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Persisti!

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 26 aprile 2021

Originariamente pubblicato sul numero di agosto 2007 de The Christian Science Journal


Per guarire mi sono sempre affidato alla Scienza Cristiana. Nonostante abbia avuto molte guarigioni rapide, ho avuto un disturbo che ha richiesto diversi anni per guarire. Per quale ragione io (o chiunque altro) dovrei continuare ad avvalermi del trattamento della Scienza Cristiana, se la guarigione non avviene subito? Perché per me la Scienza Cristiana è l’unico modo per guarire veramente, non solo in quanto la guarigione è permanente, ma anche perché è accompagnata da crescita e comprensione spirituali. Ogni guarigione ottenuta tramite un trattamento mediante la Scienza Cristiana, a prescindere da quanto veloce sia stata, ha portato benedizioni che vanno ben oltre il miglioramento delle condizioni fisiche.

Il disturbo cronico di cui parlavo comparve durante la mia adolescenza. Un giorno notai una piccola escrescenza vicino a un occhio, un nodulo dalle dimensioni di un pisello. Ovviamente non ne ero felice, però la cosa non mi preoccupava troppo. Bastava che girassi leggermente la testa per non farlo notare a chi mi guardava. Sebbene fossi perfettamente consapevole che la condizione non fosse normale, semplicemente la accettai come se facesse parte di me. Più di una volta tentai di guarire questo problema ricorrendo alla preghiera, ma, come ho già detto, non gli davo molta importanza, per cui in genere dopo pochi giorni smettevo di preoccuparmene e di pregare.

Nel giro di qualche anno il nodulo crebbe fino a raggiungere le dimensioni di una pallina da ping-pong. A questo punto chiunque mi guardasse non poteva fare a meno di notarlo e il problema divenne una seccatura, soprattutto perché la gente continuava a fare commenti. Mi resi conto che dovevo impegnarmi con più serietà a cercare la guarigione. Mi rivolsi quindi a un practitioner per richiedere un trattamento secondo la Scienza Cristiana e ripresi ad impegnarmi nella preghiera. Malgrado tutto, dopo alcune settimane senza risultati apparenti, ringraziai il practitioner e gli chiesi di interrompere il trattamento. Avevo accettato questa condizione anormale come parte permanente della mia identità. Sebbene alcuni amici mi suggerissero di farmi rimuovere il nodulo chirurgicamente, dentro di me sapevo che una sua rimozione fisica avrebbe solo mascherato il problema, senza risolverlo veramente.

Un giorno, circa quindici anni dopo la comparsa del nodulo, la sua presenza ricominciò a darmi fastidio. Quella sera, mentre ritornavo in treno dal lavoro, cominciai a pregare cercando sinceramente quella verità metafisica che avrebbe guarito il problema. In quel momento, mi resi conto del perché non fossi guarito molto tempo prima. Anni addietro avevo accettato questa anomalia come parte di me e mi aspettavo che le mie preghiere e quelle del practitioner cambiassero o eliminassero quella parte di me. In quell’istante, invece, mi fu chiaro che in realtà non era parte di me e non lo era mai stata. Invece di pensare di dovermi liberare di un nodulo, dovevo solo vedermi in modo più corretto, vale a dire come il riflesso spirituale e perfetto di Dio, completamente libero da qualsiasi deformazione. Durante il resto del tragitto verso casa mi rallegrai della mia identità spirituale, pura, intatta e sana. Sapevo di essere libero e che la condizione materiale era irreale, dunque priva di potere.

DENTRO DI ME SAPEVO che una sua rimozione fisica avrebbe solo mascherato il problema, senza risolverlo veramente.

Pochi minuti dopo essere arrivato a casa sentii dell’umido sulla guancia, e in poco tempo il nodulo era completamente drenato. Oggi, quasi sei anni dopo, al suo posto rimane solo un piccolo segno, ma la cosa più importante è che ho compreso meglio mia identità spirituale immacolata.

Da questa esperienza ho imparato che continuando a pregare anziché desistere, persistendo pazientemente nel trattamento mediante la Scienza Cristiana, i risultati si ottengono più velocemente che con sforzi sporadici. Ho inoltre appreso che anche dopo anni di sforzi sporadici, non è mai troppo tardi, per nessuno, per provare il meraviglioso potere guaritore della Scienza Cristiana.


La Mente eterna è il Vasaio,
l’argilla eterna il pensiero:
la man che plasma divina è,
eterna l’opera Sua.
È l’uomo il capolavoro di Dio,
la Sua bellezza, il Suo potere e la Sua grazia,

immortale; perfetto come la Sua Mente
riflesso faccia a faccia.

Dio non poteva fare dell’uomo imperfetto
il Suo modello infinito;
né poteva pianificare un pensiero non benedetto,
l’opera dell'Amore e l’Amore devono combaciare.
Amore, Verità e Vita sono gli ideali,
l’erede perfetto è Cristo;
le nubi dei sensi svaniscono
e mostrano la forma divinamente giusta.

Di Dio è fatto il volere; il Suo regno viene;
è chiaro il lavoro del Vasaio.
L’aspirazione alla bontà e alla verità
ha portato di nuovo la luce.
E l’uomo è invero il figlio di Dio,
l’immagine dell’amor Suo.
Risuoni la gioia in tutte le lingue,
E cielo e terra approvin.

—Mary Alice Dayton
Christian Science Hymnal [Innario della Scienza Cristiana], n. 51


Christian Harder, sua moglie Daniela e i loro quattro figli vivono a Norwood, Massachusetts.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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