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La scomparsa della materia

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 13 febbraio 2019

Originariamente pubblicato sul numero di dicembre 1981 de The Christian Science Journal


Talvolta coloro che sono estranei alla metafisica cristiana non ne comprendono i punti fondamentali. Altre volte sono coloro che ne sono esperti a non capire adeguatamente quegli stessi punti. In effetti, è grazie alla chiarezza e precisione che gli Scientisti Cristiani riescono a percepire delle verità spirituali che aiutano ad eliminare le vedute scorrette altrui. Spesso è facile pensare di correggere gli altri; ma ciò è un po’ più difficile quando ci si rende conto della necessità di capire le cose in modo perfetto prima di tutto nel nostro pensiero.

Non possiamo assolutamente dare per scontate le verità familiari contenute nella Bibbia e negli scritti di Mary Baker Eddy. È necessario studiare a fondo questi libri, scandagliando la pienezza e la precisione del loro significato. Ad esempio, quale impatto ha su di noi la considerazione che la materia è irreale? Abbiamo forse solo una vaga sensazione che gli oggetti intorno a noi, o addirittura il nostro corpo, non riescano veramente a rappresentare la vera sostanza? O, peggio ancora, sorvoliamo su questo concetto nella convinzione che la sua comprensione appartenga al futuro? In tutta onestà, non possiamo aspettarci che l’umanità comprenda senza studiare quello che noi stessi non abbiamo ancora completamente compreso, pur con lo studio.

La Scienza divina insegna incondizionatamente che la materia deve scomparire in presenza dello Spirito. Ma senza una spiegazione o un’applicazione, tale concetto è poco più che una teoria per lo Scientista e quanto meno sconcertante per il principiante. Ma cosa intendiamo col termine “materia”? Pensiamo forse che gli oggetti che ci circondano debbano scomparire: un secchio di vernice, un pezzo di corda, un sacco di patate? Se è così, stiamo fluttuando in mezzo a teorie nebulose che trascendono quello che facciamo nella pratica. Eppure c’è qualcosa di molto pratico ed immediato nella scomparsa della materia adesso.

Per il metafisico cristiano che sta ponderando la natura della realtà, la materia non viene semplicemente definita sotto forma di oggetti fisici – dei bei pacchetti misurati in litri, metri e chilogrammi. La “materia” è un termine che indica restrizione, riduzione, limitazione; suggerisce la consapevolezza di un’esistenza limitata dai muri della restrizione. In una parola: la materia è mortalità. E la supposta sostanza che normalmente consideriamo materia, fintanto che soggetta a deterioramento e cambiamento improvviso o graduale, non simbolizza altro che un modo di pensare finito. 

Quindi, quando riflettiamo sull’irrealtà della materia, stiamo ragionando sul fatto che la vera esistenza dell’uomo quale espressione immortale dello Spirito è senza limiti, senza confini; il nostro vero essere continua a svilupparsi all’interno della bontà infinita di Dio – non viene circoscritto dal dubbio o dall’ignoranza, dalla rabbia o dall’odio. Rigettiamo la materia quando ci rifiutiamo di credere che la nostra vita sia costruita su tali concetti finiti. Stiamo mettendo in dubbio il senso materiale costrittivo stesso – non semplicemente i vari oggetti che il senso materiale non può fare a meno di rappresentare come mortali.

Quando percepiamo la presenza di Dio – quando viviamo la gioia, la purezza e l’integrità spirituali – non stiamo perdendo un senso di sostanza; stiamo invece acquisendo una base d’esistenza più ampia, sostanziale e permanente. Il vero essere, la coscienza individuale, prende forma dalle qualità illimitate di Dio. La forma, il colore, la sostanza e il profilo reali sono l’espressione dello Spirito senza limiti; non vengono contenute dalle recinzioni del pensiero mortale. “Lo Spirito e le sue formazioni sono le sole realtà dell’essere”, ci spiega Mary Baker Eddy, la nostra Leader. “La materia scompare sotto il microscopio dello Spirito” (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, p. 264).

È naturale che la prospettiva di abbandonare la materia ci spaventi, se la si accetta come la vera sostanza. Una volta che ci si rende conto che la materia non è una realtà indipendente dalla nostra consapevolezza, ma è essenzialmente la proiezione del pensiero limitato, si sarà obbligati a riesaminare le proprie riserve sull’idea di lasciarla andare. Non ci si sentirà immediatamente contenti di abbandonare le restrizioni mentali. Non è così facile convincersi ad abbandonare le proprie vedute sebbene rendano prigionieri. Per natura, la mente mortale teme l’infinito perché, per definizione, l’immortalità segnala la fine di qualsiasi tipo di credenza nella mortalità.

Tuttavia, una volta che appuriamo che la scomparsa della materia significa veramente la scomparsa del pensiero limitato – delle paure, delle impurità, dell’ostinazione – un mondo completamente nuovo (per non dire i nuovi cieli e la nuova terra) si apre dinnanzi a noi. Iniziamo a comprendere meglio Cristo Gesù, la sua missione, il suo messaggio e come riusciva a guarire.

In una certa misura, la nascita stessa di Gesù rappresenta una rottura con la materia, un allontanamento dal concetto mortale limitante sull’origine dell’uomo. Egli arrivò a comprendere completamente che l’uomo non è fatto di limitazioni: non è costituito da un insieme di geni, limitato dal passato e costretto all’interno dei confini terreni della malattia, dell’immoralità e della morte. Cristo Gesù riconobbe la natura originale illimitata dell’uomo come immagine, come rappresentante, di Dio, della Mente divina. Vide questo fatto con una tale chiarezza che le delimitazioni della malattia e del peccato, dell’arroganza e della morte, cedettero. La sua convinzione della totalità di Dio abbatté le barriere mentali opposte. Nella Bibbia troviamo la descrizione dell’effetto guaritore indotto dall’abbattimento di queste false limitazioni dovute al pensiero basato sulla materia: un uomo paralitico torna a camminare; un bambino riacquista la salute; le moltitudini vengono sfamate; la tempesta viene placata.

Anche oggi, cedendo all’espansività dello Spirito, le credenze limitanti come la malattia, il peccato e il male di ogni genere, vengono abbattute. La materia, vale a dire l’espressione della mentalità limitata e falsa, svanisce. Siamo liberati. Ad esempio, la paura cede alla sicurezza dell’Amore divino; la vitalità spirituale sostituisce l’apatia; l’intelligenza elimina l’ignoranza.

La materia scompare ogni giorno di più per colui che studia la metafisica divina. La carne (la ristrettezza delle vedute materiali) cede davanti alla spiritualità. “Le limitazioni sono tolte in proporzione allo scomparire della natura carnale, e l’uomo appare nel riflesso dello  Spirito” (Retrospezione e Introspezione, p. 73), scrive la nostra Leader. Si verifica un rinnovamento nel quale la coscienza cristica prende il posto del senso materiale d’identità. E qual è in definitiva la lezione che insegna il Maestro? Ci stava forse mostrando come diventare dei mortali molto felici, sani e simpatici? Naturalmente no; ci stava indicando come arrivare alla salvezza completa, come uscire del tutto dalla mortalità.

Gesù ci diede la completa dimostrazione del fatto che tutta la materia, tutte le credenze restrittive, alla fine scompaiono quando dimostriamo pienamente l’uomo che è l’espressione perfetta della Mente onnisciente. L’uomo non scompare. La sostanza non scompare. I limiti scompaiono perché Dio è senza limiti e l’uomo è la Sua immagine. L’ascensione di Gesù dimostrò inconfutabilmente che il vero essere è completamente privo di materia.

Tu ed io possiamo entrambi tagliare quotidianamente gli arbusti della credenza mortale che vorrebbero ricoprirci. Anche la guarigione più modesta costituisce la distruzione del male; è l’evidenza della presenza di Dio come descritta dal Salmista: “egli fa udire la sua voce, la terra si strugge” (Salmi 46:6).

Proprio ora possiamo attribuire alla verità metafisica il vero significato , ovvero che la materia scompare alla luce dello Spirito. E alla fine, tramite il rinnovamento spirituale e la guarigione scientifica, ci eleveremo al di sopra di tutti i pensieri limitati; raggiungeremo la nostra ascensione. 

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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