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Una soluzione natalizia

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 19 dicembre 2019

Originariamente pubblicato sul numero del 23 dicembre 2019 del Christian Science Sentinel


Chiaro e semplice, il mio vicino della porta accanto proprio non mi piaceva, e sentivo di avere delle buone ragioni per questo. In effetti non piaceva a nessuno degli altri vicini, e lo sapevo perché spesso parlavamo degli spiacevoli contatti che avevamo con lui. Tutte le volte che avrebbe dovuto contribuire con la sua parte alle spese di riparazione sulle parti di proprietà condivise come recinzioni e alberi, si rifiutava categoricamente di collaborare. Inoltre, aveva spesso dato in affitto la sua casa a persone rumorose che disturbavano il vicinato. 

L'anno scorso un incidente causato da una terza parte ha causato danni consistenti a entrambe le nostre proprietà. Il giorno di Natale il mio vicino si è presentato alla mia porta chiedendo di esaminare insieme l’entità del danno. Ho preso il cappotto e sono andato con lui a dare un'occhiata.  

Dopo aver esaminato i gravi danni alla recinzione e ai giardini, di nuovo si è sentito in dovere di specificare che non aveva nessuna intenzione di collaborare con me per occuparsi delle riparazioni necessarie. Mi stavo veramente arrabbiando, ma ho preferito andarmene senza proferire parola. 

Mentre tornavo a casa ho pensato: “Ma stiamo scherzando? Non sa che oggi è Natale?” Sentivo che era mio dovere dirgli ciò che pensavo del suo comportamento negli anni passati, e avevo proprio intenzione di farlo!

Ma improvvisamente mi è venuto in mente di dover aspettare e ripensarci. Non avrei forse dovuto pensare ad una risposta più compassionevole e generosa? Del resto era ciò che mi ero aspettato da lui. 

Il mio cuore era colmo di quell’amore che Dio voleva che i Suoi figli nutrissero gli uni per gli altri.

Come faccio sempre, quella sera, mentre ero alla ricerca di una guida spirituale, ho aperto la mia Bibbia, e la prima cosa che mi è capitata sott’occhio erano queste parole: “Non abbiate altro debito con alcuno se non d’amarvi gli uni gli altri; poiché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge” (Romani 13:8). Le aveva scritte l’Apostolo Paolo che aveva dovuto affrontare problemi molto peggiori dei miei eppure era riuscito a rispettare quello che Gesù Cristo ha definito il secondo grande comandamento della legge: “Ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 22:39).

Le parole di Paolo erano ciò di cui avevo bisogno per ricordare che il conflitto con il mio vicino si sarebbe risolto solo se avessi obbedito a questo comandamento — se avessi visto il mio vicino come lo vede Dio e se lo avessi amato come Dio lo ama. Questo non voleva dire sforzarsi per cercare di voler bene ad un mortale non collaborativo o belligerante, piuttosto significava vedere il nostro vicino così com’era veramente, ovvero il figlio di Dio perfetto e spirituale. Significava, inoltre, riconoscere tutte le buone qualità che sono parte di ogni uomo e donna in quanto immagine e somiglianza di Dio, qualità come pazienza, collaborazione e gentilezza. Mary Baker Eddy spiega nella sua opera principale, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, che questo è esattamente ciò che Gesù ha fatto e che ci ha insegnato a fare. L’autrice scrive: “Gesù vedeva nella Scienza l’uomo perfetto, che a lui appariva proprio dove i mortali vedono l’uomo mortale peccatore. In quest’uomo perfetto il Salvatore vedeva la somiglianza stessa di Dio, e questa visione corretta dell’uomo guariva i malati” (pagg. 476-477). 

La trasformazione del mio pensiero nei confronti del mio vicino è stata istantanea. Il rancore che provavo si è dissolto. Il mio cuore era colmo di quell’amore che Dio voleva che i Suoi figli nutrissero gli uni per gli altri.

Il giorno seguente avevo appena finito di parlare con un passante lungo il marciapiede quando ho visto il mio vicino camminare verso di me. Con mia sorpresa si è fermato e ha detto: “Volevo che sapesse che mi vergogno per il modo in cui mi sono comportato negli anni, e pagherò la mia parte per la riparazione dei danni sulle nostre proprietà”. Quindi si è girato e se n’è andato. Non ricordo se io ho detto qualcosa, ma ricordo di aver provato un’immensa gratitudine verso Dio per questa soluzione.

Provai un’immensa gratitudine verso Dio per questa soluzione.

Il giorno dopo il vicino è venuto a casa mia per chiedermi se volevo andare a vedere il lavoro di ristrutturazione di interni che stava facendo a casa sua. Per un’ora mi ha mostrato i suoi lavori e si nuovamente scusato per il suo comportamento passato. Io gli ho assicurato che ormai era acqua passata.

Oggi io e il mio vicino continuiamo a essere in buoni rapporti. Di recente è passato da me per dirmi che ha affittato la casa ad una famiglia che ritiene contribuirà alla serenità del vicinato. Siccome era in partenza, ci siamo stretti la mano e l’ho ringraziato per essere stato un vicino cortese e premuroso.

Ogni volta che facciamo la pace con un vicino, c’è un po’ di pace in più sulla terra.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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