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Essere sensibili alle urgenti necessità umane

Da L'Araldo della Scienza Cristiana - 1 novembre 2011

L’Araldo della Scienza Cristiana – 4° trimestre 1990


Fino a quando non si è vissuta l’esperienza di un uragano, è impossibile capire completamente cosa questo significhi. La stessa cosa, purtroppo, si può dire di un terremoto, naturalmente, quando pensiamo al nostro prossimo a San Francisco, Cina, Armenia, Città del Messico e a tutti coloro che, in questi ultimi tempi, hanno fatto esperienza di un terremoto devastante.

Tuttavia c’è in queste esperienze qualcosa che paradossalmente ci indica una nuova direzione. La routine della vita quotidiana, persino nei suoi momenti di maggior lavoro, diventa insignificante quando subentrano cose più fondamentali.

La cura della famiglia e della casa, la premura nell’aiutare i vicini e gli estranei e il desiderio di condividere i sentimenti delle persone che hanno subito un disastro o delle comunità devastate dalle guerre hanno la precedenza su qualunque altra cosa. È durante tali momenti lucidi che cominciamo a realizzare che la vita può essere vissuta in modo sostanzialmente diverso da come siamo soliti considerare.

Questo probabilmente è uno dei motivi per cui i Vangeli, parlando della vita e delle parole di Cristo Gesù, sono così coinvolgenti. Queste descrizioni del Maestro ci provengono da un punto di vista di chi è convinto del più fondamentale amore: affetto profondo per Dio e l’uomo, uniti all’urgente bisogno umano.

Il Vangelo di Matteo ci narra che, poco prima della fine del suo ministerio, Gesù, in una delle sue parabole, descrive le benedizioni di un re date a coloro che lo avevano nutrito quando era affamato, dato da bere quando era assetato, vestito quando era nudo, ospitato quando era straniero, assistito quando era ammalato e quando era in prigione. Il racconto narra poi che coloro che erano stati lodati si chiedevano quando avessero fatte quelle cose.

Continuando la parabola, il re rispose: “In quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me.”

Leggere i racconti dei vangeli della vita di Gesù ci aiuta a comprendere che, per quanto le sue opere di guarigione fossero così importanti, l’elemento principale era l’amore spirituale che produceva queste opere. La risposta del Maestro che mette in luce ciò di cui l’umanità è capace con l’amore che è attivo, guaritore e rigenera la vita, compendia la forza che è la base del Cristianesimo del Nuovo Testamento.

Il potere di tale impulso spirituale è tale da sviluppare in noi la conoscenza dell’uomo quale idea spirituale di Dio. In termini più pratici, tale interiorità fa sì che sentimenti profondi ed umanitari scaturiscano in noi. Queste sensazioni devono essere soddisfatte e ciò richiede sia buone opere che buoni pensieri: pensieri che provengono da Dio.

Se il disastro che dobbiamo fronteggiare è la forza distruttiva di un  tifone, la crisi sociale di una cultura irretita nel traffico della droga, o la miriade di tragedie personali che ricevono poca attenzione fuori dal nucleo familiare, l’Amore divino, Dio, ci aiuta a superare ogni cosa. Questa verità non è solo una dolce sensazione. È imperativo che la nostra comprensione dell’identità e capacità create da Dio, trascenda le condizioni materiali e ci spinga a vivere un modo più elevato di vita.

Scrivendo circa la natura spirituale dell’uomo, Mary Baker Eddy, che fondò questo periodico, era convinta che la nostra capacità di amare provenisse da Dio. Comprendere questo, sviluppa dentro di noi il talento di guarirci e di guarire come Gesù ha detto che avrebbero fatto i suoi seguaci. Mary Baker Eddy scoprì che c’è un ordine o Scienza che sta alla base di tali guarigioni. Non si tratta né di casualità né di semplice fortuna.

Se i cosiddetti miracoli sono necessari lungo le coste occidentali degli Stati Uniti o in Bangladesh dove le alluvioni hanno lasciato tanta gente senza tetto, allora questi miracoli devono essere visti non come se derivassero da cause imprevedibili, ma piuttosto dalla Causa una, o Mente, che è Dio. “I miracoli non sono infrazioni alle leggi di Dio” ci ricorda Mary Baker Eddy nel suo libro Miscellaneous Writings, “al contrario, essi adempiono le Sue leggi; perché sono i segni che seguono il Cristianesimo, dove la materia viene riconosciuta senza potere e subordinata alla Mente.”

Il comando di dominare l’errore non è limitato a ciò che normalmente viene considerato problema etico. La necessità di dominare l’errore si riferisce a tutte le condizioni dell’umanità, inclusa la guarigione della malattia e al ristabilirsi della vita dopo un disastro. Tale guarigione comincia con l’ammissione che noi possiamo vivere completamente in sintonia con il proposito di Dio per l’uomo. Questo passo può risultare in qualcosa di tanto semplice come contribuire subito a costituire un fondo di assistenza, ma non può finire lì.

Una volta che cominciamo a sentire il controllo della legge divina, che produce una profonda, essenziale compassione per il prossimo, possiamo essere sicuri che stiamo cominciando a svegliarci alla realtà dell’uomo come immagine e somiglianza di Dio. Niente altro che lo sforzo di comprendere a fondo come guarire e come aiutare attraverso il potere dell’Amore divino, può pienamente soddisfare tali desideri. Questo è il risveglio spirituale che può rispondere ai bisogni di una intera regione, quanto a quelli di una singola vita. L’importante  è che si cerchi l’opportunità di aiutare per essere a nostra volta aiutati.

La missione de l’Araldo

L’Araldo della Scienza Cristiana fu fondato nel 1903 da Mary Baker Eddy. Il suo scopo è di “proclamare l’attività e la disponibilità universali della Verità”. La definizione di “araldo”, come indicata in un dizionario: “colui che avverte — un messaggero mandato avanti per annunciare l’approssimarsi di ciò che segue”, dà un significato particolare al nome Araldo ed inoltre indica il nostro dovere, il dovere di ognuno di noi, di vedere che i nostri Araldi assolvano alla loro responsabilità, una responsabilità inseparabile dal Cristo e annunciata per la prima volta da Gesù (Marco 16:15): “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”.

Mary Sands Lee, Christian Science Sentinel, 7 luglio 1956

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