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Cambiamento climatico e cambiamento mentale

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 20 dicembre 2022

Originariamente pubblicato sul numero di agosto 2022 de The Christian Science Journal


Una delle maggiori questioni di cui l'umanità sta cercando di occuparsi è la paura del cambiamento climatico e il suo effetto sull'ambiente. Comprensibilmente, c'è molta preoccupazione a riguardo e tanto sforzo umano per combattere il cambiamento climatico sia fisicamente che chimicamente. Ma le iniziative che si basano su prospettive materiali non sono all'altezza dello scopo perché non prendono in considerazione l'impatto che ha il pensiero sui risultati.

Gli esiti di alcuni esperimenti della fisica quantistica hanno portato l'attenzione all'impatto che hanno i nostri pensieri sulle nostre esperienze. Mostrano che quello che il fisico conosce o di cui è conscio in relazione a un esperimento che sta effettuando, per esempio con delle particelle o con la luce, si riflette nell'esito stesso dell'esperimento (A tal proposito si può leggere l'intervista fatta a Laurance Doyle e Brian Kissock, «A deeper look at ‘the scientific statement of being’» [Uno sguardo approfondito all'"Enunciato scientifico dell’essere], The Christian Science Journal, numero di Marzo 2018 - in inglese). In vista di ciò, è ragionevole concludere che le esperienze umane riflettono generalmente i nostri pensieri. 

La Scienza Cristiana va perfino oltre, offrendo un modo esclusivo di addentrarsi nella natura e nella risoluzione dei problemi di qualsiasi sorta che l'umanità deve fronteggiare. Nel libro di testo della Scienza Cristiana, Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, Mary Baker Eddy scrive: «La Scienza Cristiana spiega tutta la causa e tutto l'effetto come mentali, non fisici» (pag. 114). Scienza e Salute fa anche luce sulla natura spirituale della realtà. Ne consegue che, benché gli sforzi dell'umanità per combattere il cambiamento climatico possano essere utili e giustificati, questi sforzi rimangono solitamente in un contesto dove si accetta che la vita sia materiale e che dipenda dalla materia e da come essa interagisce con se stessa. Tale concetto lascia lo Spirito divino, Dio, fuori dai giochi e non tiene in considerazione la natura mentale dell'esperienza, che include anche come percepiamo il clima.

Se tutta la causa e tutto l'effetto sono mentali e non fisici, ne consegue logicamente che il clima mentale del genere umano ha la sua influenza sul come esperiamo il clima fisico del pianeta. È quindi potente e proficuo considerare il clima e l'atmosfera del pensiero, specialmente l'impatto che ha una certa comprensione di Dio, come Cristo Gesù ci ha dimostrato.

La storia di Gesù nel vangelo di Marco documenta che abbiamo la capacità di dimostrare il controllo che ha Dio sul tempo. Stava attraversando in barca assieme ai suoi discepoli il mar di Galilea, quando si scatenò una gran bufera di vento e onde enormi riempirono d'acqua la barca e indussero nel pensiero dei discepoli la paura di morire. Gesù stava invece dormendo pacificamente e loro, presi dall'angoscia, lo destarono. 

Gesù era sempre consapevole di vivere nella presenza di Dio, che è un ambiente divinamente naturale di pace. Da quel presupposto di certezza della supremazia e della pace perfetta di Dio, fu immediatamente in grado di contrastare la paura che stava travolgendo i suoi discepoli. Il risultato della coscienza spirituale di Gesù fu che il vento smise di soffiare «e si fece gran bonaccia» (vedi Marco 4:35-41). 

Nel Glossario di Scienza e Salute, che dà il senso spirituale dei termini biblici, abbiamo le definizioni di vento. Le due definizioni contrastanti indicano la differenza fra la prospettiva spirituale di Gesù e il punto di vista dei discepoli di ciò che stava accadendo: «Vento. Ciò che indica il potere dell'onnipotenza e i movimenti del governo spirituale di Dio, che abbraccia tutte le cose. Distruzione; collera; passioni mortali» (pag. 597).

Se Gesù acquietò la tempesta grazie a un pensiero colmo di pace spirituale e di sicurezza del controllo amorevole di Dio, cosa potremmo pensare che succeda quando il pensiero è colmo di stati mentali opposti come la paura, l'egoismo, l'avidità, la rabbia, l'odio o la sete di vendetta? 

Scienza e Salute collega il tempo burrascoso a stati mentali tempestosi quando fa distinzione fra l'impatto che ha la mente mortale – la credenza che ci sia una mente separata da Dio – e quello che ha invece la Mente immortale che è Dio. Dichiara: «Il potere erroneo è una credenza materiale, una forza cieca chiamata a torto forza, il prodotto della volontà e non della saggezza, della mente mortale e non di quella immortale. È la cateratta impetuosa, la fiamma divorante, il soffio della tempesta. È il fulmine e l'uragano, tutto ciò che è egoista, malvagio, disonesto ed impuro». E continua con la soluzione: «Il potere morale e spirituale appartiene allo Spirito, che tiene il "vento nel Suo pugno"; e questo insegnamento si accorda con la Scienza e con l'armonia» (pag. 192).

Qual è il clima mentale del genere umano? È caratterizzato da qualità morali e spirituali o da reazioni indignate, opinioni estreme, rabbia, paura, oltraggio, auto-giustificazione ed egoismo? Questi ultimi, ovvero aspetti della volontà umana che riempiono l'atmosfera del pensiero mortale, possono esprimersi fisicamente nelle condizioni estreme di temperatura e di siccità, oppure nel tempo impetuoso come le tempeste violente, le eruzioni vulcaniche e le trombe d'aria.

Ma la Scienza Cristiana indica che c'è una via d'uscita. Questi esiti devastanti sono essenzialmente il risultato dalla nostra ignoranza su Dio, che è la Vita, la Verità e l'Amore divini. Quello che serve è un cambiamento del nostro concetto di Dio, Principio armonioso dell'universo, che porti a una comprensione più profonda, più vasta e interamente spirituale di Dio come Amore e Verità. È anche necessario vedere se stessi come la manifestazione di Dio, il che include il riconoscimento che siamo l'espressione dell'Amore e delle sue qualità di pace, armonia, compassione, temperanza e fiducia, e che abbiamo la facoltà, data da Dio all'uomo, di vederci e conoscerci l'un l'altro in questo modo. 

Nella sua «Traduzione Scientifica della Mente Mortale», Scienza e Salute evidenzia i gradi, le fasi del progresso del pensiero umano nell'acquisizione della comprensione di Dio (vedi pagg. 115-116). Una delle qualità morali o di transizione evidenziate, che può facilmente sfuggire, è la «temperanza». L'Apostolo Paolo include questa qualità tra i frutti essenziali dello Spirito (vedi Epistola ai Galati 5:22-23), e la definisce come moderazione, buon senso e ragionevolezza, mentre estremismo e irrazionalità sono alcuni dei suoi contrari. Si potrebbe considerare la temperanza come il vivere in uno stato di calma interiore, di benessere indisturbato, come equilibrio e stabilità spirituali basate sulla fiducia in Dio, come il il riconoscimento dell'onnipotenza e onnipresenza dell’Amore, che si possono poi esprimere nella vita. L'attività dinamica e vivace della pazienza, della calma e della pace divinamente ispirate contrasta e spegne l'ardore dell'emotività, del risentimento, della rabbia e dell’auto-giustificazione.

Le influenze mentali che non derivano dall'Amore dovrebbero essere riconosciute come tali ed essere respinte. Non c'è nessuna rabbia, nessuna distruzione nella creazione della Mente o nell'ambito dell'Amore. Migliorando, elevando e trasformando il pensiero umano grazie al riconoscimento della natura di Dio e alla percezione del potere divino della legge naturale dell'armonia di Dio, s'incomincia a denunciare e a migliorare gli estremi mentali discordanti. A misura che tali estremi vengono sostituiti da gentilezza, attenzione, bontà, generosità, onestà, compassione, perdono e altruismo – attributi e natura divina che Dio impartisce a tutti – l'atmosfera del pensiero così perfezionata avrà un impatto benefico, inclusi il miglioramento del tempo, la moderazione del clima e l'armonizzazione delle esperienze umane.

Quando progressivamente sentiamo e rendiamo più evidente la nostra natura creata da Dio, allora la creazione divina, eterna ed armoniosa ci diventa sempre più chiara. Il fatto è che il vero universo spirituale è la manifestazione propria di Dio, l'espressione di tutto ciò che Dio è, in questo momento. E noi facciamo parte di questa espressione come gli amati figli o idee della Mente, e ciò significa che la nostra natura è tutta spirituale e deriva da Dio. Tenendo presenti questi fatti divini, possiamo riconoscere che il tempo e il clima sono in verità governati da Dio, Principio, Anima e Vita. 

Mary Baker Eddy parlò del progresso spirituale dell'umanità e dei suoi effetti sul tempo, quando scrisse: «. . . l'atmosfera della mente umana, una volta che è stata ripulita del sé e permeata dall'Amore divino, rifletterà questo stato soggettivo purificato in cieli più chiari, meno fulmini, meno trombe d'aria e meno caldo e freddo estremi; . . .» (The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, pag. 265). 

Le nostre preghiere e il modo in cui viviamo possono aiutare il clima del mondo attraverso l'affermazione che la Vita è Spirito, il bene, e che la creazione intera esiste e continua nell'ambito dell'atmosfera dell'Amore. La Mente divina è l'unica Mente, l'unica causa e l'Amore divino è il solo potere. In quanto progenie della Mente e dell'Amore, siamo costituiti di tutta la saggezza e intelligenza della Mente e siamo l'emanazione della compassione, della serenità e del potere dell'Amore. Questa è la nostra natura divina, il nostro stato naturale di figli di Dio. A misura che vivremo consapevolmente nell'atmosfera armoniosa e pura dell'Amore, vedremo il clima terrestre equilibrato e sicuro, e l'ambiente sarà rinnovato.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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