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Una corretta testimonianza

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 2 marzo 2020

Originariamente pubblicato sul numero del 5 dicembre 1959 del Christian Science Sentinel


Nella Bibbia si trovano moltissime dichiarazioni fatte da Dio riguardanti la Sua creazione. Una di queste si trova in Isaia: “…così parla l’Eterno, il tuo Creatore, o Giacobbe, Colui che t’ha formato, o Israele! Non temere, perché io t’ho riscattato, t’ho chiamato per nome; tu sei mio!” (43:1). Il fatto che Dio abbia creato l’uomo a Sua immagine e somiglianza – la sua perfetta espressione — può essere considerato un modello per le nostre conversazioni.

Tutto ciò che diciamo dovrebbe affermare la gloriosa verità della creazione perfetta e spirituale di Dio, e di certo, nulla di ciò che diciamo dovrebbe mai contraddirlo.

Nello stesso capitolo di Isaia leggiamo anche: “I miei testimoni siete voi, dice l’Eterno” (43:10). In ogni campo della vita, un testimone deve essere vigile e attento. In quanto testimoni di Dio, non dovremmo riferire niente se non la verità in relazione a tutte le nostre esperienze. Dovremmo portare testimonianza solo della creazione di Dio e di ciò che Dio ci ha promesso. Dal momento che, secondo la Scienza Cristiana, Dio è tutto, l’unico Creatore, il bene infinito, in realtà non abbiamo null’altro che il bene da riferire.

Ciò significa che predizioni terribili, false previsioni e voci dilaganti non hanno posto nei nostri discorsi. Né dovrebbero pettegolezzi dannosi e commenti scortesi sui nostri simili entrare nelle nostre conversazioni. L’Eterno dice dell’uomo: “Io l’ho creato per la mia gloria, l’ho formato; sì, l’ho fatto” (Isaia 43:7 secondo la versione King James). Perciò, dovremmo forse dire qualcosa di critico o di falso al riguardo dei figli e delle figlie che Dio ha fatto?

Alle volte siamo tentati di credere a ciò che i nostri occhi vedono e le nostre orecchie sentono anche quando sembra contraddire ciò che Dio ha detto del Suo riflesso perfetto. La malattia, la disarmonia e l’infelicità possono apparire dilaganti ed estremamente reali. Proprio in quel momento gli insegnamenti della Scienza Cristiana possono aiutarci a dare una corretta testimonianza della verità della creazione di Dio.

Mary Baker Eddy scrive: “Al di sopra del terribile frastuono, delle tenebre e del caos dell’errore, la voce della Verità chiama ancora: «Adamo, dove sei? Coscienza dove sei? Dimori tu nella credenza che la mente sia nella materia e che il male sia mente, o dimori nella fede vivente che non v’è, non vi può essere, che un solo Dio, e osservi tu il Suo comandamento?» (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pagg. 307, 308).

Per testimoniare in modo corretto dobbiamo essere coscienti del governo di Dio; dobbiamo essere attenti ai fatti spirituali senza lasciarci influenzare dalle false apparenze presentate dai sensi materiali. Se dovessimo dire o pensare che una qualsiasi imperfezione esista veramente in un qualsiasi momento, staremmo negando il fatto che Dio, come si legge nella Bibbia, vide la Sua creazione “ed ecco, era molto buon[a]” (Gen. 1:31).

Dovremmo accettare e ripetere solo la testimonianza dello Spirito. La nostra Leader ci dice: “La falsa evidenza del senso materiale contrasta fortemente con la testimonianza dello Spirito” (Scienza e Salute, pag. 252). E, dopo aver enunciato le false dichiarazioni del senso materiale, aggiunge: “Lo Spirito, che testimonia del contrario, dice: Io sono Spirito. L’uomo, i cui sensi sono spirituali, è la mia somiglianza”.

Una volta mi trovai a dover ascoltare una persona che elencava dettagli sulle malattie e le disarmonie che la affliggevano. Durante tutto questo racconto di dolori, continuai a pensare alla verità di questa situazione. Quando l’interlocutrice si interruppe per prendere fiato e in cerca di compassione, le chiesi se pensasse che Dio avrebbe mai potuto dire le cose che mi stava elencando su se stessa. Concordò subito sul fatto che sarebbe stato impossibile. Quando le assicurai che non avrebbe dovuto dire o credere niente su di sé se non ciò che Dio conosce dell’uomo, il suo pensiero si elevò al di sopra del “terribile frastuono, delle tenebre e del caos” dell’errore verso la consapevolezza della testimonianza dello Spirito.

Cristo Gesù ci mostrò la via sia con le parole che nei fatti. Se lo prendiamo come esempio, baseremo le nostre conversazioni sulle sue parole: “Le cose dunque che dico, così le dico, come il Padre me le ha dette” (Giov. 12:50). Se adottiamo questo criterio, tutti saranno benedetti da ciò che diremo.

Possiamo stare certi che se diciamo o crediamo a qualcosa su di noi che Dio non dice dell’uomo, non siamo testimoni della verità del nostro vero essere. Dio non ha mai detto che l’uomo debba provare dolore, essere infelice o mancare di qualcosa. Né possiamo dire sinceramente cose del genere su di noi, dal momento che siamo in realtà idee spirituali e perfette di Dio.

In tutti gli scritti di Mary Baker Eddy ci viene ricordato ciò che Dio ha detto e fatto. In The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, la nostra Leader scrive: “Su ciò che non può essere concluso con un ‘Così dice l’Eterno’, mantengo il silenzio tanto quanto i secoli muti senza una Divinità vivente” (pag. 268). Anche noi dovremmo rimanere in silenzio, a meno che non possiamo testimoniare ciò che si potrebbe concludere con “Così dice l’Eterno”.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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