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Resistente al cambiamento? La preghiera porta chiarezza

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 11 marzo 2014

Originariamente pubblicato sul numero del 10 febbraio 2014 del Christian Science Sentinel


Dove sta andando il mondo? Certamente non è come io lo conoscevo.

Quanti di noi si sono fatti questa domanda e probabilmente dati una simile risposta? In un modo o in un altro, potremmo sentirci sorpresi dalle sfide dei cambiamenti. I miei nonni non hanno mai parlato delle difficoltà nell’abituarsi a guidare un’auto invece di un carretto trainato dal cavallo o di guardare la TV invece di ascoltare la radio o di leggere un libro. Ed avere un impianto idraulico ed elettrico era ai loro tempi considerato un privilegio, non un problema.

Ma il passo del progresso tecnologico sta velocizzandosi sempre più e spesso sembra che il mondo stia cambiando costantemente. Io mi ritrovo a domandarmi se questi avanzamenti che intendono facilitare la vita — i social network, il commercio elettronico, gli smartphones — di fatto non la stiano rendendo sempre più difficile. Il mio entusiasmo per molte nuove invenzioni non è esattamente travolgente e, a causa di questo, talvolta mi sento di essere rimasta indietro.

Poco tempo fa, alcune circostanze al lavoro, in famiglia e fra amici mi indicarono la necessità di spingermi oltre la mia “zona sicura”, imparando ad usare un computer per interagire online. Sapevo che lavorare al computer non mi avrebbe resa più spirituale — per cui mi domandavo quale possibile ragione c’era di raccogliere la sfida di imparare a farlo? Mentre lottavo con la mia resistenza, cominciai a scoprire che c’erano delle ragioni metafisicamente solide per inseguire il mondo di “oggi”.

Realizzai che le qualità spirituali necessarie per affrontare questo impegnativo nuovo orizzonte erano le stesse che mi spingevano a progredire nella crescita e nello sviluppo spirituali. Quanto più ero disposta a comprendere Dio come Mente divina, risorsa senza limiti, tanto più potevo vedere me stessa capace di imparare qualsiasi cosa. Nulla può incrinare la mia fiducia o il mio desiderio di imparare e di crescere.

Mentre pregavo, mi ricordai che accettavo sinceramente il fatto che Dio può far tutto. Egli è la Mente onnisciente, onnipotente ed io sono la figlia di questa splendida intelligenza. Iniziai a vedere che se avessi pensato a me stessa come a una mortale limitata, avanti d’età, che aveva voltato la schiena ai cambiamenti che avvenivano attorno a lei, non solo mi sarei preclusa la possibilità di imparare ad usare un computer, ma avrei anche ignorato la mia capacità di esprimere Dio in modi nuovi e freschi anche nel mio comportamento spirituale. Questa porta “sbarrata” sulla tecnologia stava contribuendo a percepire me stessa come una mortale in fase d’invecchiamento. Non era ciò che volevo!

Iniziai ad aprire le mie porte mentali verso nuove idee e verso l’abilità di accettarle. Dopo tutto, la zelante creatività che osservo nei giovani intorno a me, è una qualità spirituale che deriva da Dio e che veramente appartiene ad ognuno — me compresa. Sapevo che poiché io sono un’espressione di Dio, la mia capacità di crescere spiritualmente è illimitata e si manifesta in tutto quello che penso e faccio. Perché mai dovrei gettare l’opportunità di esprimere una di queste qualità?

Nella Bibbia, troviamo molti esempi di individui che hanno affrontato la necessità di un cambiamento. E molto spesso, consentendo a Dio di guidarli attraverso i cambiamenti, furono in grado di compiere cose straordinarie. D’altro canto, gli Israeliti — una volta liberati dai loro persecutori, gli Egiziani — ebbero difficoltà ad adeguarsi al loro stile di vita temporaneamente nomade, a dispetto della promessa di Dio di “un paese ove scorre il latte e il miele” (Esodo 33:3). E così trascorsero 40 anni vagando nel deserto.

Ed anche Saulo, che sarebbe più tardi diventato Paolo, accettò la cristianità dopo averla condannata ed avere addirittura perseguitato i seguaci di Gesù (vedere gli Atti degli Apostoli 9:1-20). Si potrebbe dire che la volontà di attuare un cambiamento e compiere un progresso, lo portò ad una più elevata statura morale e spirituale e ad un ruolo di leader così importante per la crescita della primitiva chiesa cristiana.

Anche Mary Baker Eddy, la fondatrice della Scienza Cristiana, dovette essere disponibile ad abbracciare un cambiamento. La sua vita fu costantemente soggetta a cambiamenti di direzione, soprattutto quando era relativamente giovane ed alle prese con sconvolgimenti nella sua vita privata. Sicuramente non avrebbe potuto portare a termine tutto quello che ha fatto se non fosse rimasta aperta a nuove idee e a nuovi modi di fare le cose. Più tardi nella sua vita, quando la Scienza Cristiana stava affermandosi, corresse il suo libro Scienza e Salute con Chiave delle Scritture più di 400 volte, alla ricerca del modo migliore di manifestare il significato della sua rivelazione divina.

Per me, tutti questi esempi indicano logicamente l’importanza di riconoscere e di abbracciare il cambiamento, se e quando il cambiamento ci aiuta ad esprimere Dio più chiaramente. Possiamo assumere un atteggiamento disponibile, pregando per vedere più chiaramente come i fattori quali età, facoltà in declino e testarda ostinazione non fanno parte della creazione di Dio.

La Signora Eddy fece innumerevoli riferimenti al cambiamento e a tutto quello che ne consegue. Uno dei miei preferiti è: “L’essere disposti a divenire come un piccolo fanciullo e ad abbandonare il vecchio per il nuovo rende il pensiero ricettivo all’idea avanzata.“ (pag. 323:35). Come figli di Dio, esprimiamo la comprensione e la disposizione all’ascolto necessarie per vedere ed abbracciare nuove idee. Non siamo mai fuori e lontani da Dio, di conseguenza nulla ci può impedire di compiere il progresso di cui abbiamo bisogno. Difatti, noi siamo parte del processo di svolgimento spirituale.

Mentre lasciavo il mio pensiero libero dal passato e cedevo alla volontà di Dio, pregando per un cuore aperto e disponibile, mi ritrovai a essere capace non solo di usare la nuova tecnologia tranquillamente, ma anche di compiere sforzi per apprendere nuove prospettive da molti punti diversi. Iniziai ad essere più disponibile ad ascoltare le idee degli altri come anche ad apprezzare e rispettare gli altri anche se non mi trovavo d’accordo con loro. Nonostante sia un processo di apprendimento continuo, la conoscenza che in quanto figli di Dio siamo spinti in modo naturale ad esprimere il nostro più alto senso del giusto, mi ha avvicinato alla mia chiesa ed alla mia comunità. Il nostro scopo e desiderio è di servire Dio e non di giudicare.

Col tempo, non solo sono arrivata a gradire l’utilizzo del computer e a partecipare ai social network, ma sono anche arrivata a gradire la disponibilità online di aspetti dello studio della Scienza Cristiana, come i podcast del “Daily Lift” (vedere christianscience.com/daily-lift), la vivace musica contemporanea del Supplemento all’Innario della Scienza Cristiana e i nuovi album di musica religiosa disponibili nelle Sale di Lettura della Scienza Cristiana. Ho anche gradito partecipare agli incontri di Church Alive e leggere Commentari Biblici e Nuove Traduzioni.

Continuando a praticare l’apertura al progresso sotto la direzione di Dio ho trovato una nuova libertà. Il mio apprezzamento per il cambiamento e i per i modi diversi di fare le cose sta crescendo. Pur avendo visto questi nuovi concetti schiudersi, un pensiero importante non mi ha sicuramente abbandonata: cioè che le idee ed i messaggi di Dio possono assumere forme diverse, ma valgono per ogni epoca e si adeguano ai bisogni dell’umanità oggi e per sempre.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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