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Non reagire!

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 21 aprile 2020

Originariamente pubblicato sul numero del 19 marzo 1984 del Christian Science Sentinel


Una delle lezioni più difficili che dobbiamo imparare nella vita è quella di non reagire, ed è una lezione fondamentale. La nostra capacità di aiutare noi stessi e gli altri in modo cristiano dipende dalla capacità che abbiamo di essere reattivi al bene e di rifiutare di reagire al male.

Le opere di Gesù ce lo illustrano. Il Maestro era reattivo alla Verità e all’Amore divini, al Principio, e rifiutava di lasciarsi provocare. Egli dimostrò la differenza fra risposta mentale spirituale e reazione della mente mortale.

Quando un lebbroso venne a Gesù Cristo e disse: «Signore, se vuoi, tu puoi mondarmi», Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii mondato». E poi si legge: «E in quell’istante egli fu mondato dalla sua lebbra» (Matteo 8:2, 3). La risposta compassionevole di Gesù al bisogno umano e il suo rifiuto di reagire con ripugnanza e paura, determinarono la sua capacità di guarire.

Mary Baker Eddy scrive in Scienza e Salute con Chiave delle Scritture: «L’Amore è il liberatore» (pag. 225). Il libro di testo spiega nei dettagli come l’Amore divino, accettato consapevolmente ed espresso nel vivere quotidiano, porta guarigione, lasciando che l’influenza divina agisca liberamente nella vita umana. Ci fa anche capire l’importanza di rifiutare la paura: «La pratica scientifica cristiana comincia con la nota tonica dell’armonia del Cristo: “Non temere!”» (pagg. 410–411).

Ma come possiamo imparare a non reagire con paura quando il pericolo ci minaccia? Come possiamo contrastare la tendenza ad arrabbiarci o ad essere impazienti nelle situazioni difficili? Come possiamo pregare scientificamente – cosa possiamo dichiarare, cosa negare, quale o quali verità specifiche possiamo realizzare – per eliminare l’impulso di reagire?

Dobbiamo cominciare con il riconoscere Dio, Spirito, e l’uomo fatto a Sua somiglianza. Raggiungendo una corretta comprensione di Dio e dell’uomo, miglioriamo la visione di noi stessi, e grazie a questa corretta immagine di noi stessi come spirituali e senza peccato, siamo in grado di eliminare le tendenze dissimili da Dio.

La Scienza Cristiana ci mostra che ciò su cui ci concentriamo nel nostro pensiero è ciò che manifestiamo nella nostra vita. Nella misura in cui ci atteniamo al modello di uomo vero e spirituale, manifestiamo qualità simili a Dio. Al contrario, se continuiamo a riferirci mentalmente a modelli mortali imperfetti, è probabile che manifesteremo imperfezioni. Cominciando da Dio e riconoscendo l’uomo come Sua somiglianza, abbiamo un vero esempio da dimostrare.

Quando si tratta di reazioni, possiamo tenere a mente due punti importanti: (1) c’è un solo Dio, un solo creatore e un’unica causa; (2) ciò su cui dobbiamo lavorare è la nostra consapevolezza.

Quando gli esseri umani si sentono turbati, generalmente cercano una causa esterna — qualcuno o qualcosa da incolpare. «Una persona è stata sgarbata nei miei confronti e io sono arrabbiato», si sente dire, oppure: «Ho paura di questa situazione allarmante».

Ma è mai necessario arrabbiarsi e avere paura? La cattiveria o delle situazioni minacciose possono costringerci ad infuriarci o a spaventarci? No. Accettando il male come vero, siamo noi stessi a condizionare il nostro pensiero e reagiamo di conseguenza. Eppure non siamo costretti a credere e poi a reagire al male. L’unico scopo della nostra vita è quello di rispondere a Dio, di riflettere la Sua natura. Possiamo riconoscere che poiché Dio è la vera causa e il vero creatore, la credenza in un’altra causa e creazione non è altro che questo: una credenza. Su questa base, possiamo sempre rifiutarci di reagire con rabbia o paura, indipendentemente dalla situazione, mantenendo così il nostro equilibrio spirituale. Il potere della Verità è in grado di liberarci completamente da qualsiasi tendenza a reagire, che sia con indignazione o con ansia.

Fondamentalmente, l’atteggiamento mentale dello Scientista Cristiano di rifiutare di lasciarsi sconvolgere è l’espressione della natura innata dell’uomo a somiglianza di Dio. Non si tratta di forza di volontà né di semplice pensiero positivo. Lo sforzo costante di vivere la nostra identità che è serena e senza paura, a immagine di Dio, è una parte essenziale della pratica di guarigione cristiana. Solo mantenendo la nostra integrità spirituale possiamo guarire spiritualmente.

Il libro degli Ebrei dichiara che Gesù «in ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare» (cap. 4:15). Gesù è il nostro esempio perfetto. Egli affrontò le stesse tentazioni di rabbia, paura e impazienza che dobbiamo affrontare noi, ma non cedette. Continuò ad attenersi alla legge divina e mantenne la sua pace spirituale. «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Luca 23:34), disse mentre era sulla croce. Si rifiutò di reagire ai suoi persecutori.

Possiamo emulare il suo pensiero in preghiera e la sua predisposizione al perdono quando incontriamo odio e rancore. Possiamo decidere di non sentirci offesi.

Dio è Amore, quindi la Sua legge è la legge dell’Amore. Siamo tutti liberi di essere reattivi e aderire a questa legge divina e universale. Essere gentili con il prossimo (e con noi stessi) rifiutando di reagire è fondamentale per mettere in pratica la legge di Dio, una pratica che avviene proprio nella nostra consapevolezza. Affermando che l’uomo reagisce solo alla Verità, l’unica causa, possiamo comprendere e dimostrare la nostra vera identità.

Possiamo amare la grande verità che Dio ha fatto l’uomo a Sua immagine e mantiene questa somiglianza mediante la legge spirituale. Possiamo amare la legge dell’Amore e rifiutare di infrangerla. Così facendo dimostreremo la promessa biblica: «Gran pace hanno quelli che amano la tua legge, e non c’è nulla che possa farli cadere» (Salmi 119:165).

Quando vediamo noi stessi e il nostro prossimo a somiglianza di Dio, troviamo pace nel cuore, perché Dio regna dentro di noi. In questo modo aiutiamo a portare guarigione all’umanità.

«La sapienza che è da alto, prima è pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia. Or il frutto della giustizia si semina nella pace per quelli che s’adoprano alla pace» (Giacomo 3:17, 18).

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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