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Anno nuovo, pensiero nuovo!

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 gennaio 2011

Tradotto da Christian Science Sentinel, 28 dicembre 2009


Uno dei miei inni preferiti nell’Innario della Scienza Cristiana comincia con la lode « Vita che fai ogni cosa nuova» (n° 218). Chi una volta o l’altra non ha desiderato cambiare una relazione difficile, un corpo malato, un pensiero depresso, un conto in rosso? Chi non desidera trovare nuove soluzioni ai problemi globali come la fame nel mondo, il terrorismo e la guerra?

La tecnologia, in particolare, esemplifica il desiderio della società verso costanti miglioramenti e cambiamenti. Le novità tecnologiche sono intorno a noi; ed io, tra i tanti, sono sinceramente grato per queste innovazioni. Infatti, proprio mentre sto scrivendo questo articolo, sono seduto in aereo e mi avvalgo di un mini-laptop, dopo aver appena effettuato un paio di  telefonate con il mio smart phone, il quale può anche navigare in Internet e girare dei video. Utilizzo queste tecnologie in modo produttivo (il più delle volte!), e durante i miei frequenti viaggi mi permettono di mantenermi sempre informato sulle ultime notizie oltre ad essere raggiungibile ovunque mi trovi.

Tuttavia sono ancora più grato per qualcos’altro che porto sempre con me, qualcosa che ha accompagnato i viaggiatori di tutte le epoche e che non ha mai bisogno di «lanciare» nuovi prodotti. Qualcosa che può cambiare e rinnovarsi in ogni momento: il mio pensiero.

Il pensiero può essere come un treno costantemente in movimento.

Sia che ci troviamo in casa o in viaggio, il nostro pensiero può spaziare dal mondano all’ispirato; dal prosaico alla preghiera profonda; dal materiale allo spirituale. Proprio come le nuove tecnologie, che possono essere utilizzate per scopi positivi o negativi, è capace di cambiare sia gradualmente che istantaneamente.

Da bambina, Mary Baker (più tardi Mary Baker Eddy, autrice di Scienza e Salute con Chiave delle Scritture) dichiarò alla cugina: « Vorrei tanto poter spegnere il mio pensiero!» (Robert Peel, Mary Baker Eddy: The Years of Discovery [Robert Peel: Mary Baker Eddy: gli anni della scoperta], p. 15). Molti di noi possono  identificarsi con questa affermazione. Il pensiero può essere considerato come un treno costantemente in  movimento. Tuttavia un treno può continuare a girare in cerchio intorno ad una montagna o può percorrere le rotaie che salgono alla sommità. In entrambi i casi si tratta di movimento, tuttavia uno è un movimento progressivo, mentre l’altro è fine a se stesso. Ritengo che il pensiero più produttivo non è né attaccato ad un passato materiale, né ammaliato da un futuro materiale. Piuttosto, cerca la consapevolezza del sempre-presente spirituale, per mezzo del quale il passato può essere redento e il futuro meglio allineato al progetto di Dio di un bene abbondante per tutti. 

Non è forse come ciò che Dio disse tramite Isaia: « Farò una cosa nuova » Non si tratta forse di ciò che Dio promise, cioè un modo di pensare nuovo e più spirituale? Isaia parlava della comparsa di una consapevolezza che avrebbe cambiato la vita in modo migliore.

 La vita di Gesù dedita al radicale ascolto di Dio,  all’obbedienza alla guida divina e alla sua condivisione migliorò le persone.

Anche nel caso delle innovazioni tecnologiche, ciò che soggiace alla sostanza di ogni cosa nuova è un pensiero, perchè l’essenza di ogni processo innovativo è un’idea. Lo stesso vale per i cambiamenti necessari della vita. La sostanza di ogni progresso e di ogni guarigione – individuali e collettivi – è una nuova percezione di Dio, Spirito, che conduce ad aggiustamenti e rifiniture della condizione umana per migliorarla.

Nessuno lo ha dimostrato meglio di Gesù. Si potrebbe pensare al maestro del Cristianesimo come ad un innovatore spirituale. Gesù portò alla luce e a compimento qualcosa di incredibilmente nuovo: un Amore divino che guarisce, un Dio che è sempre buono, una Verità divina che rende uomini, donne e bambini liberi dalla malattia, dal peccato e dalla morte. La vita di Gesù dedicata ad un radicale ascolto di Dio,  all’obbedienza alla guida divina e alla sua condivisione migliorò le persone fisicamente, mentalmente, moralmente e emotivamente.

Ed il suo esempio fece ben più di questo. Spinse i suoi discepoli ad abbandonare modi di vivere a loro familiari per un nuovo modo di vivere. I pescatori lasciarono le loro reti. Un esattore rinunciò alle sue dubbie pratiche. Le donne cominciarono a scrollarsi di dosso il senso limitato di essere cittadine silenziose.  Queste non erano altro che le evidenze esterne di una trasformazione interiore. La promessa che in seguito Dio avrebbe fatto tramite Giovanni il Rivelatore: «Ecco, io fo ogni cosa nuova», era profondamente evidente negli effetti dell’amore guaritore che Gesù espresse.

Le vite delle persone furono rinnovate dalla visione di Gesù e dal suo impatto.

L’«io» della promessa di Isaia «io farò una cosa nuova» - l’Io divino, Dio – incitò, spinse e costrinse la pratica del tutto originale del Salvatore. Gesù non fu «qualcosa di nuovo» per amore del nuovo. Egli possedeva un cuore aperto alla Verità eterna che è Dio e dimostrò che il risultato invariabile di un cuore che discerne Dio e che dimostra Dio, è il progresso che corregge ciò che è comodamente (e scomodamente!) familiare portandolo da un quadro più materiale ad uno più spirituale.

Le vite delle persone furono rinnovate dalla visione di Gesù e dal suo impatto. La novità del pensiero si diffuse nelle menti, rinnovò i corpi e sanò le relazioni. Questo punto di vista rivoluzionario sfidò persone ed istituzioni che dovettero rivedere le loro abitudini e aprire la porta ad approcci nuovi. Tutto poteva essere visto sotto una luce diversa – spiritualmente. Tutto poteva essere fatto in modo diverso – con l’amore guaritore.

La novità, quindi, non fu un avvenimento cronologico alla presenza del Salvatore. Non fu il risultato di un particolare periodo dell’anno o di un particolare periodo della vita. Una consapevolezza spirituale e la novità pratica erano il risultato inevitabile della verità che Gesù predicava riguardo a Dio e l’uomo, rivelata nella vita guaritrice del Salvatore. Anche oggi questa verità mette a tacere le voci che sussurrano «solite vecchie cose, solite vecchie cose» ai cuori stanchi del mondo.

Nella Traduzione letterale della Bibbia di Young, questa promessa tratta da Isaia dichiara: «Io sto facendo una cosa nuova».  Questo suggerisce che essere creato dalla Deità significa essere creato di nuovo, momento per momento. Questo vale per ognuno in ogni momento, proprio dove ci troviamo, e include ogni singola persona e tutto ciò a cui teniamo.

Possiamo rinnovare le nostre relazioni e i nostri corpi fisici e istituzionali

Una volta, mentre stavamo studiando insieme delle idee spirituali della Bibbia e di Scienza e Salute, un mio amico disse spontaneamente: «diventiamo ogni giorno più nuovi!» Ciò che il mio amico intendeva non era che i corpi materiali in qualche modo si rinnovano ogni giorno o che la mente umana passa dalla vecchiaia alla giovinezza, come accadde al protagonista del film del 2008 intitolato Il curioso caso di Benjamin Button. Piuttosto, alla luce dell’idea spirituale di eternità, il mio amico aveva intuito che ogni giorno in cui il pensiero concede anche poco alla realtà senza tempo del rapporto di Dio con l’uomo, afferriamo con maggior chiarezza l’eterna novità che Dio conferisce costantemente a tutti.

La novità è insita in noi. È una parte intrinseca di ciò che ognuno di noi è in quanto figlio di Dio. E attraverso il Cristo, che svela questa verità ai nostri cuori umani, possiamo discernere come indipendentemente dalla nostra età e dalle circostanze, siamo in grado di accogliere nuove idee e dare una svolta alla nostra vita. Possiamo rinnovare le nostre relazioni e i nostri corpi fisici e istituzionali. Il rinnovamento non è un concetto spirituale astratto. È un fatto divino dimostrabile dell’essere individuale e collettivo.

Se invece il peso del tempo sembra pendere sui nostri pensieri e sulle nostre esperienze, allora non è la Verità a parlare. È un bugiardo che sussurra, un aspetto di ciò che nella Bibbia viene definito «la mente carnale» che si presenta a noi come fosse il nostro stesso pensiero. In pratica ci dichiara erroneamente come limitati e finiti, e vorrebbe farci opporre ai nostri stessi interessi persuadendoci ad acconsentire all’esistenza di una mentalità che contraffa la Mente una. Le argomentazioni che questa mente carnale presenta per preservare il falso senso della propria esistenza devono venire riconosciute, affrontate e negate.

Dio ci dà nuova ispirazione in ogni momento

Alle volte le dichiarazioni della mente carnale volte a rovesciare la promessa del Rivelatore e a far sembrare tutto vecchio – o a farci pensare che vogliamo che tutto rimanga esattamente come siamo abituati – devono venire affrontate con determinazione. Come disse Mary Baker Eddy: «Il cuore umano, come un letto di piume, deve venire sprimacciato spesso, alle volte con vigore, e rigirato più volte, altrimenti diventa duro e scomodo riposarvi» (Miscellaneous Writings 1883–1896 [Scritti Vari], pp. 127–128).

Quando qualcuno sta lottando contro una malattia, o contro tratti caratteriali indesiderati che permangono, il cuore cerca un rinnovo della mente e del corpo che sembra essere una necessità fisica. Tuttavia, la necessità più importante è sempre quella di allineare la propria consapevolezza col messaggio sempre nuovo del Cristo, di assimilare quella «nuova cosa» che Dio sta facendo. Questo ci renderà liberi di aprire il cuore ai giusti pensieri e alle giuste azioni, e ci guarirà.

Che fare se la vostra chiesa sembra avvinghiata al passato o correre a razzo verso il futuro, in modo troppo veloce per i vostri gusti?  Ci si potrebbe sentire in disaccordo con le azioni e le decisioni di altri. Di nuovo, ciò che è necessario è pregare per percepire la «cosa nuova» che Dio sta facendo. È importante non credere al nuovo come a qualcosa di opposto al vecchio, né al vecchio come in opposizione al nuovo; piuttosto bisogna aver fiducia nel fatto che la Mente divina può fare luce con saggezza su pensieri e azioni sia nuovi sia familiari. Il pensiero che cerca sinceramente di vedere progredire una vita o una causa a cui tiene sotto la guida dell’Amore riconoscerà le innovazioni ispirate. Siccome la Mente divina non è mai stereotipata, stagnante, noiosa, in stallo o ostacolata, non lo può essere nemmeno ciò che la riflette! 

L’inno di cui ho parlato all’inizio descrive ciò che Dio, o la Vita, rende nuovo come «la terra in fiore, i pensieri dell’uomo» (traduzione letterale dall’inglese). Dio ci dà nuova ispirazione in ogni momento, e tutti gli uomini e le donne sono divinamente pronti ad essere mitemente ricettivi a questa ispirazione. Siamo i vasi che Dio ha creato per accogliere l’afflusso delle Sue idee angelo. Anche se la mente carnale insiste, dichiarando: «io non posso cambiare», possiamo liberamente ricevere i pensieri che giungono costantemente da Dio ed essere aperti tanto da abbracciare le innovazioni tempestive dello Spirito. 

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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