aveva portato il portafogli all’ospedale militare di Rio de Janeiro avendo trovato all’interno un documento che lo identificava come un ufficiale militare. Il mercoledì seguente, l’uomo condivise questa dimostrazione della sollecitudine di Dio alla riunione di testimonianze alla mia chiesa filiale.

Dopo aver sentito queste testimonianze, pensai a come la preghiera screditi con efficacia le false premesse che giustificherebbero la perdita o il furto.

Riflettei anche sul secondo capitolo della Genesi, dove la creazione dell’uomo è descritta da un punto di vista materiale. Inoltre, nel terzo capitolo leggiamo che l’armonia dell’uomo fu interrotta da un atto di disobbedienza e che, come conseguenza, l’uomo fu cacciato dal giardino dell’Eden e maledetto:  “il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita …  mangerai il pane col sudore del tuo volto” (Genesi 3:17 e 19).

Per me questa narrazione della creazione sta alla base del concetto generalmente accettato che il lavoro sia inevitabilmente gravoso e causa d’affanno e raramente produca qualche ricompensa o provvisione. Questo induce qualcuno alla tentazione di evitare la parte del lavoro che prevede il “sudore” ovvero lo sforzo e semplicemente rubi il “pane” di qualcun altro. Dal mio punto di vista, questa è la premessa per furtarelli, reati più gravi e per qualsiasi situazione in cui qualcuno sembra trarre profitto a discapito di qualcun altro. Come possiamo ricusare questa premessa? Come possiamo proteggerci?

L’Amore divino non ha necessità di portare via ad un figlio per dare ad un altro, ma fornisce ad ognuno equamente ed abbondantemente tutto quello di cui ha bisogno.

Possiamo negare la falsa premessa di essere condannati a faticare senza progredire comprendendo il primo capitolo della Genesi che presenta la base scientifica della creazione spirituale dell’uomo e dell’universo. In questo capitolo, leggiamo che Dio creò l’uomo a Sua immagine e gli diede dominio su tutta la Terra. Dio disse all’uomo: “Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, ed ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento” (Genesi 1:29). Per me questo verso mostra che Dio creò tutto il necessario per provvedere all’uomo in modo continuo, abbondante ed armonioso.

Questa creazione, che è spirituale, armoniosa ed eterna, è considerata molto buona dal Creatore e questa è l’unica vera creazione che esista. Questo è il fondamento per la preghiera che identifica l’uomo non come imperfetto, disonesto ed incompleto, ma come perfetto, retto e costantemente sostentato.  Riconoscere la creazione di Dio come spirituale e perfetta è la nostra migliore protezione.

Pensai anche a due dei Dieci Comandamenti: “Non rubare” e “Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo”  (Esodo 20:15 e 17). Questi comandamenti mettono in chiaro che non solo è sbagliato appropriarsi di ciò che non ci appartiene, ma che desiderare con invidia ciò che appartiene al nostro prossimo non è in accordo con la guida divina.

Mentre riflettevo su queste idee, realizzai anche che è facile obbedire a questi comandamenti quando osserviamo il Primo Comandamento: “Non avere altri dii nel mio cospetto” (Esodo 20:3). Quando riconosciamo un solo Dio e Gli siamo fedeli, accettiamo la Sua onnipotenza, onnipresenza ed onniscienza; riconosciamo ed abbiamo fiducia che Dio è Amore infinito, la fonte di tutto il bene, che riversa costantemente infinite benedizioni sui Suoi figli. Comprendendo questo, realizziamo che non abbiamo bisogno di prendere ciò che non ci appartiene o di desiderare ciò che appartiene al nostro vicino.

In Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, Mary Baker Eddy scrive: “L’Amor divino ha sempre provveduto e sempre provvederà ad ogni bisogno umano” (pag. 494). Non ha affermato che l’Amor divino provvederà ai bisogni umani sporadicamente o in cambio di un lavoro affannoso e pesante, ma che l’Amore provvede sempre ai nostri bisogni; in altre parole, in ogni momento  ed incondizionatamente. 

La preghiera che riconosce la perfezione e l’armonia della creazione di Dio e dell’amore di Dio per tutti i Suoi figli, ci protegge e può anche proteggere il nostro prossimo.

Un giorno, camminando lungo il marciapiede nei pressi di casa mia, mi fermai ad un semaforo aspettando il verde per i pedoni e vidi due tizi che armeggiavano con la serratura  di una bicicletta che era stata legata ad un lampione.  Sembrava he la bicicletta non fosse loro e che volessero prenderla. Corressi questo pensiero pregando per comprendere che le necessità di tutti i figli di Dio sono soddisfatte dall’Amore divino e che quei giovani avevano il diritto di godere dell’infinita provvisione di Dio. L’Amore divino non ha necessità di portare via ad un figlio per dare ad un altro, ma fornisce ad ognuno equamente ed abbondantemente tutto quello di cui ha bisogno.

Il semaforo diventò verde ed io iniziai ad attraversare la strada; un uomo che stava osservando la stessa scena, mi sorrise e disse: “Non vedono l’ora di rubare quella bici”. Gli sorrisi anche io, ma non commentai. Continuai solamente ad affermare che la verità spirituale dell’uomo di Dio è più potente di qualsiasi opinione umana contrastante, e continuai a camminare.

Vidi poi che i due ragazzi avevano smesso di tentare di prendere la bici e se ne erano andati. Dopo alcune ore, mentre ero di ritorno lungo la stessa via, notai che la bici era ancora lì. Ero contenta perché mi resi conto che la preghiera che nega la suggestione che l’uomo possa perdere qualcosa o possa causare perdite al suo simile, ci protegge e può aiutare anche a proteggere coloro che ci circondano.

Sono grata di essere in grado di appoggiarmi su ciò che imparo attraverso lo studio della Scienza Cristiana e sono grata di dimostrare che nella creazione di Dio “…ciò che benedice uno, benedice tutti” (Scienza e Salute, pag. 206).

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Cecília Terrana vive a Rio de Janeiro in Brasile.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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