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Guarigione di un principio di paralisi

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 novembre 2011

Tradotto da Le Héraut de la Science Chrétienne, ottobre 2011


Ho vissuto una situazione apparentemente grave, che avrebbe potuto scoraggiarmi e lasciarmi perplesso. Invece sono riuscito a pregare con fermezza, con l’aiuto delle potenti verità spirituali insegnate dalla Scienza Cristiana, e così trovare rapidamente la guarigione.

Nel Marzo 2010, ho pregato una notte intera a causa di un incessante senso di malessere alla mascella e alla tempia destra. Solo alle prime ore del giorno successivo ho potuto avvertire un leggero sollievo e dormire un poco.

Quel mattino, come d’abitudine, sono andato in bagno per farmi la doccia. Con mio grande stupore, ho constatato, guardandomi allo specchio, un viso gonfio e l’occhio destro tumefatto. Mi sono sentito invadere dalla tristezza vedendo l’aspetto deforme del mio viso.

In seguito, quando ho deciso di lavarmi i denti, ho notato che facevo fatica a sollevare il braccio destro. Ho pensato di essere vittima di un principio di paralisi. Un’infinità di domande mi hanno assalito. Cosa dovevo fare? Quanto tempo ci sarebbe voluto per guarire dal momento che non avevo potuto risolvere il problema durante tutta la notte?

Mi sono detto che il fatto di lasciarmi prendere dallo scoraggiamento e dall’autocommiserazione non era sicuramente un buon rimedio. Allora ho deciso di fare ciò che ho imparato nella Scienza Cristiana: ho disposto sul tavolo la mia Bibbia, Scienza e Salute e qualche altro scritto di Mary Baker Eddy, poi con perseveranza, mi sono dedicato allo studio ed alla preghiera per tutta la mattinata.

Qualche ora dopo, ho realizzato che non dovevo guarire un viso difforme, delle gengive doloranti, né un braccio irrigidito per farli tornare alla normalità, ma che dovevo piuttosto prendere coscienza della mia forma perfetta e permanente in quanto riflesso di Dio.

Sapevo, dal mio studio della Scienza Cristiana, che qualunque problema che si manifesta sul corpo, è, in realtà, situato a livello mentale. L’unico agente curativo risiede nel potere redentore e rigeneratore del Cristo, come dichiarò l’apostolo Paolo quando scrisse ai Filippesi: “Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica” (Filip. 4:13).

Di conseguenza, per guarire il mio caso, potevo solo appoggiarmi sul potere infinito dello Spirito divino, e questo in modo completo e in tutta umiltà, e dovevo prendere fermamente posizione sul fatto che la mia vera natura, in quanto idea spirituale, è perfetta ed inseparabile da Dio.

Mary Baker Eddy, la scopritrice della Scienza della guarigione–Cristo, la Scienza Cristiana, un giorno fece correggere ad uno dei suoi allievi, il giudice Hanna, questa tendenza a voler insegnare che l’uomo è tanto fisicamente che spiritualmente il figlio di Dio. Ella sottolineò che pensare in questo modo ci discosta dalla logica della Scienza Cristiana. Infatti, la somiglianza dello Spirito è unicamente spirituale. Ella insisteva sulla necessità di mantenere chiaramente questa distinzione, e che il peccato, legato alla carne, non fa parte dell’immagine e somiglianza dello Spirito. Concluse dicendo che la pur minima deviazione dalla metafisica divina, impedisce di avere risultati nella Scienza (Dal documento L&M40-5298A, disponibile presso la Biblioteca Mary Baker Eddy a Boston, Massachusetts, USA).

Mi sono allora domandato: cos’è che fa parte della mia identità reale, in quanto idea di Dio? Sicuramente non questo principio di paralisi, che, come tutte le malattie, è una concezione errata dell’identità dell’uomo. Ho rifiutato qualunque credenza in un uomo materiale, che si muove in seno ad un ambiente materiale, perdendo le sue facoltà di udito, d’elocuzione, di percezione, di movimento. Mi sono appoggiato sul fatto spirituale che le indistruttibili facoltà dell’essere rimangono intatte, al di là della sembianza della materia e malgrado tutte le apparenze materiali o tutte le false credenze.

A metà pomeriggio di quella stessa giornata, ho avvertito dei cambiamenti nel mio pensiero. La calma così come la speranza vi avevano preso posto. Potevo stendere il mio braccio e afferrare anche se con difficoltà, alcuni oggetti. Potevo camminare e quindi verso il tramonto, sono uscito per la prima volta per andare a fare qualche acquisto. Malgrado il persistere della deformità al viso, ho passato una notte tranquilla.

La mattina seguente, entrando nel bagno, sono rimasto piacevolmente sorpreso- la deformità era sparita. Potevo anche usare normalmente il mio braccio destro per la pulizia dei denti e per lavarmi. Ero perfettamente guarito e questo problema non si è più presentato.

La mia esperienza prova la verità insita in questo passaggio: “L’evidenza dei sensi fisici spesso capovolge la vera Scienza dell’essere, e crea così un regno di discordia - attribuendo un apparente potere al peccato, alla malattia e alla morte; ma i grandi fatti della Vita, giustamente compresi, sconfiggono questa triade di errori, contraddicono i loro falsi testimoni e rivelano il regno dei cieli - il vero regno dell’armonia sulla terra” (Scienza e Salute pag. 122).

Il nostro corpo, così come il nostro ambiente, è incluso nella nostra consapevolezza. Noi non preghiamo per cambiare delle condizioni fisiche, ma per prendere maggiormente coscienza della nostra vera natura, della nostra perfezione in quanto figli di Dio. Questo uso del balsamo della verità dell’essere su di uno stato mentale erroneo, si manifesta sul corpo con la guarigione e l’armonizzazione delle relazioni umane e/o dell’ambiente circostante. Tutto l’essere dell’uomo, governato dall’ Altissimo, è eternamente perfetto e armonioso.

Nei momenti di prova, possiamo sempre ricordarci della grazia divina e della certezza che il progresso spirituale è una legge irreversibile. E nella misura in cui realizziamo che questi momenti di prova non sono altro che opportunità per apprendere di più su Dio e sulla nostra unione con Lui, allora le varie domande “Perchè Signore?” non avranno più ragione di essere. Perché, come spiega l’apostolo Paolo nella Bibbia: “Se viviamo per lo Spirito, camminiamo altresì per lo Spirito” (Galati 5:25). Una percezione e un’argomentazione puramente spirituali mettono in luce la nostra reale identità e noi guariamo sicuramente.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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