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Vivere veramente l’avanzare degli anni

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 18 novembre 2024

Originariamente pubblicato sul numero del 1 dicembre 1997 del Christian Science Sentinel


Quanto ci piace misurare! Altezza e peso. Vista, udito e intelligenza. E la vita, anno dopo anno. Tuttavia, per sua stessa natura, ogni misurazione implica dei limiti, un inizio e una fine.

Gli anni costituiscono un modo valido di misurare l’uomo? La Bibbia descrive Dio come Spirito, come Amore, e l’uomo come creato a Sua immagine; quindi, l’uomo deve essere costituito da qualità spirituali, non materiali. Un'espressione di qualità spirituali non esiste all'interno di una cornice temporale! L’onestà o l’amore possono essere giovani o vecchi?

In matematica non si considera l'età del concetto «due». E se ne disegniamo il simbolo su una lavagna, non crediamo che il concetto «due» si trovi nel simbolo, o che inizi quando lo scriviamo e si estingua quando la cancelliamo. Né il numero due si deteriora con il tempo. Ciò che il simbolo esprime è semplicemente senza tempo e senza spazio. Allo stesso modo, l'espressione di Dio, la sua immagine e somiglianza, è senza tempo come Dio, senza i confini del concetto materiale. Un giovane, alla domanda su quanti anni avesse, rispose: «Sono vecchio come Dio!».

Come ha ragione Mary Baker Eddy quando scrive: «Misurare la vita in anni solari deruba la giovinezza e rende brutta la vecchiaia» (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, p. 246). Nello stesso paragrafo, poco oltre, descrive l’eterno mezzogiorno: «Il sole radioso della virtù e della verità coesiste con l'essere. Lo stato di uomo è il meriggio eterno dell'essere, mai offuscato da un sole declinante». Qui non troviamo arrivi o partenze, né fasi, né ombre che offuschino il pieno splendore dell’uomo. Mary Baker Eddy continua: «Se non fosse per l'errore di misurare e limitare tutto ciò che è buono e bello, l'uomo potrebbe godere di più di settant'anni e mantenere ancora il suo vigore, la sua freschezza e la sua promessa» (ibid.). Passando da un concetto mortale di noi stessi al riconoscimento nostro essere spirituale governato dalla legge divina, scopriamo che nulla nella nostra esistenza può essere soggetto a delle fasi.

Vita è un altro nome per Dio, l’origine del nostro essere. Alcuni degli attributi di Vita sono forza, entusiasmo, vigore, energia e gioia. La gioia ci permette di camminare con un passo pieno di energia. La forza spirituale ci mantiene eretti nel pensiero e nel corpo. L'entusiasmo si manifesta nell'amore per la vita e in una voce dal tono squillante.

Una volta un’amica mi raccontò che si controllava spesso per vedere se stesse assumendo atteggiamenti spiacevoli associati all’età. L’inflessibilità, ad esempio, potrebbe essere vista come una di queste caratteristiche. Ma grazie alla nostra natura spirituale, possediamo la ragione e i mezzi per rifiutare una simile credenza. In quanto espressione di Dio, riflettiamo costantemente la natura illimitata e amorevole dello Spirito. Potremmo essere portati a espandere i nostri orizzonti imparando ad apprezzare la musica e l'arte che prima magari non ci interessavano. Potremmo ritrovarci a uscire da schemi ripetitivi in ciò che facciamo ogni giorno. Quando siamo flessibili nell'affrontare nuove situazioni o cambiamenti, anziché risentirci o temerli, vediamo come tali cambiamenti ci benedicono.

Potrebbe arrivare un momento in cui ci troviamo a dover sradicare radici profonde, e a volte non è facile. Potremmo separarci da amici e ambienti familiari. Ma quando eleviamo il nostro sguardo al di sopra delle condizioni materiali, nel regno immutabile dello Spirito, impariamo che non possiamo mai perdere il bene spirituale. La nostra casa non è semplicemente una struttura materiale, ma è un'idea spirituale che include amore e pace, armonia e protezione.

Mentre la nostra situazione può cambiare, la cura di Dio non vacilla né diminuisce. Il sole non ha bisogno della stessa lastra di vetro per risplendere, né la qualità della sua luce è misurata dalle dimensioni o dalla forma della finestra. Allo stesso modo, possiamo sentire il calore e l'amore della cura di Dio ovunque ci troviamo.

Di recente, quando la casa che ho affittato per molti anni è stata venduta, mi è sembrato il momento giusto per trasferirmi in un piccolo appartamento in una nuova città e in un nuovo Stato. Disfarmi dei beni che non rientravano più nel mio nuovo stile di vita mi ha dato una meravigliosa sensazione di libertà. E i miei orizzonti si sono ampliati includendo la conoscenza di una nuova area del paese, facendo nuove amicizie e avendo più tempo per lo studio spirituale. I miei spazi più piccoli non sono restrittivi, ma liberatori, mentre scorgo nuove opportunità.

Quando il nostro obiettivo è quello di vivere veramente gli anni che avanzano, le misure mortali perdono la loro presa su di noi. Diventiamo più consapevoli della nostra attuale perfezione spirituale e lo sforzo di dimostrarla non è forse proprio ciò che promuove il vero progresso? Scopriamo che la crescita e l'avanzamento vanno di pari passo. Smettiamo di usare l'età come scusa per le nostre azioni o inazioni. Possiamo intuire ciò che deve aver provato Giovanni quando scrisse: «Carissimi, ora siamo figli di Dio» (I Giovanni 3:2). E nel nostro rapporto con Dio, Spirito, siamo troppo occupati a riflettere questa natura immortale per lasciarci ingannare dalle misurazioni della mortalità.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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