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Guarire l’«incurabile»

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 26 ottobre 2023

Originariamente pubblicato sul numero di luglio 1972 de The Christian Science Journal


In tempi recenti è aumentata la “pubblicità” delle malattie, attraverso radio, televisione e  stampa. Alcune sono etichettate come «incurabili», e le pubblicità, involontariamente nocive, talvolta lo mettono bene in evidenza.

Ma grazie al potere di Dio, Verità, come inteso nella Scienza Cristiana, l’etichetta dell’incurabilità è stata strappata via dalle malattie che prima venivano classificate come inguaribili. Tutti possono adesso ricorrere all’uso scientifico del potere divino per sconfiggere le malattie incurabili. La Scienza Cristiana spiega un nuovo modo di considerare la natura della malattia e quali sono i mezzi spirituali per poterla guarire.

La Scienza Cristiana considera la malattia come una pretesa, la pretesa che ci sia qualcosa che si oppone all’armonia e all’assenza di dolore che caratterizzano l’Anima, Dio, e che appartengono eternamente al riflesso dell’Anima, l’uomo. In tal senso la malattia non è veramente una condizione fisica, curabile o incurabile che sia. In termini scientificamente assoluti, la malattia è una «maledizione senza motivo» (Prov. 26:2), è senza prove, senza storia, senza futuro.

Mary Baker Eddy dichiara enfaticamente in Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, che «Non vi è alcuna malattia» (pag. 421). Quindi la cosiddetta malattia incurabile è la pretesa che alcune nullità siano temporanee ed altre permanenti. Può sembrare strano, e infatti lo è. Però, alla luce della Scienza della guarigione mediante la Mente divina, l’incurabilità non è solo strana: è impossibile.

Quando parliamo di incurabilità, stiamo parlando di una credenza mortale, non di uno stato di cose vero e proprio. La credenza è tanto inesatta quanto lo era in passato la credenza universalmente condivisa che la terra fosse piatta. L’incurabilità è una suggestione proveniente dalla mente mortale il cui effetto è di generare ansia nei nostri cuori distogliendoci così dalla realtà della potenza e della totalità di Dio.

Se il Principio divino guaritore funziona in un caso — e ha funzionato in migliaia di casi — ha allora la capacità di guarire tutte le volte che viene applicato con cognizione e accettato senza resistenza alcuna. Viceversa, se accettiamo l’incurabilità come un dato di fatto, anche in un solo caso, disconosciamo l’intera struttura della Scienza Cristiana e la sua autorità nel nostro pensiero.

La guarigione spirituale non è il risultato di una battaglia fra poteri, il potere di Dio che combatte contro il presunto potere del male vincendo in alcuni casi e in altri no. Nella Scienza Cristiana, il potere è tutto dalla parte della Verità, senza alcuna restrizione, mentre dalla parte dell’errore non c’è nessun potere. Per far fronte alla pretesa di incurabilità bisogna insistere senza alcuna riserva sul potere della Verità, senza lasciare così nessun residuo di potere alla discordanza.

Un approccio progressivamente spirituale in relazione alla pretesa di una malattia incurabile rafforza la nostra fiducia nel suo trattamento; un approccio totalmente spirituale all’incurabilità infonde in noi un’assoluta convinzione. La totale fiducia nella Verità costituisce l’antidoto perfetto contro la presunta incurabilità di alcuni stati della credenza mortale. La Scienza Cristiana ci fornisce la motivazione più elevata per una convinzione senza riserve.

Quando ragioniamo secondo gli insegnamenti della Scienza Cristiana, giungiamo alla conclusione che rimangono aperte soltanto due opzioni finali: o Dio è onnipotente, Tutto-potere, oppure la Sua autorità e il Suo governo sono limitati e quindi Dio non è affatto Dio, ma il mito di una deità limitata. Realizzando che Dio, Verità, è davvero onnipotente, si gettano solide fondamenta per una piena fiducia e convinzione. Tale realizzazione elimina ogni incertezza dal pensiero e cancella ogni credenza di incurabilità.

Un’ulteriore sicurezza nel trattare ciò che viene etichettato come caso senza speranza, deriva dalla comprensione che stiamo operando secondo la legge e non in base a delle probabilità. Il successo non è speculativo, è una certezza.

Ai giorni nostri, gli ingegneri aeronautici sono così fiduciosi verso la propria comprensione delle leggi dell’aerodinamica e della fisica in generale, da progettare aerei con la certezza assoluta che voleranno.

Quando Cristo Gesù camminò sulle acque, aveva l’assoluta certezza e comprensione della legge spirituale che dà all’uomo il dominio sulla percezione dell’ambiente fisico. Riconosceva distintamente che la legge spirituale è superiore alle supposte leggi della fisica e che quindi poteva fare tutto ciò che era necessario in circostanze particolari, come, appunto, camminare sulle acque. Non si domandò se avrebbe potuto o meno procedere sulle onde, ma sapeva perché era in grado di farlo. Pietro lo mise in dubbio e fu sommerso.

Nel trattare un problema definito incurabile, dobbiamo avere l’assoluta certezza che il nostro sforzo è in accordo con legge di Dio, con la Sua legge di salute permanente dell’uomo. Questa legge, una volta compresa, ci dà il dominio sulle pretese, le suggestioni, le credenze, le apparenze e sulle diagnosi e prognosi fondate sulla materia. Uno studio approfondito della Bibbia e degli scritti di Mary Baker Eddy, la Scopritrice e Fondatrice della Scienza Cristiana, insieme alla messa in pratica quotidiana di ciò che stiamo apprendendo, ci dà la certezza della legittimità divina che prevale su un concetto inferiore di legge.

La mente mortale non possiede leggi immutabili, e nemmeno alcun’altra legge da poter applicare. Le condizioni di salute etichettate come inguaribili non sono convalidate dalla legge effettiva, e non dobbiamo farci intimidire dalle presunte leggi della medicina o della patologia o da qualsiasi altra legge. Tutta la legge appartiene al Principio divino e nessuna legge è associata a qualsivoglia tipo di condizione materiale né può produrre un peccato imperdonabile o una malattia inguaribile.

Di conseguenza, per trattare questo genere di pretese, Scienza e Salute consiglia: «Scacciatela con la ferma convinzione che è illegittima, perché sapete che Dio non è l'autore della malattia più di quanto Egli non lo sia del peccato. Non avete alcuna legge di Dio che sostenga che il peccato e la malattia siano necessari, ma avete invece autorità divina per negare tale necessità e per guarire i malati» (pag. 390).

È necessario che ciascuno di noi tratti regolarmente la pretesa mesmerica di incurabilità. La cosa migliore è vanificare la pretesa ancor prima che si manifesti sotto forma di problema. Questo vien fatto in modo efficace quando si comprende chiaramente la nullità, la natura illusoria della malattia stessa, non permettendo così all’etichetta di incurabilità di appiccicarsi a qualcosa. La malattia, nella credenza, è uno stato mentale tanto quanto lo è la paura che solitamente la precede. Se fosse una realtà oggettiva materiale — definita curabile o incurabile — non ricadrebbe nell’ambito dell’attività mentale spirituale.

La presunta resistenza alla guarigione spirituale proviene dal magnetismo animale. Esso sostiene che ci sono realmente vita e intelligenza nella materia, che l’uomo è nella materia e che non si può fare nulla a riguardo. Se le concediamo questo punto, la mente mortale potrebbe allora argomentare le sue ragioni con esempi dove la Verità avrebbe apparentemente fallito nella guarigione. Tale argomentazione può sembrare plausibile soltanto se l’uomo viene visto materialmente. Se non annulliamo questo modo di vedere, potremmo arrivare a pensare cose come: «Ho conosciuto un tale con un male presumibilmente incurabile. Ha cercato di risolverlo spiritualmente, però ho sentito dire che non c’è riuscito. Questo vuol forse dire che anche per la Scienza Cristiana alcuni mali sono davvero incurabili?»

Dobbiamo tornare alle verità spirituali fondamentali e strappar via la maschera a questa fuorviante linea di pensiero. Nell’analisi della Scienza dell’essere, i fallimenti apparenti vengono rivelati come immagini mesmeriche transitorie, non come la realtà. Se tentati da questo particolare tipo di ragionamento mortale, potremmo chiederci: «Crederò a Dio o al senso mortale?»

È il senso materiale a insistere che l’uomo sia mortale, soggetto ad afflizioni, malattie, decadimento e morte. Il senso materiale mente. Non dobbiamo credere alle sue bugie. In effetti, dobbiamo essere assolutamente sicuri di non credere nemmeno a una delle sue menzogne. Se cediamo alla credenza dell’insuccesso invece di sfidare il senso materiale sul piano spirituale, la volta successiva che daremo un trattamento a noi stessi o ad altri potremmo non fare altrettanto bene quanto in precedenza.

La Scienza Cristiana è scientifica. Il nostro compito è di conformare il nostro pensiero alla Verità e alla legge divina, non alle erratiche credenze umane e alle immagini di mortalità. Il nostro compito non è di confonderci con immagini e ombre, per quanto reali possano apparire, ma di conoscere la verità e andare avanti con questa comprensione, nonostante tutto ciò che la mente mortale cerchi di raffigurarci come realtà.

Il desiderio di avere una guarigione totale e definitiva non richiede nulla che non possiamo dimostrare con una dedizione sincera. Dio sosterrà i nostri sforzi. La Bibbia ci assicura: «Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi» (Giacomo 4:8). Un apparente fallimento non è motivo per dubitare, ma per coltivare una maggiore convinzione; una dimostrazione temporaneamente imperfetta non è ragione di disperazione, ma un’opportunità per elevarci più vicino a Dio. Come? Con la forza dello Spirito. Comprendendo che l’uomo, il nostro vero essere, è il riflesso della Mente divina, abbiamo la capacità di trascendere le argomentazioni del fallimento e niente può privarci di questa capacità.

Per affrontare con maggior sicurezza il cosiddetto caso incurabile, è necessario avere chiarezza su ciò che accade metafisicamente durante il processo di guarigione. A prima vista si direbbe che la pratica della Scienza Cristiana consista nell’avere un essere umano dotato di una certa spiritualità e comprensione scientifica che tratta mentalmente qualcun altro, da qualche parte, che abbia un concetto imperfetto di Dio e della Sua bontà e che questo sia il motivo per cui ha qualche tipo di problema. Dobbiamo guardare ben oltre per discernere ciò che avviene veramente nella pratica.

Mary Baker Eddy scrive: «La Mente è sempre l'Iddio eterno, il bene» (Scienza e Salute, pag. 415). Indipendentemente dal giudizio umano, questo implica che in verità non vi è alcuna mente di un paziente materiale che sia sofferente, spaventata o centrata su se stessa; nessuna mente di un practitioner che sia esitante, che debba lottare con una difficoltà o che sia spiritualmente limitata. In ogni circostanza, la sola Mente è la Mente eterna, Dio. Benché il quadro umano ci faccia vedere un practitioner che sta aiutando un paziente con un apparente problema tenace, ciò che sta realmente succedendo, adesso e ovunque, è l’unica Mente divina che conosce e gioisce della sua infinità, perfezione e bellezza, e si prende cura dell’uomo in perpetuo.

Nel regno della Mente e della Sua idea — e in verità non esiste altro regno — non c’è un practitioner incerto del risultato del suo trattamento, né un paziente che non risponde al trattamento e che crede esistano malattie incurabili; in questo regno la Mente divina è il Tutto assoluto che mantiene la totalità del Suo essere, non riconoscendo l’esistenza di alcun problema. Dio e la Sua totalità sono l’essenza, la sostanza, l’inizio e la fine degli eventi che umanamente descriviamo come un trattamento della Scienza Cristiana e il risultato è la guarigione.

In questo senso prettamente spirituale della pratica non esistono problemi reali, che siano curabili o incurabili, e di conseguenza non ci sono né successi, né fallimenti. Non ci sono coscienze individuali, che siano spiritualizzate o materializzate. Esiste soltanto l’unica coscienza divina, l’Ego eterno e divino.

In definitiva, la pretesa di incurabilità non dev’essere rimossa dalla coscienza, perché la coscienza divina è l’unica vera ed effettiva coscienza, sia del practitioner che del paziente. E per sua stessa natura, è sempre stata ed è tutt’ora impenetrabile a qualsiasi tipo di errore. L’errore non appartiene alla coscienza, né la coscienza appartiene all’errore, e mai potrà appartenervi. La coscienza appartiene alla Mente, Dio, per sempre.

La Scienza Cristiana è profondamente incoraggiante. È il Consolatore promesso da Cristo Gesù. Cosa potrebbe mai esserci di più confortante della rivelazione che l’uomo di Dio è senza imperfezioni, senza peccato, senza malattie e che lo è adesso, specialmente quando tale rivelazione è accompagnata dalla spiegazione di come tutti quelli che vogliono seguire le sue indicazioni possono potenzialmente applicarla? Per il Cristo, presenza e potere spirituali di Dio, non esistono casi senza speranza e possiamo cominciare a dimostrarlo oggi.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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