Non riuscivo a capire perché mi sentissi come in una situazione di stallo, come se una coperta pesante e invisibile mi stesse opprimendo, tenendomi inchiodata a terra. La vita mi pareva infatti cupa e i pensieri mi sembravano fiacchi.
Poi mi imbattei in questa sorprendente dichiarazione di Mary Baker Eddy, la scopritrice della legge divina e universale della guarigione cristiana: «Le forme blande del magnetismo animale vanno scomparendo, e i suoi aspetti aggressivi si stanno facendo avanti. I telai del crimine, nascosti negli oscuri recessi del pensiero mortale, stanno tessendo di ora in ora trame più complicate e più sottili. I metodi attuali del magnetismo animale sono così occulti da irretire quest'epoca nel tranello dell'indolenza e da produrre sul soggetto proprio quell'apatia che il criminale desidera» (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag. 102).
Conoscevo bene la definizione di magnetismo animale data dall'autrice: «Il magnetismo animale o ipnotismo, com'è definito nella Scienza Cristiana, è il termine specifico per designare l'errore, o mente mortale. Esso è la falsa credenza secondo cui la mente si trovi nella materia e sia tanto cattiva che buona; che il male sia reale quanto il bene e perfino più potente» (Scienza e Salute, pag. 103). Ma dopo aver cercato la parola indolenza, è scattato un campanello d'allarme. Il suo significato, infatti, è "Inattività o mancanza di sforzo del corpo o della mente, derivante dall'amore per le comodità o dall'avversione per la fatica” (Noah Webster, American Dictionary of the English Language, 1828).
Mi ero reso conto di come "l'amore per le comodità" stesse prendendo piede nella mia vita, ma comprendere che stava rendendo me e gli altri indifferenti e quindi permissivi nei confronti del male, fu un campanello d'allarme.
Una delle richieste fondamentali rivolte agli Scientisti Cristiani è quella di vegliare, di stare all'erta, di stare in guardia. La parola vegliare significa rimanere svegli. Cristo Gesù lo disse espressamente ai suoi seguaci: «Ora, ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!» (Marco 13:37). Vegliamo per cercare la bontà di Dio, la Sua manifesta potenza e presenza, e per essere sicuri di non cadere nell'errore di pensare e agire in modo dissimile dalla natura del Cristo che Gesù insegnò e dimostrò.
Analizzando con maggior attenzione i miei pensieri, mi resi conto che alla base dell'oscurità, della pesantezza e perfino della confusione che mi stavano affliggendo, c'era quest'aggressiva e sottile trappola dell'indolenza. Capii che questo "amore per le comodità" si era insinuato in tre modi, tra gli altri:
1. Il primo modo si può riassumere con le parole "non ne ho la voglia": in pratica, la mancanza di volontà di operare per Dio. In effetti operare per Dio sembra implicare molto lavoro, però dà grandi ricompense. Operare per Dio significa riconoscere e accettare la natura divina della Sua creazione, dove tutto funziona in perfetta armonia; significa essere umilmente grati per le benedizioni già ricevute ed esser pronti per la manifestazione del bene infinito. Operare per Dio include la preghiera quotidiana, una sorta di “approvvigionamento” spirituale realizzato attraverso lo studio delle Scritture e degli scritti di Mary Baker Eddy; ed include il desiderio di abbracciare pensieri buoni e agire di conseguenza, rigettando al contempo i pensieri egoistici e cattivi.
Pietro, discepolo di Cristo Gesù, scrive: «Grazia e pace vi siano moltiplicate nella conoscenza di Dio e di Gesù, nostro Signore. Poiché la sua divina potenza ci ha donato tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà, per mezzo della conoscenza di colui che ci ha chiamati mediante la sua gloria e virtù, attraverso le quali ci sono donate le grandissime e preziose promesse, affinché per mezzo di esse diventiate partecipi della natura divina, dopo essere fuggiti dalla corruzione che è nel mondo a motivo della concupiscenza. Anche voi per questa stessa ragione, usando ogni diligenza, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza l'autocontrollo, all'autocontrollo la perseveranza, alla perseveranza la pietà, alla pietà l'affetto fraterno e all'affetto fraterno l'amore. Perché, se queste cose si trovano in voi ed abbondano, non vi renderanno oziosi né infruttuosi nella conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo» (II Pietro 1:2-8).
Nelle Concordanze della Bibbia New Strong's Exhaustive la parola greca "infruttuoso" è definita con "pigro". Considerando che la pigrizia non è produttiva, le qualità elencate da Pietro, rafforzandosi a vicenda, ci rendono abbondantemente più produttivi. Operare per Dio non è tanto un sistema di "fatiche e gratificazioni", quanto un mezzo per esprimere tutto il bene che già abbiamo!
2. Il secondo era il desiderio di una vita materiale più confortevole, senza la volontà di escludere il peccato dal pensiero e dall'azione. Scrive Mary Baker Eddy: «La guarigione della malattia fisica è la parte minima della Scienza Cristiana. È solo il suono di richiamo della tromba al pensiero ed all'azione, nell'ordine più elevato della bontà infinita. Lo scopo più importante della Scienza Cristiana è la guarigione del peccato...» (Rudimenti della Scienza Divina, pag. 2).
Gesù guariva scacciando dal pensiero tutto ciò che causava disarmonia esteriore — che viene talvolta indicato nelle traduzioni della Bibbia come spirito maligno, spiriti maligni o demoni. Una volta i discepoli gli chiesero perché non erano riusciti a guarire un malato, e la sua risposta fu: «Per la vostra incredulità; perché in verità vi dico che, se avete fede quanto un granel di senape, direte a questo monte: "Spostati da qui a là", ed esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile. Ma questa specie di demoni non esce se non mediante la preghiera e il digiuno» (Matteo 17:20, 21).
Una traduzione spirituale che ho trovato utile del verbo digiunare è questa: «Astenersi dall'ammettere le pretese dei sensi» (Mary Baker Eddy, The First Church of Christ, Scientist, and Miscellany, pag. 222). Non si può fare affidamento sui sensi materiali per riconoscere la realtà, ovvero ciò che è universalmente vero qui, ora e ovunque. Essi riferiscono immancabilmente che c'è un potere, un'intelligenza, una sostanza, una presenza, una legge al di fuori e in opposizione a Dio. Quindi, quando ci affidiamo erroneamente alle pretese dei sensi, infrangiamo invariabilmente il Primo Comandamento del Decalogo di Mosè: «Non avrai altri dèi davanti a me o all'infuori di me» (Esodo 20:3 secondo la versione Amplified Bible, Classic Edition).
Siamo veramente disposti a scacciare il peccato – ovvero qualsiasi tendenza a credere alla suggestione che esista un altro dio, un altro potere — dal nostro cuore, dai nostri pensieri e dalla nostra vita? Stiamo solamente cercando un'esistenza umana più confortevole o desideriamo veramente operare per Dio? Naturalmente, il dolore e la malattia non sono mai la volontà del Padre-Madre Dio per i Suoi preziosi figli e non possono mai costituire l'ordine divino delle cose. Sono il risultato di una credenza, credenza di cui possiamo liberarci. Poiché lo scopo della Scienza Cristiana è la guarigione del peccato, e gli effetti o "segni che l'accompagnano" della guarigione del peccato sono la guarigione fisica, non possiamo permetterci di essere pigri nell’affrontarlo in noi stessi.
3. Il terzo modo in cui vedevo manifestarsi l'indolenza era il costante richiamo alle distrazioni che si celavano sotto forma di riposo e intrattenimento. Gli eventi mondiali, insieme alle sfide della vita, possono essere travolgenti e richiedere una pausa, ma la pigrizia ci fuorvia da ciò che realmente ci dà riposo e soddisfazione. Magari la pigrizia ci tenta inducendoci a passare il tempo davanti allo schermo, che può assumere la forma di un semplice divertimento oppure di una "navigazione compulsiva" tra le opinioni mortali e le brutte notizie. Piuttosto che cedere alla tentazione, che ci trascinerà sempre di più nell'oscurità e nella depressione, possiamo rivolgerci a Dio per trovare risposte ispirate.
Quando ricorriamo a Dio con tutto il cuore, scopriamo che ogni preghiera e ogni trattamento della Scienza Cristiana testimoniano della natura di Dio, amorevole, integerrima, armoniosa e intelligente. Il pensiero viene innalzato al di sopra dell'indolenza e scopriamo che l'unico scopo della nostra esistenza è quello di testimoniare ed esprimere la natura di Dio e che tale percorso è gioioso, infonde energia e appaga. La Bibbia ci dice: «I miei testimoni siete voi, dice l’Eterno, insieme al servo che ho scelto, affinché voi mi conosciate e crediate in me, e comprendiate che io sono. Prima di me nessun Dio fu formato, e dopo di me non ve ne sarà alcuno (Isaia 43:10).
Per quanto riguarda l'oscurità, la depressione e la fiacchezza di cui ho parlato all'inizio di questo articolo, ci sono voluti mesi di serio impegno, studio e preghiera quotidiani per superarli, ma la parola indolenza mi ha motivato. Non volevo acconsentire al male. Giorno dopo giorno, momento dopo momento, mi sono resa conto che Dio è la mia fonte, il mio vero Amore, il mio fulcro, il mio unico e Tutto.
Ho imparato a difendermi dall'attrazione delle comodità affidandomi alla "Preghiera quotidiana" di Mary Baker Eddy, che cito in parte: «"Il Tuo regno venga"; che il regno della Verità, della Vita e dell'Amor divino sia stabilito in me, e scacci da me ogni peccato» (Manuale de la Chiesa Madre, pag. 41). Mentre pregavo, spesso sostituivo la parola peccato con indolenza.
Cominciando a riconnettermi con l'Amore divino, ho pensato a Dio come Madre. Lei mi parlava con una tale tenerezza, fermezza e misericordia che metterLa al primo posto era diventato qualcosa di irresistibile, desiderabile e delizioso. Ero ansiosa di conoscere ciò che voleva dirmi ed ero entusiasta di ascoltare il Vangelo (la buona novella) della presenza dell'Amore più di quanto temessi di acconsentire al male.
Dopo aver lavorato costantemente per diverse settimane per mettere Dio al primo posto, istante dopo istante, nei pensieri e nelle azioni, mi sono sentita rinata! E continuo ad avvertire quel tonificante senso di ispirazione mentre considero il lavoro per Dio come il compito più importante che io possa svolgere.
Mary Baker Eddy scrisse a una nuova chiesa filiale del Massachusetts delle parole molto simili a quelle di Pietro: «Onorate il vostro Padre e Madre, Dio. Continuate nel Suo amore. Portate frutto – "i segni che l'accompagnano" - affinché le vostre preghiere non siano ostacolate. Pregate senza sosta. Vigilate con diligenza; non abbandonate mai la postazione di osservazione spirituale ed esaminate voi stessi. Impegnatevi nell’abnegazione, nella giustizia, nella mansuetudine, nella misericordia, nella purezza, nell'amore. Che la vostra luce rifletta la Luce. Non abbiate altre ambizioni, affetti o scopi al di fuori della santità» (Miscellaneous Writings 1883-1896, pag. 154).
Il lavoro per vincere l'amore per le comodità conduce alla salvezza, alla sicurezza, alla salute e alla santità, ovvero a una convinzione più profonda e a un'esperienza più completa della grazia di Dio.