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Quando da bambina vinsi la paralisi

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 4 giugno 2021

Originariamente pubblicato sul numero del 6 dicembre 2004 del Christian Science Sentinel.


All'età di sei anni, subito dopo aver iniziato la scuola, rimasi paralizzata dalla vita in giù. Fui ricoverata in ospedale nel reparto di isolamento per una settimana, e poi trascorsi un mese in un reparto per i pazienti considerati incurabili. Durante questo periodo, non mi vennero somministrate medicine perché i medici non sapevano cosa ci fosse che non andava temevano che i farmaci potessero peggiorare la situazione. Ero grata per questo, poiché come mio unico aiuto in quella situazione stavo pregando Dio.

Pregai come meglio potei per capire che tutti i figli di Dio sono veramente la Sua perfetta creazione, come afferma la Bibbia nel primo capitolo della Genesi, e che questo valeva per me tanto quanto per tutti gli altri bambini in quel reparto. Riconobbi di essere una figlia perfetta della creazione di Dio e che ciò che Egli fa è eternamente perfetto. Poiché il fatto che non fossi in grado di muovermi non era una cosa buona - non era parte della natura di Dio - sapevo che non dovevo accettarlo come vero per me. Mi appoggiai con tutto il cuore alle idee che mi erano state insegnate alla Scuola domenicale della Scienza Cristiana che mi venivano in mente mentre pregavo.

Dopo cinque settimane, ero a letto vicino alla porta del reparto insieme a mia madre che era venuta a trovarmi, quando passò il primario dell'ospedale. Quando vide mia madre tornò sui suoi passi e le disse quanto fosse dispiaciuto, ma che non si poteva fare nulla per me. Ero incurabile e sarei rimasta su una sedia a rotelle per tutta la vita, paralizzata dalla vita in giù.

Più di una volta, tirai la mano di mia madre supplicandola di chiedere al medico se potevo rivolgermi a un practitioner della Scienza Cristiana per essere aiutata. Il medico chiese di cosa stessi parlando, e mia madre glielo spiegò. Allora rispose che certamente sapevano che la Scienza Cristiana curava cose come il raffreddore, ecc., ma che la mia condizione era incurabile e non mi si dovevano dare false speranze. Tuttavia, continuò, se la cosa mi avesse aiutato a trovare conforto, avremmo senz’altro dovuto chiedere aiuto a un practitioner della Scienza Cristiana, e aggiunse: «In effetti, perché continuare a tenere sua figlia in ospedale, visto che non possiamo fare niente di più per lei?» Così un'ambulanza mi riaccompagnò a casa e fui messa a letto.

Mia madre chiamò dunque una practitioner, che era anche un’amica di famiglia. Era sinceramente contenta di potermi aiutare e disse che avrebbe pregato per me. Quella notte andai a dormire sentendo che Dio mi stava mostrando che aveva il controllo di questa situazione. Sapevo con tutta la certezza di un bambino che sarei tornata alla normalità.

La mattina seguente al risveglio saltai giù dal letto, e solo dopo mi resi conto di quello che avevo fatto. Mia madre entrò proprio in quel momento e rimase senza parole (e questo era insolito!). Approfittai del momento e chiesi se potevo giocare in giardino, indossando il mio vestito migliore. Lei acconsentì con gioia. Ricordo che mi godetti la bella giornata di sole, le farfalle e i fiori.

L'anno successivo a scuola dovetti sottopormi a una visita medica, cosa che si verificava ogni due anni dai sette ai quindici anni. Prima della visita ero un po' nervosa perché temevo che il medico potesse trovare ancora qualcosa che non andava in me. Così riflettei sul fatto che Dio è la Mente divina, e che possiamo solo sapere ciò che Lui sa della Sua creazione. Tenni a mente quel messaggio e l’idea che Dio era anche Amore, e l'Amore aveva il controllo di quella visita medica.

Dopo un'ora di controlli, il dottore affermò che non riusciva a capire come fossi completamente guarita, visto quello che leggeva nella mia cartella clinica. Quindi proseguì ad esaminarmi per un’altra ora. Alla fine disse che ero perfetta e che doveva essere stato un miracolo perché non c'era altra spiegazione.

Esattamente la stessa cosa successe in ciascuna delle successive visite biennali. I medici erano diversi ogni volta, e ciascuno mi fece due ore di esami arrivando alla stessa conclusione.

Ero, e sono, grata che quello che i medici hanno considerato un «miracolo», non sia stato un miracolo per Dio. Era invece una prova della creazione sana, reale ed eterna di Dio, che è costituita solo di bene. La mia guarigione è avvenuta quando io, nel modo tipico dei bambini, e la practitioner nelle sue preghiere, abbiamo entrambe riconosciuto che questa realtà spirituale era vera per me.

Phyllis Woodhead
Claygate, Surrey, Inghilterra

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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