Il giorno di Natale era ormai passato quando una giovanissima studentessa della Scienza Cristiana entrò nella Sala di Lettura della Scienza Cristiana. Con tristezza espresse il desiderio che le chiese della Scienza Cristiana celebrassero i culti natalizi. Ricevette allora una risposta che aprì nuovi orizzonti di pensiero non solo per lei, ma anche per chi scrive, un'altra principiante nello studio della Scienza Cristiana, che aveva espresso lo stesso desiderio e alla quale era stato riferito l'episodio. La risposta fu data con una risata: «Hai un culto di Natale ogni mercoledì, e ora ne vuoi un altro!». L’autrice rimase perplessa di fronte a questa descrizione delle riunioni di testimonianze del mercoledì sera e, poiché era perplessa, rifletté a lungo su questo tema, fino a quando il progresso nella comprensione della Scienza Cristiana le fece capire questo glorioso fatto: il 25 dicembre commemora la nascita dell'uomo Gesù; la Scienza Cristiana rivela l’apparizione del Cristo sempre presente che i nostri culti commemorano durante tutto l'anno.
Quando avvenne questo episodio, l’autrice si sentiva offesa dalle riunioni di testimonianze. La Scienza Cristiana le era apparsa come una grande verità, ma fino a quel momento non aveva avuto alcuna guarigione, né comprendeva la guarigione nella Scienza Cristiana. Pensava di vedere nelle riunioni di testimonianze nient'altro che uno stratagemma pubblicitario a favore della denominazione; ma con l'alba del Cristo nella sua coscienza, le riunioni del mercoledì sera divennero più gioiose delle riunioni natalizie vere e proprie, e le testimonianze che un tempo le erano antipatiche divennero preziosi doni natalizi.
Lo scopo della Chiesa della Scienza Cristiana è quello di commemorare il vero Natale, poiché è documentato che nell'aprile 1879, durante una riunione dell'Associazione della Scienza Cristiana, fu votato, su mozione della signora Eddy, «di organizzare una chiesa designata a commemorare la parola e le opere del nostro Maestro, che avrebbe dovuto ristabilire il Cristianesimo primitivo ed il suo perduto elemento di guarigione» (Manuale della Chiesa, p. 17).
Quindi, pensando alle testimonianze che fanno parte della riunione del mercoledì sera, quale dono più grande possiamo fare se non il racconto di un'esperienza che dimostra l'attualità delle parole di Gesù quando parlò del Cristo che egli stesso dimostrò: «Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Matteo 28:20).
Questi doni non solo commemorano l'apparizione del Cristo tra noi, ma portano anche il Cristo guaritore al pensiero ricettivo che attende la guarigione; e quando consideriamo le testimonianze come doni, quanto dovrebbe essere facile dare una testimonianza, perché non può esserci nessuno che non ami naturalmente il dare. La convinzione di non essere in grado di esprimersi correttamente, che ciò che si ha da dire non valga la pena di essere offerto, che la propria voce non sia tale da essere ascoltata e la paura della critica: queste sono alcune delle credenze che ci derubano della gioia di dare e derubano gli altri della gioia di ricevere.
Una volta una studentessa molto giovane, entusiasta nel suo desiderio di condividere con gli altri una nuova luce che aveva colto, rese una testimonianza; tuttavia nessuno sembrò particolarmente colpito e lei ne fu un po' rattristata. Alcuni anni dopo, una certa famiglia andò da lei e la ringraziò proprio per quella testimonianza. Si scoprì che erano persone che avevano appena iniziato a frequentare i culti proprio in quel periodo e che quella particolare testimonianza aveva aiutato l'intera famiglia a guarire da un problema di disarmonia. Il salmista canta: «O Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode» (Salmi 51:15). Questa preghiera vale per ciascuno di noi. Se l'Amore apre le nostre labbra, non ci può essere alcuna timida reticenza; se è la Verità che le apre, allora non ci può essere alcun timore di sbagliare o di inciampare; se sono la gratitudine e la gioia, attributi della Verità e dell'Amore, allora la voce deve risuonare. Un pensiero molto incoraggiante per chi intende parlare si trova nelle parole della nostra Leader: «Una profonda sincerità è garanzia di successo, perché Dio se ne prende cura» (The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, p. 203).
Questa riunione offre un altro dono: quello di dedicare amorevole attenzione e gratitudine alle persone che parlano. Noi, come Scientisti Cristiani, siamo grati di renderci conto che possiamo sempre celebrare il Natale nella nostra coscienza, e grati alla nostra Leader per aver istituito queste riunioni del mercoledì sera, affinché possiamo conoscere la gioia di dare e ricevere doni natalizi durante tutto l'anno.
