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Può una preghiera aiutare a porre fine a una guerra?

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 16 ottobre 2024

Originariamente pubblicato sul numero del 2 gennaio 2017 del Christian Science Sentinel

 


La foto sconvolgente che è diventata virale di un bambino siriano di cinque anni, sconcertato, insanguinato e infangato, salvato dalle macerie causate dagli attacchi aerei, ha commosso e straziato il cuore delle molte persone che l’hanno vista sui notiziari. «Può una foto porre fine a una guerra?» si leggeva nella didascalia, in un articolo su un media americano che indicava il desiderio dell'umanità di aiutare, come evidenziato nell’aumento degli aiuti umanitari raccolti per la Siria. Molti volevano fare molto di più. Tuttavia «non esiste un meccanismo chiaro attraverso il quale possiamo trasformare la nostra rabbia e la nostra compassione in cambiamento», concludeva l’articolo.

Forse un tale meccanismo non esiste, ma c'è un mezzo potente che ognuno di noi può utilizzare per aiutare le persone nelle regioni devastate dalla guerra e che può accelerarne la fine: la preghiera che afferma l'amore e la cura di Dio per tutta la Sua creazione.

Molte persone possono attestare il fatto che le preghiere hanno contribuito a far cadere il muro di Berlino — preghiere provenienti da entrambi i lati del muro. Nel corso della storia, gli sforzi di persone che hanno pregato molto in tutto il mondo, e il cui pensiero era dalla parte dell'onnipotenza di Dio, il bene — l'Amore divino universale e onnicomprensivo — hanno avuto effetti profondi sull'umanità, ponendo rimedio ai torti degli uomini ed elevando l'umanità. E così sarà sempre. Come?

La preghiera ribadisce il legame e l’unità dell’uomo con Dio, prima nel pensiero e poi nell'azione. Il Cristo — la verità dell'uomo a somiglianza di Dio che Cristo Gesù esemplificò mediante la guarigione — è l'onnipotenza dell'Amore, Dio, tangibilmente vista e percepita, che distrugge la paura e l'odio, vincendo il male con il bene. «Nessun potere può resistere all'Amor divino», scrive Mary Baker Eddy in Scienza e Salute con Chiave delle Scritture (p. 224). Dio è ovunque, e così è la Sua attività, il Cristo. Nessuno è escluso dall'amore infinito di Dio. La preghiera fondata su queste verità spirituali ci incoraggia, ci sostiene, ispira le giuste soluzioni, porta maggiore libertà e armonia.

La fotografia di quel bambino fu per me un campanello d’allarme, il richiamo urgente a pregare più assiduamente e quotidianamente per quella zona devastata dalla guerra. L'ammonimento della Bibbia, «Non essere vinto dal male, ma vinci il male con il bene» (Romani 12:21), parla a tutti, anche a me; eppure ero così sconvolta dalla tragica immagine che tale richiesta sembrava impossibile da assolvere.

Perciò mi rivolsi immediatamente a Dio. Il primo pensiero che mi venne in mente, e che mi parlò con autorità, chiarezza e certezza, fu: «Il Cristo è qui!» Si tratta del primo verso dell'Inno 412 nel Christian Science Hymnal [Innario della Scienza Cristiana] che poi continua:

O sognatore, lascia i tuoi sogni per una gioiosa veglia,
O prigioniero, alzati e canta, perché sei libero;
Il Cristo è qui, tutti i sogni dell'errore si infrangono,
sciogliendo le catene di ogni prigionia.
(Rosa M. Turner, No. 412, © CSBD)

Mi dissi che il Cristo si trovava proprio lì. Proprio in mezzo a quella città devastata dalla guerra, si trovava il Cristo di Dio — l'attività inarrestabile del grande amore di Dio per tutti i Suoi figli, la forza palpitante della Sua presenza, la presenza della Sua forza — e raggiungeva ogni cuore ricettivo. Ed era visibile e percepibile in azioni pratiche di guarigione.

Ciò che mi aiutò veramente a percepire questa presenza fu un'illustrazione del potere di Dio che si trovava in un libro per bambini pubblicato dalla Società Editrice della Scienza Cristiana intitolato Elizabeth and Andy di Julia M. Johnston. Uno dei capitoli raccontava di un padre che, desiderando aiutare la figlia a comprendere quale fosse il potere di Dio, le disse, mentre guardavano il sole sorgere all'orizzonte: «Figlia, l'alba è come il potere di Dio. Non fa alcun rumore, non fa pressione, non combatte né distrugge. È così dolce che un filo d'erba del frutteto non può venire ferito dal suo tocco e tuttavia è così potente che nulla può fermarla. La luce che sorge si irradia su tutto, tutto ciò che puoi vedere e molto di ciò che non puoi vedere. Ovunque giunga la luce, l'oscurità sparisce. L'alba è tanto quieta, bella, certa e vicina quanto lo è il potere di Dio» (Cap. 1).

A questo ricordo, sentii con ogni parte del mio essere che l'irresistibile attività del grande amore di Dio era proprio nel luogo del bisogno e non era possibile che rimanesse inascoltata o che venisse ignorata.

Mi furono d’aiuto anche due esempi che mi vennero in mente del Cristo, Verità che vince il male con il bene in un momento di terribile malvagità: Henry Wadsworth Longfellow, il cui figlio era rimasto ferito nella Guerra Civile, scrisse la poesia Christmas bells [Campane di Natale] alcuni mesi dopo la sanguinosa battaglia di Gettysburg. (Questa poesia divenne poi il canto natalizio I heard the bells on Christmas DayHo sentito le campane il giorno di Natale). Pensando a come tutte le campane delle chiese avrebbero suonato "Peace on earth, good will to men" [Pace in terra, buona volontà verso gli uomini] a Natale, egli scrisse:

E con disperazione chinai il capo;
«Non c'è pace sulla terra», dissi;
«Perché l'odio è forte,
e si fa beffe del canto
di pace sulla terra, della buona volontà verso gli uomini!»

Comprendevo il suo stato d'animo. Viste dall’esterno spesso le cose appaiono proprio così. Ma il Cristo, quell'influenza divina che parla alla coscienza umana, era proprio lì, a parlargli. E lui lo sentì. Scienza e Salute afferma: «La voce impercettibile della Verità è per la mente umana simile al “leone che rugge”. Viene udita nel deserto e nei luoghi oscuri della paura. Risveglia “i sette tuoni” del male e incita le loro forze latenti a esprimere la gamma completa dei toni segreti. Allora il potere della Verità viene dimostrato — e si manifesta nella distruzione dell'errore» (p. 559). È la verità che comanda! Era così puro, così sicuro, che Longfellow deve averlo sentito palpabilmente. La strofa successiva recita:

Allora le campane suonarono più forti e profonde:
«Dio non è morto, né dorme;
L'errore fallirà,
il Giusto prevarrà,
con la pace in terra e la buona volontà verso gli uomini».

Pensate a quelle migliaia di persone (“unionisti” e “confederati”) le cui preghiere — non solo durante la Giornata nazionale della preghiera proclamata dal Presidente Lincoln, ma ogni singolo giorno — li hanno incoraggiati a non lasciarsi sopraffare dal male, a perseverare e a vincere il male con il bene. L'amore guarisce l'odio. Quella guerra insensata finì poco più di un anno dopo la poesia di Longfellow.

L'altro esempio che mi venne in mente fu quello che appresi quando visitai con la mia famiglia l'ex campo di concentramento di Dachau, in Germania. Fui ispirata dal fatto che, nonostante si trovassero in condizioni orribili, l'unità di spirito di quei prigionieri (molti dei quali erano prigionieri politici provenienti da diversi Paesi) fu grande, trattandosi di attivisti per i diritti umani che si erano battuti per la libertà, e tra loro alcuni ministri; alcuni dei prigionieri potrebbero anche essere stati practitioner della Scienza Cristiana, dal momento che anche alcuni di loro furono rinchiusi nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale.

Nonostante le atrocità e la disumanità a cui furono sottoposti, emersero il loro amore per Dio, per il bene, e la loro dedizione nel vincere il male con il bene. Aspettandosi la libertà e per essere pronti ad accoglierla, avevano conservato piccoli ritagli di stoffa nei colori delle bandiere delle rispettive nazioni e avevano segretamente ricomposto bandiere fatte a mano. Immaginate la loro gioia quando i soldati americani dissero loro che erano liberi. Sebbene denutriti e stremati, con forza spirituale e lacrime, issarono le loro bandiere e gridarono di gioia.

Ricordare questi esempi mi aiutò a riconoscere il potere invincibile di Dio, la Sua presenza e la Sua attività, il Cristo. Riconobbi anche l'efficacia di una preghiera salda, che non vacillò fino a quando la pace fu conquistata.

Sono grata a coloro che mi hanno ricordato che è un grande privilegio, una gioia e un dovere pregare ogni giorno per tutta l'umanità. Rimaniamo dunque consapevoli e vigili, e facciamo la nostra parte, riconoscendo con fiducia l'irresistibilità del Cristo nel correggere i torti delle vicende umane.

Può una preghiera aiutare a porre fine a una guerra? Sì.
Perché ogni preghiera fondata sulla comprensione di Dio come infinitamente amorevole e premuroso con tutti, possiede il potere della guarigione e può accelerare il raggiungimento della pace.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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