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Possiamo rivedere la nostra storia umana?

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 27 febbraio 2019

Originariamente pubblicato sul numero di dicembre 2017 de The Christian Science Journal


Da giovane, Mary Baker Eddy dovette affrontare parecchie prove difficili, fra cui la separazione forzata dal suo unico figlio. La Scopritrice e Fondatrice della Scienza Cristiana ci ha lasciato dei brevi resoconti di questo tragico periodo della sua vita, nel capitolo “Matrimonio e Maternità” del suo libro autobiografico Retrospezione e Introspezione. Eppure, più avanti nello stesso capitolo, ci sottolinea che “La storia umana ha bisogno di essere riveduta, e la narrazione materiale cancellata” (pag. 22). Ci dice anche che “È bene sapere, caro lettore, che la nostra storia materiale e mortale non è che il racconto di sogni, non dell’esistenza reale dell’uomo, ed il sogno non ha posto nella Scienza dell’essere.” (pag. 21).

Dire che la vita nella materia è un sogno è un’affermazione audace, dacché la vita materiale appare così reale, con tutta la sua storia pregna di dolore e patimenti. E poi la vita, ne “la Scienza dell’essere”, può sembrarci astratta, vaga e priva di evidenze concrete. Ma l’intensa tristezza personale, provata dalla Sig.ra Eddy, la incitò a ricercare la verità più profonda della vita, giungendo così alla comprensione che l’unico beneficio che si poteva trarre dalla sofferenza era di affrancarsi dalla materialità e rivolgersi alla sottostante verità spirituale dell’essere. Infatti, scrive: “L’intento celeste delle ombre terrene è di purificare gli affetti, riprovare la coscienza umana e volgerla con gioia da un falso senso materiale di vita e felicità alla gioia spirituale e al vero apprezzamento dell’essere.” (Retrospezione e Introspezione, pag. 21).

Ma la Sig.ra Eddy dove ha trovato le prove che questo vero apprezzamento dell’essere è davvero spirituale e subentra al falso senso dell’essere? Nei suoi scritti ci chiarisce che l’unica fonte autorevole della sua scoperta è stata la Bibbia (vedi per esempio Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 126). Fu per lei una rivelazione proveniente da Dio, e la validità della scoperta è comprovata dalle attuali guarigioni. 

La Bibbia non ci informa forse che il nostro vero essere non è costituito da una serie di eventi materiali che si svolgono nella materia? Ma certo! Leggiamo infatti, nel primo capitolo del Genesi, che Dio fece l’uomo a Sua immagine (vedi i versetti 26 e 27). Mary Baker Eddy concluse che se Dio è Spirito allora, per essere a Sua immagine, anche l’uomo deve essere spirituale, e ci spiega: “Il vero uomo non è polvere e non è mai creato mediante la carne; perché suo padre e sua madre sono lo Spirito uno, e i suoi fratelli sono tutti figli di un solo genitore, il bene eterno.” (Retrospezione e Introspezione, pag. 22).

La Bibbia non ci illustra anche che la credenza in quest’uomo di polvere, fondato sulla materia, è un sogno che può essere rimosso o cancellato? Certamente! Quante volte Gesù ha riveduto la storia umana e ne ha cancellato la narrazione basata sulla materia? Guarì una donna affetta da un “flusso di sangue” da dodici anni (vedi Matteo 9:20-22), un’altra donna tutta curva da diciotto anni (vedi Luca 13:11-13), un uomo la cui infermità, che perdurava da trentotto anni, lo condusse alla piscina di Bethesda, nella speranza di un miracolo (vedi Giovanni 5:1-9), e resuscitò Lazzaro, che era già morto da quattro giorni (vedi Giovanni 11:1-44). Gesù non fu intimidito da anni e anni di storia umana, perché sapeva che il potere della Verità rivela il vero uomo della creazione di Dio, cancellando in tal modo qualsiasi testimonianza materiale.

Quando, nella nostra esperienza personale, ci sembra di accumulare sofferenze o storie dolorose, possiamo anche noi trovare sollievo grazie a questa comprensione Cristica che l’uomo di polvere non è nient’altro che un sogno. La via consiste nel ragionare spiritualmente e in modo scientifico, cosicché il pensiero vada oltre le false apparenze dei nostri sensi materiali e giunga a valide e logiche conclusioni. 

Considerate, ad esempio, queste affermazioni di causa-effetto:

  1. Dio è Spirito, quindi qualunque cosa Dio crei, incluso l’uomo, dev’essere spirituale, deve appartenere allo Spirito e non alla materia. 
  2. Dio è Tutto-in-tutto, l’unico creatore, quindi la creazione spirituale di Dio dev’essere l’unica creazione. 
  3. Se Dio è Spirito e Tutto-in-tutto, come e dove potrebbe esistere la materia o una creazione materiale?

Ricordo la volta che mia moglie tornò a casa da una lunga camminata dove si fece male alla gamba. Mi disse della sua dolorosa ferita e la mia replica fu immediata: “Non è mai accaduto.” La mia risposta non era intesa come cinica negazione di un fatto apparente, bensì come replica amorevole basata su tale comprensione dell’uomo in quanto spirituale, inseparabile da Dio-Spirito e quindi incapace di una storia mortale che possa comportare lesioni. Nel giro di pochi passi, dove realizzò l’intento guaritore della Verità insito nella mia dichiarazione, si rivolse a me dicendomi: “Il dolore è svanito”. La rappresentazione materiale della ferita era stata cancellata e la storia umana riveduta di conseguenza, per riflettere un’esperienza priva di dolore. Fummo davvero lieti della sua libertà.

Tali esperienze rafforzano la nostra convinzione della presenza e del potere della Verità divina e della sua creazione spirituale, che smentisce la realtà apparente di una esistenza materiale colma di storie di peccati, malattie, malanni e morte.

Armati di questa irrefutabile e sempre presente Verità, possiamo essere ben saldi nell’asserire l’unica e sola vera testimonianza della creazione di Dio. Così facendo seguiremo le orme di Gesù, come quando guarì l’uomo cieco fin dalla nascita (vedi Giovanni 9:1-7). I suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: “Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?” Avevano infatti accettato la narrazione materiale della storia umana di quest’uomo. Gesù invece non l’accettò, e rispose che “Né lui né i suoi genitori hanno peccato, ma ciò è accaduto, affinché siano manifestate in lui le opere di Dio”. Questa potente dichiarazione punta alla verità di fondo che l’origine spirituale e senza peccato dell’uomo è la sola e unica “vera previsione dell’essere.” Tale realtà, dell’attuale stato spirituale dell’uomo, fu dimostrata nel recupero totale della vista di quell’uomo, dando così, sia a noi che ai suoi discepoli, prova tangibile che la storia umana può davvero essere riveduta e la narrazione materiale cancellata. 

Siamo oggi benedetti dagli insegnamenti e dalle opere di Cristo Gesù, che ci ha mostrato quanto la narrazione materiale della vita nella materia non è affatto la solida realtà che sembra essere. Le numerose guarigioni compiute da Gesù ci illustrano il potere della Verità, che va ben oltre la testimonianza dei sensi materiali, e obbliga il nostro pensiero a considerare la realtà spirituale sempre all’opera. Siamo ulteriormente benedetti dalla scoperta di Mary Baker Eddy della Scienza Cristiana, che spiega il Principio divino operante a sostegno dell’opera Messianica. Ciò ci consente di abbandonare la falsa testimonianza di una realtà basata su eventi materiali e di volgerci con gioia verso la vera storia della nostra realtà che si fonda invece sullo Spirito. E si vedranno allora guarigioni comprovate, grazie alle preghiere e alla propria comprensione spirituale.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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