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Non c’è morte

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 19 febbraio 2020

Originariamente pubblicato sul numero di settembre 1950 de The Christian Science Journal


Forse il pensiero più confortante che la Scienza Cristiana porta ai suoi studiosi è l’assicurazione, anzi, la convinzione, che non c’è morte. San Paolo ci dice che Cristo Gesù “ha abolito la morte”. La Scienza Cristiana insegna che la morte non è che una fase della credenza di vita nella materia. Questa credenza di vita nella materia è identica alla mente carnale o mortale che Gesù chiamò “la carne”. In “Christian Healing” (Guarigione cristiana), Mary Baker Eddy fa una dichiarazione che fa riflettere: “La vita nella materia è un sogno: il peccato, la malattia e la morte sono questo sogno. La Vita è Spirito e quando ci sveglieremo dal sogno di vita nella materia, impareremo questa grande verità dell’essere” (pag. 9).

La morte, come la paura, la malattia e il peccato, è un’illusione del falso senso materiale, molto simile all’illusione chiamata orizzonte, l’immaginaria linea dove il cielo e l’oceano sembrano toccarsi. Come tutti sappiamo, nessuno ha mai attraversato l’orizzonte. In modo simile nessuno ha mai fatto esperienza della morte. Non la si trova mai. Se qualcuno dovesse fare un viaggio su una nave, la nave sparirebbe all’orizzonte dal punto di osservazione di chi si trova sulla riva, ma il viaggiatore a bordo della nave sarebbe completamente ignaro di aver passato l’orizzonte. In modo simile uno che passi dalla nostra vista a ciò che chiamiamo morte, non è conscio della morte. A noi sembra che la morte sia avvenuta, ma non a lui. Proprio come non si può attraversare l’orizzonte, allo stesso modo non c’è morte, perché entrambe sono illusioni.

Se i nostri amici defunti potessero parlarci, ci assicurerebbero che, proprio come noi, stanno ora godendosi la vita, la pace, l’armonia e la beatitudine, e che perciò non bisogna affliggersi e addolorarsi. Di un consacrato lavoratore nella vigna del Padre che era deceduto, la nostra Leader scrive: “Egli è oggi più saggio, più sano e più felice di ieri. Il sogno mortale di vita, sostanza o mente nella materia è diminuito, e la ricompensa del bene e la punizione del male e il risveglio fuori dal suo sogno adamitico del male finisce nell’armonia — il male impotente e Dio, il bene, onnipotente ed infinito” (The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, pag. 296). Ciò di cui abbiamo bisogno è una comprensione più chiara e più profonda dei veri fatti della Vita, Dio, e dell’uomo a somiglianza di Dio.

Ricordiamoci più frequentemente che c’è solo una Vita divina, eterna, infinita e che in questa Vita non c’è nessun “lassù” né “quaggiù” in cui l’uomo viva e abbia il suo essere. Ciò che chiamiamo “lassù” e “quaggiù” sono credenze umane, false interpretazioni della Vita, Spirito, Dio. L’uomo esprime per sempre la Vita eterna, illimitata che è Dio, sia “quaggiù” che “lassù”.

Nessuno ha mai potuto, né alcuno potrà mai porsi al di fuori della conscia infinità della Vita. Non c’è un al di fuori dell’infinito.

In diverse occasioni Gesù provò l’irrealtà della morte per coloro che vissero nella sua epoca, risuscitando coloro che erano morti. Il nostro Maestro non aveva bisogno di sottomettersi alla crocifissione per provare a se stesso che la sua vita era indistruttibile, eterna, indipendente dalle cosiddette leggi della materia. Un po’ prima di questo tragico evento, sul monte della trasfigurazione, Gesù aveva visto con grande chiarezza l’irrealtà della cosiddetta ultima nemica. Nel 17° capitolo del Vangelo di Matteo leggiamo che Mosè ed Elia apparirono e parlarono con Gesù. Eppure questi due grandi personaggi della Bibbia erano vissuti molti secoli prima del nostro Maestro. “Poi, mentre scendevano dal monte” — quell’esaltato stato spirituale in cui erano appena stati — Gesù diede quest’ordine ai discepoli che erano con lui: “Non parlate di questa visione ad alcuno, finché il Figliuol dell’uomo sia risuscitato dai morti” (Matteo 17:9), profetizzando così chiaramente la sua risurrezione. In Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, a pag. 51, Mary Baker Eddy scrive: “Egli [Gesù] sapeva che la materia non aveva vita alcuna e che la Vita reale è Dio; quindi egli non poteva venire separato dalla sua Vita spirituale più di quanto Dio non potesse venire estinto”. Non fu per se stesso, ma per l’illuminazione e la salvezza di tutta l’umanità che il grande dimostratore della Vita eterna si sottopose alla crocifissione per poter dare per l’epoca e per l’eternità la prova che la Vita dell’uomo, Dio, è inestinguibile, eterna, e che la morte è semplicemente un’illusione del falso senso materiale.

Quale conforto deve essere stato per i suoi discepoli quando Gesù, il loro grande Maestro e Salvatore, disse loro, proprio prima del suo processo: “Nella casa del Padre mio ci son molte dimore; se no, ve l’avrei detto; io vo a prepararvi un luogo” (Giov. 14:2). Ora Gesù non intendeva luoghi di abitazione qualunque, ma dimore grandiose, belle, gloriosi stati di salute, santità, armonia, gioia, pace e beatitudine, dimore da essere occupate da quelli innocenti di mani e puri di cuore, in ciò che chiamiamo “qui” o “aldilà”.

Paolo ci invita a svegliarci dalla morte, mentalità carnale, per mezzo del riconoscimento del Cristo, la vera idea di Dio. Questo risveglio da un falso senso materiale di vita verso un vero senso spirituale procede giornalmente e ad ogni ora nel pensiero e nell’esperienza di coloro che noi chiamiamo “di quaggiù” o “di lassù”, e questo fu chiaramente indicato nelle parole del nostro Maestro: “In verità, in verità io vi dico: L’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figliuol di Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno” (Giov. 5:25).

Man mano che la spiritualizzazione del pensiero procede, tutto il mondo sarà trasformato per mezzo della comprensione e dimostrazione di Dio come Vita eterna e dell’uomo come spirituale ed immortale. Allora la credenza e il sogno di vita nella materia, con la sua paura, peccato, malattia e morte, inclusi i molti altri eccetera di un presunto senso di vita, svaniranno nel nulla. Dimostriamo perciò più pienamente la Vita che è Dio, il bene, accelerando così lo stabilirsi del regno della Vita eterna. “Io son venuto perché abbiano la vita e l’abbiano ad esuberanza” (Giov. 10:10).

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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