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Nuovi inizi con Dio

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 aprile 2011

Tradotto dal Christian Science Sentinel del 27 settembre 2010


Spesso, senza che ce ne rendiamo conto, la vita sembra dividersi in capitoli ed ognuno di essi è di per sé un nuovo inizio. Questi capitoli possono riflettere il passaggio dalla scuola all’università e dall’università al primo impiego; poi magari c’è il capitolo del matrimonio, seguito dai capitoli della maternità o paternità e dal diventare nonni. E alcune volte, dopo tutto questo si apre addirittura il capitolo di una nuova carriera!

Nuovi inizi possono essere quando si cambia casa o lavoro, quando si perde un proprio caro o quando i figli lasciano il nido. In circostanze estreme, un inizio è obbligato in occasione di un disastro come un allagamento, un uragano o un terremoto. Spesso facciamo resistenza a questi nuovi capitoli e vorremmo tornare al vecchio e sicuro – o restare esattamente dove siamo.

La Bibbia racconta di molte di queste transizioni. Per esempio, Giuseppe vide un notevole susseguirsi di capitoli nella sua vita e molti inizi. Egli dovette ricominciare quando fu venduto in Egitto dai suoi fratelli; nuovamente quando fu ingiustamente imprigionato e ancora una volta quando gli fu affidato il compito di guidare il Paese e salvarlo dalla carestia. Infine, attraversò un nuovo capitolo quando la sua famiglia si riunì e venne a vivere con lui in Egitto.

Questo concetto di esperienze che si schiudono è espresso nel libro di testo della Scienza Cristiana, dove Mary Baker Eddy scrive: “Ogni fase successiva di esperienza rivela nuove prospettive di bontà e di amore divino”. Inoltre aggiunge: “Ogni anno che passa svolge saggezza, bellezza e santità” (Scienza e Salute con Chiave delle Scritture, pagg. 66 e 246).

Così, ogni nuovo passo dovrebbe svolgere più saggezza, più bellezza e più santità nella nostra vita. Perché allora non sembra essere sempre così?   Perché la “mente carnale” (vedi Romani 8:7), ovvero la credenza che abbiamo una mente e una volontà tutta nostra, prova sempre a farci vivere o nel passato o nel futuro. La soluzione? Viviamo nel PRESENTE!

Un buon modo per iniziare è di riconoscere che la pietà e la compassione di Dio non mancano mai e  “si rinnovano ogni mattina” (Lamentazioni 3:23). In ogni momento Dio versa la luce, la gioia, la pace e l’armonia del Suo essere e queste qualità sono riflesse da ognuno di noi.

Nella realtà, esiste solo il presente. Il futuro è intoccabile. Tutto ciò che ci viene richiesto è di pregare: “Padre, cosa desideri che io faccia, ora?”   È pregare per immergersi in ciò che la Bibbia chiama “Spirito Santo”, cioè la vibrante e tangibile presenza dello Spirito, Dio. Sentire questa presenza ci dà “nuovi motivi, nuovi scopi, nuovi affetti, che puntano tutti verso l’alto” (Miscellaneous Writings 1883-1896, pag. 204).   Il nostro amorevole Padre-Madre Dio, che ci dà nuove opportunità in ogni momento e ci aprirà la strada per la loro realizzazione. Egli prepara per i Suoi amati figli delle porte aperte, non chiuse.

La natura fornisce alcune analogie a supporto. Per esempio, ogni stadio nello sviluppo di una rosa è bello, dalla simmetria del bocciolo fino alla gloria della piena fioritura. Alcune volte, quando il bocciolo è ancora ben chiuso, non sappiamo né vediamo la forma ed il colore del fiore, ma non dubitiamo neanche per un momento l’inevitabilità della sua realizzazione e perfezione. In essenza, abbiamo fiducia nella legge che governa il suo sviluppo.

Similmente, se guidiamo un’auto di notte, i fari illuminano solo un numero limitato di metri davanti, tuttavia non interrompiamo la marcia perché non riusciamo a vedere oltre il raggio d’illuminazione dei fari. Continuiamo a proseguire e mentre avanziamo, la luce illumina il tratto di strada successivo. Come Mosè, possiamo sentire la parola di Dio che dice:  “dì ai figliuoli d'Israele che si mettano in marcia.”   L’ultimo verso di un inno che mi piace molto, scritto da Anna L. Waring, offre un ulteriore incoraggiamento:

Davanti ho pasture,
che ancor non ho vedute;
risplenderanno i cieli,
dov’eran fosche nubi.
La mia speranza è immensa,
è libero il sentier;
il Padre ha il mio tesoro,
con me camminerà.
(Innario della Scienza Cristiana, n. 148)

Questi concetti mi furono particolarmente utili quando mio marito venne a mancare ed un nuovo capitolo iniziò per me su molti fronti. A parte la vendita della casa e il successivo trasferimento, mi trovai a dovermi adattare ad un nuovo stile di vita. Dovetti trovare un nuovo giro di amici e imparare ad occuparmi di affari e finanze, cosa che non avevo mai fatto prima. Dovetti anche affrontare un enorme ridimensionamento della casa e del tenore di vita e mi sentii oppressa dalla necessità di sgombrare una casa tanto amata e di eliminare così tanti oggetti di mia proprietà.

In preda alla disperazione, un mattino aprii la Bibbia e il mio sguardo cadde su un verso che non avevo mai letto prima: “E non vi rincresca di lasciar le vostre masserizie; perché il meglio di tutto il paese d'Egitto sarà vostro”. (Genesi 45:20). In un attimo compresi il fatto eterno che nulla mi era mai realmente appartenuto, perché tutto apparteneva a Dio. E ovunque vivessi, l’abbondanza di Dio mi avrebbe sempre atteso. Potevo gioiosamente condividere con altri tutto ciò che possedevo perché non era mio, ma di Dio, ed Egli procura a tutti i Suoi figli tutto ciò di cui hanno bisogno, sempre.

Con grande gioia trovai una nuova dimora per ogni oggetto ed il trasloco benedisse molte persone. Trovai anche amicizie nuove e stimolanti che si dimostrarono soddisfacenti e appaganti. Le conseguenti “nuove vedute di bontà divina e amore” portarono con sé grande pace ed un chiaro senso della continuità del bene. Arrivai persino a chiamare la mia nuova casa “New Views” (nuove vedute).

Chiaramente, nella nostra vita c’è sempre un’ancora che non cambia mai:   si tratta dell’indissolubile legame con il nostro Padre-Madre Dio e della nostra identità permanente e stabile di Suoi figli.  I raggi di una ruota sono sempre collegati al centro, cosicché sono sempre legati agli altri raggi della ruota in modo preciso e armonioso. Siamo connessi in modo simile a Dio e siamo anche gioiosamente ed eternamente connessi agli altri figlioli di Dio.

Il piano di Dio per ognuna delle Sue amate idee è già stabilito. Inizialmente, possiamo non discernerlo appieno o possiamo essere lenti nel comprenderlo. Ma il dito di Dio ha già scritto il Suo piano perfetto per l’intera Sua creazione e quel piano è sempre buono. È rivelato dal calore e dalla tenerezza dell’Amore divino. Quando lo comprendiamo, possiamo coraggiosamente e fiduciosamente proseguire con ogni nuovo passo.

Tutto nella nostra vita può essere visto come un ostacolo o un trampolino, una prova o una dimostrazione della sollecitudine di Dio. Diamo il benvenuto ad ogni nuovo capitolo nella nostra vita come un trampolino da cui spiccare un salto verso un bene maggiore, invece di considerarlo un ostacolo che avvertiamo come insormontabile. Consideriamo tutto come una vera prova della sollecitudine di Dio per noi piuttosto che come un’insormontabile situazione che non siamo in grado di affrontare. Come Giuseppe nella Bibbia, abbiamo fiducia nella tenera misericordia di Dio per tutti i Suoi figli amati, usando ogni nuova circostanza per spingerci sempre avanti.

Quando ci imbarchiamo in nuovi capitoli della vita, non posso pensare a un indicatore di percorso più preciso e ad una benedizione maggiore di questo passaggio tratto da Scienza e Salute:   “Il pensiero calmo ed elevato, o percezione spirituale, è in pace. Così continua l’albeggiare delle idee, formando ogni fase successiva di progresso” (pag.506).

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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