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Ricostruire: un’opportunità di rinnovamento spirituale

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 2 maggio 2019

Originariamente pubblicato sul numero del 22 aprile 2019 del Christian Science Sentinel 2019


Nota della redazione:

Cari lettori,

questa settimana le esplosioni terroristiche che hanno causato molti morti in alcune chiese dello Sri Lanka ci addolorano enormemente pensando a coloro che affrontano una perdita di gran lunga più evidente e personale, perciò vi invitiamo ad unirvi a noi nell’affrontare anche questo evento con la preghiera.

Quest’ ultima notizia giunge dopo quella di settimana scorsa sull’incendio che ha devastato Notre-Dame. Fortunatamente a Parigi nessuno ha perso la vita, e sappiamo che non si è trattato di un attentato. Durante e dopo l’incendio, le nostre preghiere erano concentrate sul tragico senso di perdita, ulteriormente acuito a causa della perdita di vite umane in Sri Lanka. Tuttavia, Dio, che è Amore e Vita, consola il cuore e ci insegna ad amare, anche di fronte all’odio e alla distruzione. Lunedì dell’Angelo è il giorno in cui celebriamo la risurrezione di Gesù – la prova finale che, anche dove il male sembra predominare, il potere di Dio è l’unico vero potere.

La redazione


Come molti altri, il giorno dopo l’incendio sono andata lungo le sponde della Senna per vedere che ne era stato di Notre Dame dopo un’intera notte di lotta contro le fiamme.

La folla accorsa era davvero impressionante, costituita non solo da parigini e da abitanti delle periferie, ma anche da molti turisti. Si percepiva nell’aria un senso di dolcezza e reverenza, una palpabile sensazione di affetto, si parlava con gli sconosciuti come fossero vicini di casa, accomunati da un senso di appartenenza e premuroso interesse.

La solidarietà espressa da credenti e non credenti mostrava che qualcosa di profondo era stato toccato nell’umanità. Gli amanti dell’arte piangevano, i religiosi erano toccati nel cuore della loro fede e cittadini e visitatori stavano realizzando che forse alcune cose non sarebbero più state le stesse. Capolavori storici e culturali umanamente insostituibili sono svaniti per sempre. La fragilità di ciò che una volta pensavamo sarebbe stato lì per sempre improvvisamente ha catturato la nostra attenzione.

Mentre camminando avevo questi pensieri, vidi i primi segni che ci sarebbe stato un rinnovamento. Cominciarono ad affluire espressioni di sostegno economico da parte di molti dalla Francia e dal mondo, e il presidente francese ha annunciato: “Noi la ricostruiremo”.

Forse il motivo per cui persone di provenienze così diverse si sono spontaneamente raccolte in un comune senso di rispetto è che in molti hanno provato nella vita in un modo o in un altro un simile sentimento di irreparabilità e di enorme perdita. In tanti, ad un certo momento, hanno capito di aver toccato il fondo e che sarebbe stato difficile risollevarsi.

Nella mia esperienza ho avuto modo di apprezzare la frase di Mary Baker Eddy contenuta in una sua poesia, che con molta semplicità dice: “…la perdita è guadagno” (Poems, pag. 4). Ovviamente il senso non è letteralmente vero per quel che non potremo più toccare o vedere, tuttavia circostanze tragiche possono spingerci a valutare in modo diverso ciò che avevamo - a considerarlo al di là dell’apparenza o semplicemente a ciò che gli occhi vedono, e apprezzarne i sentimenti di maestosità, bellezza e permanenza che rimangono nel cuore quando approfondiamo la vera sostanza di ciò che le cose “perse” rappresentavano.

Nel suo libro Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, Mary Baker Eddy fa una domanda molto chiara: “Che cos’è la sostanza?” Prosegue  con la seguente risposta: “La sostanza è ciò che è eterno e incapace di discordanza e di deterioramento. La Verità, la Vita e l’Amore sono sostanza, nel senso in cui le Scritture usano questa parola nell’Epistola agli Ebrei: ‘Sostanza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono’. Lo Spirito, sinonimo di Mente, Anima o Dio, è la sola sostanza reale. L’universo spirituale, incluso l’uomo individuale, è un’idea composta, che riflette la sostanza divina dello Spirito” (pag. 468).

Poiché la Verità, la Vita e l’Amore – che la Scienza Cristiana spiega essere sinonimi di Dio – “sono sostanza”, essi sono sempre con noi, indipendentemente da quanto possa apparire ai sensi materiali. Possiamo pensare alla “dimostrazione di cose che non si vedono”, per esempio, come all’ispirazione dello Spirito divino che ci anima con il coraggio di ricominciare, come l’energia della Vita infinita che ci dà la forza di andare avanti, e come l’abbraccio universale dell’Amore senza limiti che ci consola e ci incoraggia.

Proprio come quando si tocca il fondo di una piscina ci si può dare la spinta per risalire in superficie, allo stesso modo possiamo rivolgerci al Divino – sostanza permanente e indistruttibile – per ritrovare l’ispirazione che ci spinge e ci guida in avanti. L'amore di Dio chiama tutti noi a contemplare con rinnovato entusiasmo i tesori dei nostri cuori. E mentre guardiamo allo Spirito, Dio, come l'unica vera sostanza, scopriamo che il vero tesoro giace nelle qualità date da Dio, come gioia, forza, maestosità e intelligenza. Il legname può andare distrutto, ma le qualità che rappresenta non possono mai essere perse, perché Dio le esprime nella Sua creazione spirituale in ogni momento. Dunque, possiamo non solo ricordare ed apprezzare le manifestazioni passate di queste qualità, ma anche viverle ogni giorno attivamente e coglierne la dimostrazione in modi nuovi. 

A questo proposito, trovo che la storia di Nehemia  nella Bibbia, sia di grande ispirazione. Nehemia è profondamente triste quando viene a sapere che parti della sua città natia sono ancora un cumulo di rovine. Ma la sua fiducia in Dio gli permette di superare il dolore e di far procedere attivamente la ricostruzione: “L’Iddio del cielo è quegli che ci darà buon successo. Noi, suoi servi, ci leveremo e costruiremo” (Nehemia 2:20). E così fanno.

Un’affettuosa signora parigina, guardando ciò che restava della cattedrale di Notre-Dame, colma di speranza, mi disse: “Hanno nel computer tutti i progetti del tetto che è andato perduto… Ci vorrà del tempo, ma se vogliono, lo possono ricostruire”.

Solo il tempo ci dirà se ciò avverrà, ma qualunque cosa accada ad una struttura fisica, quando ci troviamo ad affrontare una perdita su larga scala, che sia personale o collettiva, possiamo considerare l’esigenza di ricostruire come un’occasione per rinnovarsi  spiritualmente e far emergere la parte migliore di noi. Si tratta di un’opportunità promettente e corroborante che si trova nel cuore di ognuno di noi, ovunque ci troviamo perché la vera sostanza – l’eterna espressione della Vita e dell’Amore divini – non può mai estinguersi.

Vita che fai ogni cosa nuova, 
   La terra che fiorisce, i pensieri degli uomini;

.  .  .  .  .

Il passo più libero, il respiro più pieno, 
   La superba visuale dell’ampio orizzonte; 
Il senso della Vita che non conosce morte, —
   La Vita che fa ogni cosa nuova.
(Samuel Longfellow, Christian Science Hymnal, n 218).

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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