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«Non so come pregare»

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 15 ottobre 2025

Originariamente pubblicato online il 25 giugno 2018 nella sezione dedicata ai ragazzi Teenconnect del Christian Science Sentinel

 


Domanda: Non so come pregare.

Risposta: Allaccia le cinture di sicurezza: la preghiera è l’avventura più meravigliosa di sempre!

Cos’è la preghiera: per me pregare significa avvicinarsi al creatore dell'universo. Significa entrare in intimità con Dio. È una continua esplorazione delle idee e dello spazio spirituali infiniti.

Come fare: Mary Baker Eddy, la Scopritrice della Scienza Cristiana, dedica un intero capitolo all’argomento della preghiera nel suo libro Scienze e Salute con Chiave delle Scritture. Lì leggiamo: «Il desiderio è preghiera; …» (p.1). L’autrice non si riferisce al desiderio di cose, come fidanzati, macchine o bei voti, ma al desiderio proveniente dal cuore di sentirsi vicini a Dio. La preghiera è un’aspirazione, un’apertura verso la fonte divina di tutto il bene. Una volta che ci troviamo in quel luogo di sincera apertura, ci sono molti modi per continuare la preghiera. Eccone qualcuno.

Preghiera di richiesta: Il Padre Nostro è un ottimo esempio. In questa preghiera Gesù ci insegna a chiedere; chiedere grazia, il nostro pane quotidiano, il perdono, e chiedere di non essere indotti in tentazione. Mary Baker Eddy offre una bellissima interpretazione spirituale di questa preghiera in Scienza e Salute (pagg. 16-17). 

Oltre al Padre Nostro, nella mia preghiera quotidiana chiedo a Dio di guidarmi, di aprire i miei occhi affinché vedano maggiormente la Sua bontà, di mostrarmi cosa significhi essere Sua figlia, di insegnarmi come amare di più Lui e la Sua creazione, e così via.

 Preghiera di affermazione e negazione: questa può anche essere definita preghiera di «discussione». Afferma la presenza e il potere di Dio e nega la realtà di qualsiasi cosa diversa da Dio, il bene. Per esempio, potrebbe essere così: «Dio è tutto il bene, riempie ogni spazio. Perciò _________ (riempire lo spazio con qualsiasi cosa stia causando un problema) non può esistere». Questa preghiera è utile quando stiamo affrontando qualcosa che non vogliamo nella nostra vita, come ad esempio la paura o il non sentirsi bene.

Preghiera di gratitudine: a volte anche solo il fatto di esprimere gratitudine ci mette in relazione con Dio, o almeno inizia a farlo. La gratitudine tende ad allontanare la nostra attenzione da qualsiasi problema stiamo affrontando per rivolgerla verso la consapevolezza e persino la convinzione della totalità di Dio. Essere grati per le piccole cose, così come per quelle grandi, aiuta. Nelle nuvole, nelle rose, nella musica: individuare le prove della presenza di Dio è tra le mie attività preferite. Ognuno ha la sua lista. Non stiamo parlando di discorsi vacui, ma di gratitudine onesta e sentita.

Preghiera di ascolto: Ascoltare significa imparare a stare in silenzio così da ottenere ciò che Mary Baker Eddy definisce «udienza con lo Spirito» (Scienza e Salute, p. 15). Mettiamo a tacere le chiacchiere del mondo e apriamo i nostri cuori e i nostri pensieri per sentire le idee che Dio, Mente, ci sta comunicando. È nella natura della Mente dispiegare tutto il bene. Il nostro lavoro è ascoltare. Mettendoci in ascolto, sentiremo meravigliose cose sull’universo dello Spirito e su di noi in quanto idee infinite dello Spirito. 

Preghiera della resa a Dio: Questa è una resa senza parole, una preghiera che dice: «Dio, prendi tu il controllo». Cedendo così il passo, si ripone una fiducia completa in Dio abbandonando qualsiasi senso di separazione da Lui.

Dio risponde alle nostre preghiere. Ci sono milioni di modi in cui una preghiera trova risposta. Per esempio si può sentire la presenza della bontà, magari nonostante le circostanze. Ci sentiamo più leggeri, più felici e più fiduciosi del bene. Oppure si può percepire una pace pura, un riconoscimento indescrivibile di essere amati dall’Amore. La paura scompare dai nostri pensieri. A volte sentiamo le parole di Dio, forse anche ad alta voce. Le cose della nostra vita cominciano a cambiare, a volte gradualmente e a volte all’improvviso. 

Di recente una ragazza di diciotto anni mi ha raccontato che la sua preghiera ha trovato risposta con un semplice sentimento di convinzione. «Non ho alcun dubbio che la guarigione avviene», mi ha detto. Questo è successo dopo che aveva pregato per un brutto raffreddore solo qualche giorno prima di doversi esibire come protagonista in un musical scolastico. Il giorno seguente il raffreddore era sparito completamente e lei si è esibita in una splendida interpretazione, in totale libertà.

Se non vediamo subito i risultati delle nostre preghiere è importante persistere, e possiamo anche chiedere questa persistenza in preghiera a Dio. Egli ci darà sempre tutto ciò di cui abbiamo bisogno e ci mostrerà qualsiasi cosa che dobbiamo sapere, compresi nuovi modi di pregare se non ci sentiamo ispirati o se ci sembra di essere arrivati ad un punto morto.

La preghiera non è un accordo unilaterale; essa invita e accoglie Dio nei nostri pensieri, e i risultati sono il cambiamento e la guarigione. Possiamo quindi aspettarci che le nostre preghiere siano efficaci. Dopo tutto, la preghiera ha a che vedere interamente con Dio, il Tutto-in-tutto. Quando rivolgiamo il nostro pensiero a Dio con aspettativa, le possibilità sono infinite. È un’avventura che vale la pena intraprendere!

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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