Mentre prendevo posto su un aereo, in partenza per la tappa successiva di un lungo viaggio d’affari, sentii un uomo rivolgersi al passeggero accanto a lui, dietro di me, e dire: «Sono molto felice che viviamo qui. Amo la nostra casa e i nostri vicini». Non era mia intenzione origliare, ma la sincerità espressa dalla sua voce attirò la mia attenzione. Quindi aggiunse: «Sono grato per i nostri amici e per il mio lavoro qui. Sono grato per avere te!»
Il tutto accadde un anno fa, eppure ricordo perfettamente le sue parole. Perché? Perché l'elenco delle cose per cui si sentiva sinceramente grato fece sentire grata anche me. Pensai al bene presente nella mia vita e intorno a me, e il senso di spossatezza che mi aveva accompagnato fino a quel momento sparì completamente e arrivai alla destinazione successiva piena di gioia ed energie.
Più che semplice pensiero positivo, la gratitudine può essere una potente forza spirituale per il bene, che rende chi la prova ricettivo alla guarigione.
La gratitudine è stata l’elemento di svolta quando mi sono ritrovata in una situazione disperata.
La gratitudine è stata l’elemento di svolta quando mi sono ritrovata in una situazione disperata. Essendo malata ormai da qualche tempo, ero molto scoraggiata. La lista di ciò che sembrava andare male appariva crescere di ora in ora, ed ero estremamente stanca di tutto.
Alla ricerca di ispirazione, aprii la Bibbia e capitai al libro di Habacuc che conoscevo molto poco. Cominciando a leggere, notai molti «Guai a chi fa questo» e «Guai a chi fa quello»: come avrebbero potuto aiutarmi queste affermazioni? Poi però, continuando a leggere, rimasi colpita dal passaggio finale che interrompeva il flusso di pensieri negativi precedenti: «Ma l’Eterno è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in presenza sua!» (capitolo 2:20).
Per me fu come un grande: «Smettila!», riferito alla lista di guai che si agitavano nella mia mente. Nel Christian Science Hymnal [Innario della Scienza Cristiana], c’è una strofa che amo molto:
Un grato cuor un tempio è,
un altare così puro e candido,
dove gli angeli della Sua presenza
vegliano con calma giorno e notte.
(Ethel Wasgatt Dennis, inno n. 3, © CSBD)
Pensai a come l’antidoto per ogni male si possa trovare nel Santo «tempio» della gratitudine, nel riconoscimento di Dio come abbondante bene divino. Il bene che proviene da Dio, che conosce solo pace e armonia, è più potente di ogni male perché è inesauribile.
Queste idee suscitarono in me un cambiamento. Cominciai ad «abitare» nel tempio della gratitudine con maggior consapevolezza, pensando al bene che avevo vissuto nella mia vita che sapevo provenire da Dio.
Così facendo, capii che è impossibile sentirsi scoraggiati e sinceramente grati allo stesso tempo. La vera gratitudine è una manifestazione della bontà di Dio che si riflette in noi, e non ha origini umane. È una qualità divina che si riflette in ognuno di noi perché siamo la creazione di Dio. Ciò significa che nessuno può rimanere chiuso fuori dal tempio della gratitudine — tutti sono in grado di sentirsi grati, indipendentemente dalle circostanze umane.
Questo non vuol dire dimenticare o ignorare le cose brutte, ma al contrario, riconoscere la supremazia di Dio, il bene, ci prepara a superare le difficoltà e amplifica la bontà di Dio in modo tangibile. Nel momento in cui ammettiamo la presenza del bene spirituale per tutti, la gratitudine si espande nella nostra coscienza e si sostituisce all’oscurità mentale, al dubbio e allo scoraggiamento.
Riconoscere la supremazia di Dio, il bene, ci prepara a superare le difficoltà.
Nel mio caso, la gratitudine interruppe la sequenza di quei «povera me» che mi scoraggiavano e mi impedivano di riconoscere, ascoltare e percepire la presenza di Dio, il Cristo guaritore – quel messaggio divino di amore diretto ad ogni singola persona — che Gesù espresse così pienamente. Cominciò dunque un rapido recupero dalla malattia, e in un tempo molto breve mi rimisi completamente.
Lo spirito di gratitudine è uno stato mentale salutare ogni giorno dell’anno. Ecco qui il resto dell’inno di cui ho riportato una strofa, che ci ricorda cosa significhi avere un cuore grato e cosa faccia per tutti noi:
Un cuore grato è un giardino,
dove c’è sempre posto
perché ogni meravigliosa grazia divina
fiorisca a perfezione.
Un cuore grato è una fortezza,
una torre affidabile e robusta,
dove l’onnipotenza di Dio, rivelata,
riveste l’uomo di grande potere.
. . . . . . .
Concedici allora, caro Padre-Madre, Dio,
qualunque altra cosa accada,
questa generosità di un cuore grato
che ama e benedice tutti.