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Sempre una sposa?

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 29 marzo 2013

Tradotto dal Christian Science Sentinel del 7 gennaio, 2011


Ti è mai capitato di rammaricarti perché ai matrimoni ti ritrovi sempre ad essere la damigella d’onore e mai la sposa? Immagini mai come potrebbe essere brillante e pieno di gioia il giorno del tuo matrimonio?

Io sono single e ammetto di averci pensato. Recentemente tuttavia ho dato un senso totalmente nuovo al significato di essere sposa o sposo e ho capito che siamo tutti spose o sposi ogni giorno della nostra vita. Capisco si possa trovare questo concetto un po’ esagerato se non si è mai percorsa la navata verso l’altare indossando un abito da sposa o uno smoking - o se lo si è fatto, forse non si desidera essere etichettati come sposa o sposo perenni! Tuttavia vorrei spiegare meglio il concetto.

Ho pensato a cosa la navata (intesa come il percorso verso l’ altare) significhi per me spiritualmente: non potrebbe forse essere la pura consapevolezza spirituale del pensiero – un percorso quotidiano verso l’Amore? Ogni passo del percorso è un passo che migliora il mio pensiero e la mia relazione permanente con Dio.

Recentemente, quando due amici annunciarono il loro matrimonio, non ero sicura di voler partecipare alla cerimonia. Per l’ennesima volta, mi trovai a chiedere a me stessa quando sarebbe venuto il mio momento di sfilare verso l’altare, se solo avessi trovato quel “qualcuno” giusto per me. L’anno precedente all’evento, avevo pregato per essere consapevole del fatto che la mia vita era sotto il controllo di Dio e che il rapporto su cui dovevo lavorare di più era quello con Dio. Relazioni giuste e corrette avrebbero preso corpo nella mia vita quando avessi imparato a riconoscere Dio per prima cosa. Dovevo comprendere cosa significasse essere “sposata” a Dio, essere la “sposa” della conoscenza di Dio. Per tutto l’anno avevo pregato con le idee contenute nel capitolo intitolato “Matrimonio” in Scienza e Salute con chiave delle Scritture di Mary Baker Eddy, con la storia biblica di Ruth e con le varie storie bibliche che trattano di relazioni.

Un mese prima del matrimonio, partecipai ad una riunione di testimonianze della Scienza Cristiana e le letture trattavano proprio il tema del matrimonio. Mentre ascoltavo, fui illuminata dalle definizioni di sposa e futuro sposo tratte da Scienza e Salute. Durante il servizio percepii le definizioni in una maniera totalmente nuova.

La “sposa” viene definita come “Purezza e innocenza, che concepisce l’uomo nell’idea di Dio; un senso dell’Anima che ha felicità spirituale e gioisce, ma non può soffrire” (pag. 582). Percepii con chiarezza di essere una pura espressione di Dio, non solo nel giorno del matrimonio, ma ogni giorno; e che in quanto espressione quotidiana di Dio, non vi era spazio per il dispiacere, ma solo per la gioia spirituale. Gioia e felicità arrivano attraverso attività che esprimono Dio e nel mio rapporto con Dio che è sempre completo e perfetto.

La definizione di “sposo” subito dopo dice: “Comprensione spirituale; la pura consapevolezza che Dio, il Principio divino, crea l’uomo come Sua propria idea spirituale, e che Dio è l’unico potere creativo” (pag. 582). Proprio come nella definizione di sposa, compresi che la nostra consapevolezza è pura e non vi è spazio per null’altro che non sia Dio; e se visualizziamo la consapevolezza con la “navata”, non possiamo vedere altro che un sentiero diritto e senza ostacoli che ci guida verso Dio senza solchi o impurità. L’idea che ognuno di noi esprime il potere creativo che deriva da Dio, dimostra che non vi è nulla al di fuori di questo unico, individuale e armonioso controllo della Mente Una, Dio. I nostri rapporti con gli altri, siano essi di fidanzato, fidanzata, moglie, marito, amico, sconosciuto o membro della nostra chiesa, dimostrano la nostra unità con Dio, la nostra inseparabilità dalla Sua divina presenza nella nostra vita, ovvero il nostro “matrimonio” con Dio.

Ebbi la meravigliosa rivelazione di essere sempre una sposa – ogni giorno; e che quindi potevo essere felice di partecipare al matrimonio dei miei amici senza sentirmi amareggiata o sola per la mancanza di una relazione mia.

Il giorno del matrimonio fu molto divertente e gioioso: continuai ad affermare che Dio era presente ed era la guida per ognuno di noi. Naturalmente vi era una sola sposa vestita di bianco quel giorno ed un solo sposo in smoking, ma io percepii la presenza di molte spose e sposi, perché ognuno di noi stava esprimendo la purezza ed il potere di Dio nella nostra vera natura spirituale – percorrendo ognuno il proprio cammino lungo la “navata” per avvicinarsi a Dio. Ogni pensiero sulla nostra completezza era un passo in avanti verso la chiara comprensione della nostra inseparabilità dall’Amore divino.

Quindi, la prossima volta che avrai la sensazione di essere sempre una futura sposa (o un futuro sposo) senza mai divenirlo veramente, potrai iniziare a camminare lungo la “navata” e contemplare la tua inseparabilità da Dio, l’Amore stesso. Non è questo il bello?

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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