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Speranza e conforto dal Giappone

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 marzo 2011

Tradotto da The Christian Science Monitor, 14 marzo 2011


Qui a Tokyo ho creato un file di messaggi di posta elettronica intitolato «benedizioni della terra » (e non « terremoto ») - una raccolta di oltre 150 messaggi di benedizione, messaggi colmi della speranza che il Giappone sopravviva a uno dei più tristi avvenimenti della nostra recente storia.

Lho chiamato «benedizioni della terra» perché insisto nel vedere la bellezza dei doni della terra, invece della maledizione della natura.

L'unico modo per migliorare questo pianeta, la nostra casa, è di vederlo da un punto di vista più spirituale, comprendendo il significato di « Il Tuo regno venga » e « la Tua volontà sia fatta in terra come in cielo », come dichiara Cristo Gesù nella preghiera del Signore, il Padre Nostro, preghiera che diede a tutta l'umanità. La fondatrice dell’Araldo della Scienza Cristiana, Mary Baker Eddy, diede la sua interpretazione spirituale a questi versi: «Il Tuo regno è venuto; Tu sei sempre presente », e «Concedici di sapere che — come in cielo, così in terra — Dio è onnipotente, supremo. » (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pag.16-17).

La spiritualizzazione del nostro pensiero è la sola luce alla fine del lungo tunnel del materialismo. Nel mezzo della devastazione, è facile cercare di valutare la nostra esistenza da un punto di vista materiale, con il timore della deprivazione e con la sensazione di dover combattere per delle risorse limitate, che si tratti di energia o di opportunità. Questo modo di vedere ci permette solo di ripetere la storia della creazione materiale e la distruzione che essa porta con sé. Confidare nella forza materiale per superare conflitti e disordini è solo un altro aspetto dell’improduttiva prospettiva materiale.

Un’ottica spirituale, tuttavia, può essere espressa quotidianamente in pazienza, calma e pace. Possono queste qualità calmare gli effetti di un terremoto e di uno tsunami?

Durante il terremoto qui a Tokyo - il più forte che io abbia mai vissuto - la mia vicina fu confortata da un americano che, avvicinatosi a lei, le disse con fermezza: «Daijyobu desu, daijyobu » (« Va tutto bene, va tutto bene »). La mia vicina disse che si era sentita improvvisamente in pace, e la paura scomparve. Cosa c'era dietro queste semplici parole?

Il suo commento mi fece venire in mente il racconto biblico in cui Gesù placò la tempesta, dicendo, e sono sicura che lo disse ad alta voce e con fermezza: « Taci, calmati! » (Marco 4:39).

Si può calmare una tempesta, il vento o un incendio semplicemente pronunciando la frase: «Taci, calmati!» ? Oppure c’è qualcosa di più, cioè riuscire a vedere con convinzione il nostro «dominio» sulla terra da una prospettiva più elevata, da un punto di vista spirituale e metafisico al di là della fisica?

Recentemente ho ascoltato una riflessione su come Gesù non abbia calmato la tempesta, ma abbia piuttosto invitato coloro che lo circondano nella sua pace, quella pace che viene dal dominio sulla legge fisica. Sotto la legge divina, la tempesta era pari a uno zero, non aveva nessun potere, non era niente. La tempesta non era una forza reale per il nostro Maestro guaritore. Lo era la pace.

Gesù promise di darci la pace, ma non come una condizione umana, come la semplice assenza di guerra o di conflitto. Secondo me egli intendeva la pace eterna che prevale e mantiene l’ordine nell'universo.

Abbiamo perso questa pace? No. Mai! Possiamo sentirla qui e ora. Siamo nati con questa pace, e siamo in grado di risvegliarla e di metterla ben in evidenza nella nostra consapevolezza, per avere il dominio sulla «terra», terra che è descritta da Mary Baker Eddy come la rappresentazione di «un’idea composta» (Scienza e Salute, p. 585). Sotto questa luce possiamo vedere la terra come un insieme di idee spirituali - tutte idee giuste come pace, calma, intelligenza, creatività, generosità e amore. E l'uomo (categoria che include ognuno di noi) fatto a immagine e somiglianza di Dio, come viene dichiarato nel primo capitolo della Genesi, è la Sua più alta idea e può avere il dominio su ciò che noi chiamiamo «natura». La natura deve coincidere con la volontà divina che è armoniosa e buona. Così una calamità non è naturale, ma innaturale. Gesù è il Maestro e l’esempio che ci ha mostrato come dominare la tempesta e altri elementi di disturbo che cercano di impedirci di esercitare il nostro diritto divino.

Qui in Giappone abbiamo espresso molta pace e tranquillità non perché ci siamo rassegnati al disastro, ma perché istintivamente conosciamo e sentiamo questa pace con amore. Nel periodo di Natale Gesù è spesso definito il «Principe della pace», e ci viene ricordato il racconto biblico degli angeli che dichiarano l’unica e vera volontà di Dio: «Gloria a Dio ne’ luoghi altissimi, pace in terra agli uomini ch'Egli gradisce!» ( Luca 2:14).

Gesù disse anche: «Io vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti» (Giovanni 14:27). Questa pace può guarire. Possiamo essere coscienti di tale pace proprio oggi, dichiarando il nostro dominio spirituale sulla distruzione materiale.

Tutte le preghiere e l'amore che ci state mandando diffondono questa pace nel mondo intero, il dominio sulla terra, la nostra bella casa.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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