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Per trovare equilibrio, mettete a fuoco il quadro generale

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 26 giugno 2019

Originariamente pubblicato sul numero del 17 giugno 2019 del Christian Science Sentinel


Eccomi lì, seduta sul divano e prossima alle lacrime. “Ci dev’essere un modo migliore. Così non va per niente bene”, pensavo fra me e me. Nonostante amassi tutti gli aspetti della mia vita — un marito affettuoso e due bambini piccoli, responsabilità professionali appaganti che non ostacolavano i miei impegni casalinghi, e infine essere membro di una Chiesa filiale del Cristo, Scientista dove mi trovavo come in famiglia — mi sentivo sempre più sopraffatta, senza supporto e del tutto esausta.

Non credo di essere l’unica ad essersi sentita così. In questi ultimi anni ho notato un numero crescente di articoli che parlano di come le donne (e specialmente le madri) debbano gestire a dismisura le faccende di casa e il carico emotivo della famiglia, oltre alle proprie responsabilità professionali. Il tema di quest’anno della “Giornata Internazionale delle Donne” è stato #EquilibrioPerIlMeglio — un richiamo alla consapevolezza e all’azione per migliorare le suddette e altre disparità di genere nella società.

È una questione importante. Ho l’impressione che sotto tutte queste spinte verso il progresso e il cambiamento, a livello personale o collettivo, ci sia un desiderio universale di uomini e donne di essere valorizzati e sostenuti, e di trovare nella vita quotidiana un ordine e un equilibrio stabili, a prescindere dalle circostanze.

Da Scientista Cristiana di lunga data, abituata a pregare per ogni genere di problema, avevo scoperto che le soluzioni permanenti si trovano grazie alla preghiera, e infatti avevo già pregato per questa situazione specifica. Tuttavia, le mie preghiere tendevano a essere in parte preghiera, ma in parte volevano dire a Dio come le cose e le persone avrebbero dovuto cambiare per avere concrete speranze di risolvere la questione.

Infine, frustrata dalla debolezza delle mie capacità di porre fine al problema, decisi di pregare in modo diverso. Misi a tacere i miei ragionamenti interiori e aprii il mio cuore all’ascolto. Ed ecco che proprio quando meno me lo aspettavo, come d’altronde era sempre accaduto prima, arrivò la risposta.

Un giorno, mentre camminavo e cercavo di rivolgermi sinceramente a Dio in preghiera, dissi mentalmente: “Non so proprio come mettere tutti i pezzi a posto, Dio. Mostrami come fare”. Non feci in tempo a concludere questo pensiero che mi venne un’idea, così chiara che sembrava ci fosse qualcuno che parlava mentre camminava accanto a me. Era del tipo: “Non puoi assemblare un puzzle concentrandoti separatamente sui singoli tasselli. Lo risolvi mettendo a fuoco il quadro generale”.

In un attimo la risposta mi fu chiarissima. Avevo passato le giornate a fissare i pezzi della mia vita — i bambini, i lavori domestici, le liste delle cose da fare, il lavoro per la chiesa, le responsabilità professionali, il matrimonio, le amicizie — come fossero tasselli di un puzzle sparpagliati sul tavolo. Non importava quante volte li giravo e rigiravo cercando di forzare l’incastro, non combaciavano. Compresi allora che dovevo smetterla di rimuginare sull’apparente caos della mia vita e vederla invece da una prospettiva spirituale.

L’equilibrio spirituale arriva quando si sente e si vive la propria unità con Dio, ed è possibile per ognuno e in qualsiasi momento.

La vita di Cristo Gesù è un esempio perfetto di come fare. Era molto impegnato: faceva da mentore ai suoi discepoli; viaggiava dappertutto, predicando, dando insegnamenti e il suo ministero di guarigione era molto attivo. La Bibbia riporta come a volte Gesù prendeva delle pause dagli altri per pregare, ma più spesso racconta di folle di persone che lo seguivano facendogli di tanto in tanto cambiare la destinazione prefissata. E tuttavia non sembra che tutte queste richieste lo infastidissero. Aveva una chiara visione della sua missione di Messia e capiva la natura spirituale dell’uomo e la sua indistruttibile relazione con Dio. Diceva, per esempio, di se stesso: “Io e il Padre siamo uno” (Giov. 10:30) e “Io non posso far nulla da me stesso” (5:30).

Gesù comprese di non essere lui stesso responsabile di portare pace, ordine ed equilibrio, e di essere piuttosto una trasparenza per l’amore di Dio — amore che Dio esprime in tutti noi e in ogni istante. Così Gesù rifletteva la presenza di equilibrio e pace persino nel bel mezzo delle situazioni più caotiche.

Il compito che avevo, quindi, era quello di comprendere con più chiarezza il quadro generale — di Dio come mio Padre-Madre e di me stessa come Sua amata figlia — e di far costante riferimento a questo quadro per tutto il giorno, a prescindere dalle circostanze. Pur non avendo ancora dimostrato al meglio tutto ciò, una recente esperienza mi ha fatto intravedere come sia d’aiuto tenere a mente questo quadro generale di Dio, Spirito divino, e della Sua creazione per ristabilire e mantenere ordine ed equilibrio nella nostra vita.

Una mattina, mi alzai più presto del solito e decisi di approfittare del momento di calma per pregare. Ero alquanto elettrizzata per il fatto di riuscire a mantenere la concentrazione e di essere tanto lucida così di buon’ora (solitamente una sfida per me). Ma non appena mi misi a studiare la Lezione Biblica settimanale del Libretto Trimestrale della Scienza Cristiana, ecco che mio figlio, tutto assonnato, irruppe nella stanza.

Pensieri familiari cominciarono a riecheggiare nella mia mente: “Lo vedi, ecco perché non riesco a finire mai niente!” Ricordai allora l’analogia con i singoli tasselli del puzzle e il quadro generale — l’amore infinito di Dio, la Sua bontà, la Sua armonia, riflessi nella Sua intera creazione. Il mio chiacchiericcio mentale cessò all’istante e fui pervasa da un senso di calma. Accomodatami con mio figlio, cominciammo a parlare di Dio e a pregare insieme. La conversazione fu spontanea, ispirata e consacrata per tutti e due. 

Ciò che inizialmente era sembrata una spiacevole interruzione, si rivelò invece un’opportunità per intravedere il vero equilibrio: dinamismo centrato su Dio e ispirato da Dio, con ben poca traccia, se non nessuna, di sforzo e volontà miei personali. I margini che delineavano i vari tasselli della mia vita si dissolsero: non c’era più un “tassello famiglia” che doveva (o non doveva) combaciare con il “tassello preghiera”. Era solo un magnifico dispiegamento dell’Amore divino, Dio, che accoglieva me e mio figlio in modo totale soddisfacendo le necessità di entrambi.

Ho imparato che l’equilibrio spirituale, nella sua piena espressione, arriva quando percepiamo e viviamo la nostra unità con Dio. E questa è una possibilità per ognuno di noi e in qualsiasi momento.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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