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Uscite da quel guscio!

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 3 gennaio 2023

Originariamente pubblicato sul numero del 3 settembre 2012 del Christian Science Sentinel


Ogni preghiera che cerca di farci superare le paure e i comportamenti con cui ci auto-limitiamo e di accogliere una visione spirituale, ovvero la visione che Dio ha del bene immutabile e spirituale che va oltre il vedere, il toccare, il gustare, il sentire e l'odorare della materia, esprime un senso spirituale.

Che cos'è il senso spirituale?

Penso che possiamo trovare una risposta pensando ai pulcini e alle uova. Come fa un pulcino a sapere che deve uscire dal guscio? Sa che esiste qualcosa al di là dei suoi limiti fisici. Questa conoscenza innata lo spinge a beccare per trovare qualcosa di meglio. Se accettasse semplicemente un senso materiale limitato delle cose, potrebbe considerare il suo guscio come il suo destino nella vita e rimanere al suo interno. Forse si accontenterebbe di trovare la posizione più comoda possibile all’interno del guscio.

Vi suona familiare? Accettiamo mai la paura e le limitazioni come un dato di fatto? Accettiamo semplicemente la malattia o i difetti del carattere come ciò con cui dobbiamo convivere e ci adattiamo a far fronte a condizioni fisiche, mentali o morali malate?

Accontentarsi di un senso materiale delle cose comporta l'accettazione del rischio continuo di limitazioni e deterioramento. Scienza e Salute con Chiave delle Scritture di Mary Baker Eddy spiega come sia necessario coltivare e sviluppare il senso spirituale. «I mortali devono emergere da questa nozione di vita materiale come tutto-in-tutto. Devono rompere i loro gusci con la Scienza Cristiana e guardare al di fuori e più in alto» (pag. 552).

Credo che l’invito a rompere i gusci derivi dal fatto che siamo in grado di farlo. Il senso spirituale è la nostra naturale capacità di riconoscere ciò che è bello, buono, vero e liberatorio. Scienza e Salute descrive il senso spirituale come «una capacità cosciente e costante di comprendere Dio» (pag. 209).

Comprendere Dio significa riconoscere il bene divino. Quando esaminate voi stessi e ciò che vi circonda alla luce della comprensione di Dio e del suo riflesso del bene nella creazione, state esercitando il vostro senso spirituale. E questa è una preghiera potente, che guarisce.

Il senso spirituale inoltre «mostra la superiorità della fede dimostrata con le opere sulla fede a parole» (pagg. 209-210). Ciò significa che esprimere il senso spirituale non vuol dire semplicemente «comprendere», ma comporta anche un’azione. Le «opere» del senso spirituale si vedono nei nostri sforzi per rompere il guscio del materialismo che promette una comodità personale che non può mai mantenere. I confini del nostro «uovo» tendono a diventare meno confortevoli man mano che cresciamo. Non è una cosa negativa. Gli spazi ristretti ci spingono a fare lo sforzo di «beccare» per aprirci la strada verso una migliore comprensione di Dio e dell'uomo.

Recentemente iniziai a soffrire di un forte dolore a un piede ogni volta che camminavo anche per brevi tratti. Il dolore continuò per diversi mesi, a volte svegliandomi di notte, fino a quando mi sentii sfinita e accettai l’idea che fosse un dato di fatto, la mia nuova «normalità». Così iniziai ad assecondare il dolore limitando o evitando le camminate.

Poi un giorno, mentre pregavo, mi venne un'ispirazione. Dio non pone limiti alla sua creazione con l’invalidità e le restrizioni. Essendo io a immagine di Dio, che è Spirito, non potevo rimanere confinata in un corpo materiale dolorante o deteriorato più di quanto una luce potesse venire sigillata in un barile arrugginito. Vedevo la possibilità presente di muovermi liberamente come un illimitato raggio di luce. Questo senso spirituale del mio vero essere, la percezione di Dio come Spirito e di me stessa come spirituale e mai limitata, mi portò a una decisione: non avrei più trattato me stessa come un’invalida. Smisi di evitare di camminare e cominciai persino a correre, nel tentativo di uscire dalle limitazioni che avevo accettato e di esprimere la mia libertà. Nel giro di poco tempo, il dolore scomparve: ero guarita. 

Il senso spirituale ci svela una visione più chiara di Dio e dell'uomo in quanto Sua perfetta immagine e somiglianza. Scienza e Salute spiega che: «Fissando lo sguardo sulle realtà superne, vi eleverete alla coscienza spirituale dell'essere, proprio come l'uccellino che è uscito dall'uovo e si aggiusta le ali per un volo verso il cielo» (pag. 261).

Se vedete il bene nella vostra vita come permanentemente originato nello Spirito, Dio, probabilmente vi sentite più vicini al Tutto infinito. Il senso spirituale vi sta mostrando cosa c'è fuori dal guscio. Queste visioni più chiare conducono al di fuori delle limitazioni e della paura verso una vita più lunga e più felice.

Ecco cosa penso che possiamo imparare dai pulcini e dalle uova. Dobbiamo (perché possiamo):

 Rompere il guscio: Emergere dalla convinzione che la vita materiale con i suoi problemi, le sue paure e le sue limitazioni sia la nostra situazione o la nostra unica scelta.

Lisciarci le piume: Lasciare che il senso spirituale ci apra alla realtà duratura, ai veri fatti di Dio, e a vedere le qualità divine riflesse in noi e intorno a noi.

Volare: spiegare le nostre ali spirituali. Lasciare che nuove visioni della Vita e del bene divini si riflettano nel nostro modo di vivere e di amare.

Gli uccelli volano. E anche noi possiamo farlo!

Informazioni sull’autrice:

Michelle Nanouche è una practitioner e insegnante di Scienza Cristiana a Parigi, Francia. È anche membro del Consiglio per le Conferenze della Scienza Cristiana.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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